Attenzione

Dizionario di Medicina (2010)

attenzione


Processo che consente di indirizzare e concentrare l’attività psichica su un determinato oggetto, di ordine sia sensoriale, sia rappresentativo. La selezione dello stimolo su cui si rivolge l’a., tra i molti percepