ATTAVANTI, Attavante

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ATTAVANTI, Attavante

Renata Cipriani

Spesso chiamato Vante nei documenti; nacque probabilmente a Castelfiorentino nel 1452 da Gabriello, appartenente alla nobiltà fiorentina, e da madonna Bartola, figlia naturale di messer Stoldo de' Rossi, secondo di numerosi figli come risulta dalle notizie raccolte da G. Milanesi. I documenti ritrovati dalla Levi D'Ancona dichiarano suo maestro nell'arte del minio nel 1471-72 Francesco d'Antonio del Chierico, come aveva intuito il Milanesi. Molte sono le opere in cui essi collaborarono anche dopo tale data. Scarse sono le notizie raccolte dal Vasari, che mostra di non aver approfondito l'esame dell'attività miniatoria in Firenze: infatti, dopo aver detto l'A. contemporaneo dell'Angelico, rettifica esattamente la tradizione che lo voleva discepolo di Gherardo del Fora, sapendo che essi erano invece collaboratori ed amici, stimatissimi entrambi nella loro professione. Mal giudicabile è l'attribuzione all'A. da parte di Cosimo Bartoli, che il Vasari riporta diffusamente, di un codice di Silio Italico della chiesa di SS. Pietro e Paolo di Venezia, che sembra ripetesse in molte parti le illustrazioni dei Trionfi del Petrarca attribuite ora a Francesco del Chierico (Milano, Trivulziana); il Silio Italico s'è voluto identificare con un manoscritto mutilo ora alla Marciana di Venezia verosimilmente del Pesellino. Il D'Ancona, scartate le opportune ipotesi del Milanesi, suggeriva che l'A. si fosse formato nella bottega del Verrocchio, anche se i suoi modelli furono piuttosto le opere del Ghirlandaio, di Matteo RosseW, di Antonio Pollaiolo, come èstato poi meglio precisato dal Toesea e dal Salmi. Indubbiamente fin dalla sua prima attività l'A. fu l'infaticabile, prontissimo ripetitore delle novità iconografiche che pullulavano nell'ambiente fiorentino e la disamina delle sue composizioni potrebbe portare qualche luce anche per la conoscenza e la datazione di opere non solo di pittura, ma di architettura e di oreficeria. Fu sua abitudine copiare, nelle sue pagine miniate, accanto a sculture, quadri, bassorilievi recenti, marmi e cammei antichi, e questo dovette certamente procurargli una buona parte di quell'ampio successo di cui presto egli godette. Infatti nell'anno 1476 doveva essersi già affermato se Vespasiano da Bisticci gli affidava molte pagine della Bibbia monumentale che faceva eseguire per Federico da Montefeltro (Biblioteca Vaticana, Urb. Lat.1 e 2). Benché non si abbiano documenti in proposito, è concorde il riconoscimento della partecipazione dell'A., accanto a Francesco d'Antonio del Chierico, in tale impresa. Il D'Ancona non ricorda altre opere datate dell'A. fino al 1483, ma sono da assegnare a questo periodo le opere in cui egli collaborò con Francesco d'Antonio, che gli sono riconosciute solo in base a riferimenti stilistici, come il Seneca della Biblioteca Universitaria di Valencia (ms. 827) attribuitogli dal De Marinis e il Senofonte di Berlino eseguito per Ferdinando I di Napoli, attribuitogli dal Wescher, che secondo il D'Ancona (p. 92) e il De Marinis sarebbe opera di un altro collaboratore di Francesco d'Antonio, attivo nella Bibbia di Federico da Montefeltro. Per il vescovo di Dol, Thomas James, l'A. decorò un Messale, sottoscritto "Actavante de Actavantibus de Florentia hoc opus illuminavit: 1483", che ora si conserva nella cattedrale di Lione, tranne la pagina con la miniatura della Crocefissione che èal museo di Le Havre.

Due sue lettere danno notizia dell'impegno che egli dedicò a quest'opera che doveva affermare la sua fama presso un pubblico internazionale. Nell'illustrazione del Giudizio rielabora schemi del Beato Angelico, men!re nella Crocefissione si ispira al Pollaiolo e m uno dei tondi che la circondano con storie della vita di Cristo riproduce fedelmente il Battesimo (Uffizi)uscito da poco dalla bottega del Verrocchio con il completamento di Leonardo.

In quest'opera è evidente che intorno a lui si era già formata una schiera di collaboratori che ne seguiva pedissequamente l'indirizzo artistico e che gli consentirà di far fronte alle ingenti commissioni che gli verranno affidate negli anni successivi. Infatti egli divenne uno dei più assidui decoratori di manoscritti per il re d'Ungheria Mattia Corvino. Nel 1485 cominciò a decorare per questo sovrano un Messale che ora si conserva nella Biblioteca Reale di Bruxelles (cod. 9008); enorme di dimensioni, ricco di fregi oltre che di pagine interamente mìniate con le consuete figurazioni della Crocefissione e del Giudizio, presenta il frontespizio caratteristico delle opere di maggior impegno uscite dalla bottega dell'A., consistente in una composizione architettonica che contiene un tabernacolo in cui sì iscrive il titolo dell'opera, animata da putti, paggi, animali curiosi, mentre nel bordo si aprono tondi, come finestre aperte su cieli di tersissimo azzurro con busti, in questo caso quelli di Mattia Corvino e di sua moglie Beatrice d'Aragona.

Il Messale,che porta la segnatura dell'A. e le date 1485 nel frontespizio e 1487 nella pagina del Giudizio, fu sempre tenuto in grande consìderazione: dopo la morte improvvisa del Corvino, avvenuta il 4 apr. 1490, restò a Budapest fino alla rotta di Mohács del 1526, quando la regina Maria d'Austria sorella di Carlo V lo portò a Bruxelles; la sua conservazione non è buona.

Sempre per Mattia, Corvino, nel 1487 l'A. iniziò un'opera di grande impegno, un Breviario,compiuto nel 1492 (data segnata in due delle carte miniate), che passò al cardinale Agostino Trivulzio, poi alla biblioteca urbinate, e di qui alla Vaticana (cod. Urb. lat.112) e molti altri manoscritti che solo in parte giunsero a Budapest, dove ora pare ne restino pochissimi. Alla morte di Mattia i principali collezionisti si affrettarono a impossessarsi dei manoscritti già in preparazione, i Medici in primo luogo.

Il Vasari riferisce che Lorenzo il Magnifico comperò numerosi codici destinati a Mattia fra quelli miniati dall'A. e da Gherardo e Monte del Fora, e centocinquanta infatti ne furono poi richiesti alla signoria fiorentina dal re Ladislao in quanto erano stati commessi da Mattia. Numerosi sono quelli che restano oggi nella Libreria Laurenziana e alcuni portano accanto al corvo di Mattia le imprese medicee. Tuttavia molti dei manoscritti che il D'Ancona attribuisce, all'A. e alla sua bottega furono eseguiti espressamente per i Medici. Le opere dell'A. alla corte ungherese furono evidentemente studiate e le impressioni che caratterizzano i tagli dorati dei volumi provenienti da questa collezione sono derivati dal tipo di decorazione delle bordure da lui messo in voga. Inoltre la eco della sua predilezione per effetti di cangiantismo, di lumescenza, di accostamenti sorprendenti di brani, di acuto realismo con stilizzati elementi decorativi si ritrova nei decoratori, prevalentemente Ionibardi, attivi a Budapest, che spesso portarono tali soluzioni a più alto rigore stilistico.

Nel 1490 l'A. sposò Violante figlia di Nicolò Berardi, fiorentino, che era nata in Spagna e che morì tre anni dopo. Nel 1495 si risposò con Maria, figlia di, Tomaso Uberti, pehettiere, che gli portò 180 fiorini di dote. Nel 1481 abitava col padre in Firenze, via Fiesolana, popolo di S. Pier Maggiore; inoltre a Castelfiorentino teneva occupata con la sua famiglia l'ala destra della casa patema, e in seguito possedette pure una casa con giardino a S. Maria a Montici. Dei figli non gli sopravvisse che Francesco con il quale la famiglia si estinse. Nel 1503 Leonardo notava di aver prestato soldi all'A. che nello stesso anno faceva parte della commissione che doveva decidere sulla collocazione del David di Michelangelo. Non esorbita dalla sua professione di miniatore l'aver avuto l'incombenza di fare "la palla della terra"(evidentemente un mappamondo) per l'orologio artistico di Lorenzo della Volpaia, ricordato dal Vasari nella vita del Baldovinetti. Il 23 apr. 1494 Chimenti di Cipriano di Ser Nigi sottoscriveva con l'A. (testimoni, Bartolomeo di Fruosino e Lorenzo di Filippo Baldi) il contratto per la decorazione della monumentale Bibbia in 7 volumi detta "de los Jeronymos" (più il libro del Maestro delle Sentenze in un volume, in tutto otto; Lisbona, Archivo Nac. da Torre do Tombo) commessa da re Giovanni II. Al lavoro collaborarono Gherardo e Monte del Fora e altri: i documenti di pagamento danno un'idea del sistema di lavoro (cfr. Arnauldet, 1898).

Oltre alle date che si ricavano dalle opere che gli sono pacificamente attribuite, come i corali del duomo di Prato del 1500, si sa da documenti che nel 1505-1506 fu pagato dal monastero di S. Maria degli Angeli per la miniatura di corali che erano stati scritti già all'inizio del secolo; inoltre dal 1508 fino al 1514 collaborò agli antifonari di S. Maria del Fiore, che si conservano alla Biblioteca Laurenziana e all'Opera del Duomo di Firenze.

Scarsi sono i documenti posteriori. Si pensava che l'A. fosse morto nel 1517, ma la Levi D'Ancona vorrebbe riconoscere la sua mano ancora in un Cerimoniale dei Vescovi, già nella collezione Spitzer, datato 1520. Nel 1525 è citato come defunto.

L'elenco delle opere dell'A., per la massima parte riunito dal D'Ancona, è lungi dall'essere completo ed esaurientemente vagliato. Il D'Ancona stesso, negli anni delle sue ricerche intorno alla miniatura, fiorentina, mosso dall'intento di ridimensionare l'importanza dell'A., considerato "principe dei miniatori ", venne a sottovalutarlo negandogli le opere più belle e significative, benché firmate, e trasferendo spesso a Francesco d'Antonio del Chierico quello che un più ragionato esame consentirebbe di riportare ad Attavante. Anche recentemente si è eccessivamente accentuato il merito di Gherardo e Monte o del Boccardino a paragone dell'A., che se è mediocre nella composizione delle grandi scene, alquanto goffo nel disegnare le figure, privo di fantasia nell'inventare le fisiononùe, ha saputo comporre i suoi fregi con la sensibilità raffinata di un orafo. La crudezza di accostamenti di colore che gli viene rimproverata, e che è veramente sgradevole se si considerano alcune sue scene avulse dal contesto decorativo, risponde all'esigenza di adeguare la preziosità degli smalti, creando una pietrificazione dell'immagine, non priva di rigore stilistico e tutt'altro che arretrata nel panorama delle correnti artistiche fiorentine della fine del '400.

È da togliere al catalogo del D'Ancona il ms. Rossiano 1192 (Roma, Bibl. Vaticana) con la Prova della vera Croce, che risulta firmato da Domenico Ghirlandaio (v. M. Levi D'Ancona, 1962, pp. 88 e 296, che, dal suo carattere attavantesco, deduce un possibile alunnato di A. presso il Ghirlandaio o addirittura una collaborazione dei due artisti a questa miniatura).

Chieti, Biblioteca Capitolare: Messale di Giovanni Borgia, 1492-1503 (solo la Crocefissione è attribuita dubitosamente dal D'Ancona all'A.; la decorazione viene ora prevalentemente riferita al Boccardino); Firenze, Bibl. Laurenziana:mss. Plut. 616, 12/2, 1213, 12/4, 12/5, 12/6, 12/7, 12/8, 1219 (tutti con imprese medicee), 12/10 (stemmi corviniani e di Leone X), 12/11, 12/13, 12/14, 12/15, 12/22, 12/28, 13/1 13/2, 13/3, 13/5, 13/6, 13/7, 13/8, 1413, 14/4, 14/5, 14/6, 14/9, 14/10, 14/23, 15/15 e 16 (Bibbia corviniana in 3 voll., il III miniato da Gherardo e Monte), 16/1, 16/2, 16/4, 16/6, 16/6, 16/9, 16/26, 16/32, 17/22, 17/30, 17/31, 18/1, 18/2, 18/3, 18/5, 18/6, 18/6, 18/19, 19/1, 19/2, 19/3, 19/5, 19/6, 19/6, 20/14, 20/15, 20/16, 21/8, 21/18 (corviniano), 22/3, 22/5, 22/6, 22/9, 22/10, 23/14, 23/15, 23/20, 24/3, 26/6, 26/12, 26/13, 28/11, 35/37, 47/1, 51/13, 52/29, 53/4, 53/22, 53/37, 63/2, 67/3, 67/16, 68/19, 68/22, 71/6, 71/8, 73/39, 74/1, 74/8, 78/1, 78/3, 78/4, 78/7, 81/22, 82/6, 82/10, 82/11, 82/13 e 14 e 15, 83/11, 84/24, 85/4, 85/25, 86/1, 86/5, 86/9; Medic. Palat. 12; Ashb. 971; Strozzi 97; Acquisti e doni 233 (corviniano); Laurenziano 4 (Diurnale IV, da S. Maria degli Angeli, miniato a c. 88 v. da Boccardino il vecchio); Firenze, Bibl. Nazionale: BR. 4. 1. 6., BR. 4. 2. 1 (incunabolo); cod. Classe VII. 684; Firenze, Bibl. Riccardiana: mss. nn. 128, 245, 672, 891; Firenze, Opera del Duomo: Antifonario s. n. 14 (con miniature anche di Monte del Fora); Milano, Bibl. Trivulziana: cod. 818 (corviniano), cod. 2146 (per il cardinale Ascanio Maria Sforza), cod. 443 (di scuola), cod. 468 e 469 (della cerchia); Milano, Bibl. Braidense: ms. AN XV 26 (attr. a scuola, ma probabilmente autografo giovanile); Modena, Bibl. Estense: mss. Latt. CCCLXXXXI (A. G. 4. 22), CCCCXXXII (A. W. 1. 8), CCCCXXXV (A. Q. 4. 4.), CCCCXXXVI (A. Q. 4. 19), CCCCXXXIX (A. S. 4. 18), CCCCXXXX VIII (A. U. 4. 9),CCCCXXXXI (A. S. 4. 18) (tutti firmati e corviniani); Parma, Bibl. Palatina: MS. 2162 (attribuito alla cerchia dell'A.); Prato, Cattedrale: Messale A del 1500; Roma, Bibl. Vaticana: Vat. Lat. 2196, Vat. Lat. 5493, Urb. Lat. I e 2 (Bibbia di Federico da Montefeltro), Urb. Lat. 112 (Breviario di Mattia Corvino); Roma, Bibl. Corsiniana: Cod. 55 K 1; Roma, Bibl. Nazionale: ms. V. E. 1005 (cerchia di A.); Torino, Bibl. Reale: ms. Var. 89; Venezia, Bibl. Marciana: cod. Lat. CLXIV n. 35 (firmato, corviniano); Venezia, coll triv. (già Hoepli): 3 miniature tagliate.

Berlino, Kupferstichkabinett: ms. 78 C 24; Bruxelles, Bibl. Reale: cod. 9068 (firmato, corviniano); Budapest, Bibl. del Museo: codd. Lat. 345 (riacquistato nel 1886 dalla Biblioteca Trotti), 346, 347 (tutti corviniani); Le Havre, Museo: Crocefissione (dal Messale di Lione); Leningrado, Bibl. Pubbl.: cod. 5. 7. 17. (corviniano); Lione, Cattedrale: Messale di Thomas James (firmato); Lisbona, Archivio di Stato: Bibbia de los Jeronymos, Magister sententiarum (documentato, del 1494); Londra, British Museum: cod. Roy. XII C VIII, cod. Add. 9770, cod. Add. 23773, cod. Add. 33996, cod. Land. 842 a e b; Londra, Victoria and Albert Museum: Officium Mortuorum; Olomouc (Moravia): cod. Lat. C. 330; Oxford, Bodleian Library: ms. Bodley 488. S. C. 2068, Ms. Douce 9. S. C. 21583, ms. Can. Lit. 265; New York, Pierpont Morgan Library: M. 799 (cerchia), M. 14; Philadelphia, Collezione Lewis: alcune miniature; Parigi, Bibl. Nationale: Lat. 1767 (corvimano, di bottega), Lat. 16839 (firmato, corvimano), Lat. 8834 (dubbio); Parigi, già coll. James de Rothschild: Vespasiano da Bisticci, Vita di Ser Palla Strozzi; Stoccarda,Theol. et Philos. Fol. 152 (corviniano), Toruń (Polonia): R. Fol. 21 (corviniano); Vienna, Bibl. Naz.: Lat. 25, 653 (firmato), 654, 656 (tutti corviniani), Philos. Graec. 144 (bottega); Wolfenbüttel, Bibl. già Ducale: codd. 2 E Aug. 4, 10 Aug. 4, 43 Aug. for. (corviniani).

Fonti e Bibl.: F. Albertini, Memoriale di molte statue e picture che sono nella inclita città di Florentia [1510], a cura di H. P. Home, Firenze 1909, p. 17; [M. Michiell, Notizia d'opere di disegno.... scritta da un anonimo... pubbl. e ill. da D.J. Morelli, Bassano 1800, p. 171; F. De Hollanda, Vier Gespräche über die Malerei, a cura di J. de Vasconcellos, in Quellenschriften für Künstgesch. und Künsttechnik,n. s., IX, Wien 1899, pp. 135 s.; G. Vasari, Le Vite..., a cura di G. Milanesi, II, Firenze 1878, pp. 523-526; III, ibidem 1878, pp. 225, 231-235, 240, 241 s.; G. Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura...,III, Roma 1759, pp. 223 s.; N. Chevalier, Notice d'un manuscrit... conservé à la Bibl. Royale de Bourgogne, à Bruxelles, in Mém. de l'Acad. Imp. et Royale des sciences et belles lettres de Bruxelles, IV(1783), p. 502; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Milano 1823, I, p. 88; T. Dandolo, D'una preziosità della Biblioteca Marciana e d'un'arte in cui furono principi gl'Italiani,  in Gondoliere (1837), fasc. 10-11; G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti..., II, Firenze 1840, p. 455; P. A. Budik, Entstehung und Verfall der berühmten von K. Mathias Corvinus gestiften Bibliothek zu Ofen ,Wien 1840; G. Milanesi, Nuove indagini con doc. inediti per servire alla storia della miniatura ital., Firenze 1850, pp. 174 s., 199 s., 206, 333; G. Campori, Notizie de' miniatori dei principi estensi,Modena 1872, p. 36; L. Delisle, Le Missel de Thomas James, évêque de Dol, in Bibliothèque de l'Ecole des Chartes, XLIII(1872), pp. 311-15; F. Romer, Les manuscripts et miniatures do la Bibliothèque Corvinienne, in L'Art (1877), 3, pp. 25-30; L. Fischer, König Mathias Corvinus und seine Bibliothek, Wien 1878; E. Müntz, Le Missel de M. Corvin à la Bibl. Royale de Bruxelles,in Gazette archéologíque,VIII (1883), pp. 116 ss.; A. Venturi, Ueber einige Bücher mit Miniaturen von A.,in Der Kumtfreund, I (1885), col. 310; J. Csontosi, Corvinische Handschriften von A., in Centralblatt für Bibliothekswesen, III(1886), pp. 213 s.; G. Milanesi, Doc. inediti dell'arte tosc. dal XII al XVI sec., in Il Buonarroti, XVII(1887-90), pp. 40-43 (gli stessi in G. Milanesi, Nuovi doc. per la storia dell'arte tosc. dal XII al XV sec., Firenze 1901, pp. 164-166); Id., Di A. degli A. miniatore, in Miscell. stor. della Valdelsa, I(1893), pp. 60 ss.; G. Mazzatinti, La Biblioteca dei Re d'Aragona in Napoli, Rocca S. Casciano 1897, p. 69; P. Amauldet, Etudes sur A. et son école, in Le Bibliographe moderne, II(1898), n. 12, pp. 385-398 (sulla Bibbia dos Jeronymos, con bibl.); P. Peragallo, La Bibbia dos Jeronymos e la Bibbia di Clemente Sernigi, Genova 1901; J. Van den Gheyn, Catalogue des manuscrits de la Bibliothèque Royale do Belgique, I, Bruxelles 1901, pp. 277-279; E. Bertaux, Le Missel de Jean Borgia, in Revue do l'Art ancien et moderne, XVII(1905), pp. 241 ss.; C. De Laurentiis, Il Messale Borgia, in. Feriae Latinae, numero commemorativo feste primaverili in Chieti, maggio-giugno 1905; N. Anziani, Intorno a due bellissime Bibbie Corviniane, Firenze 1906; E. Bertaux et G. Birot, Le Missel do Thomas James, évêque do Dol, in Revue de l'Art ancien et moderne. XX(1906), pp. 129-146; Illustrations from one hundred mss. in the Library of H. Y. Thompson, London 1908, II, tav. 49; S. Reinach. Une miniature de A., in Comptes-rendus des séances de l'Académie des Inscriptions er Belles Lettres (1908), p. 543; A. Hortis, Di alcuni codici che Niccolò Anziani dimostrò scritti e miniati per Mattia Corvino, in Archeografo Triestino, XXXII(1908), pp. 297-306; P. D'Ancona, Di alcuni codici midati di scuola fiorentina, in La Bibliofilia, X(1908-09), pp. 41-46; Id., Le rappresentazioni allegoriche delle Arti Liberali nel Medioevo e nel Rinascimento. in L'Arte, V(1902), p. 289; Id., Un'opera ignorata di A. alla Biblioteca Corsiniana di Roma, in Rivista d'Arte, VII(1910), pp. 113-123; A. de Havesy, Les miniaturistes de M. Corvin, in Revue de l'Art Chrétien, LXI (1911), pp. 16 s.; A. de Berzeviezy, Béatrice d'Aragon Reine de Hongrie, Paris 1911, I, p. 253; H. Tietze, Die illuminierte Handschriften der Rossiana in Wien-Lainz, Leipzig 1911, p. 169; Catalogue des livres composants la Bibliothèque du feu Baron James de Rotschild, IV, Paris 1912, tav. 528; S. de Ricci, Catal. d'une collection de miniatures appartenant à Léonce Rosenberg, Paris 1913, n. 97; P. D'Ancona, Nuove ricerche sulla "Bibbia dos Jeronymos" e dei suoi illustratori, in La Bibliofilia, XV(1913-14), pp. 205-212; Id., La Miniatura fiorentina, Firenze 1914, ad indicem; M.Morton Bernath, La miniature, in Histoire de l'art... sous la direction de A. Michel, V, 2, Paris 1913, pp. 653 s.; P. D'Ancona, La Miniature italienne, Paris 1925, ad indicem; E. Hoffman, Der künstlerische Schmuck der Corvin-Codices, in Belvedere, VIII(1925). pp. 138 ss.; G. Fraknói, G. Fógel, P. Gulyás. E. Hoffman, Bibliotheca Corvina, La bibliot. di Mattia Corvino..., Budapest 1927, ad indicem; P. D'Ancona, L'Arte e la cultura italiana in Ungheria sotto il regno di Mattia Corvino, in Emporium, LXVI(1927), pp. 2-13; R. Van Marle, The development of the Italian Schools of Painting, XIII,The Hague 1931, pp. 466-470, 473, 475; P. Toesca, Monumenti e studi per la storia della miniatura italiana: la collez. U. Hoepli, Milano 1930, pp. 104, 138, 140 s.; P. Wescher, Miniaturen... des Kupferstichkabinetts der Staatlichen Museen Berlin, Leipzig 1931, pp. 97-99, fig. 84; Die Handschriften und Inkunabeln der Nationalbibliothek in Wien, VI, H. J. Hermann, Italienische Renaissance, III, Mittelitalien: Toskana, Umbrien, Rom, Leipzig 1932, v. Indice, p. 204; Tesori delle Biblioteche d'Italia, Emilia Romagna, Roma 1932, pp. 69, 158 s., 240; Catalogue of the Chester Beatty Collection, London 1937, p. 51, tav. 39; M. Bertola, I due primi registri di prestito della Bibl. Apostolica Vaticana, Cod. Vat. lat. 3964, 3966, Città del Vaticano 1942, pp. 114-125; O. G. von Simson, Leonardo and A., in Gazette des Beaux Arts,s. 6, XXIV (1943), pp. 305-312; P. Pächt, Italian Illuminated Manuscripts from 1400 to 1550 (catal. mostra), Oxford 1948, nn. 71, 72, 101; Mostra della Biblioteca di Lorenzo il Magnifico, Firenze 1949, ad indicem; Miniature del Rinascimento (cat. mostra), Città del Vaticano 1950, nn. 7, 151, 152, 159, 160; Trésors des Bibliothèques d'Italie (cat. mostra), Paris 1950, nn. 179, 186; S. Vagaggini, La Miniatura fiorentina, Milano 1952, pp. 15 s., tavv. 62-64; M. Harrsen e G. K. Boyce, Italian Manuscripts in the Pierpont Morgan Library, New York 1953, pp. VIII, 41, 58; G. Muzioli, Mostra storica nazion. della miniatura (cat. mostra, Roma, Pal. Venezia). Firenze 1953, pp. 331-336; M. Salmi, La miniatura italiana, Milano 1955, p. 52. ill. XLVIII; T. De Marinis, La Biblioteca napoletana dei re d'Aragona, Milano 1957, II, p. 150, tavv. 223-225; D. Diringer, The illuminated Book, London 1958, p. 337; C. Santoro, I codici miniati della Biblioteca Trivulziana, Milano 1958, nn. 91, 92. 93, 94; M. Levi D'Ancona, Matteo Torelli, in Còmmentari, IV(1958), p. 250; M. Harrsen, Miniatures in the Lewis Collection in Philadelphia, in Scriptorium, XIV(1960), p. 78; M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI sec., Firenze 1962, pp. 88, 254-259, 296, 350-352; J. W. Bradley, A dictionary of miniaturisti, illuminators..., London 1887, I, pp. 74-80; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, pp. 214-216; D. E. Colnaghi, A Dietionary of Florentine Painters from the 13th to the 17th centurier, London 1928, pp. 23 s.; Encicl. Ital., V, p. 262; P. D'Ancona-E. Aeschlimann, Dict. des miniaturister, Milan 1949, pp. 15 s.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Victoria and albert museum

Federico da montefeltro

Ferdinando i di napoli

Vespasiano da bisticci

Lorenzo il magnifico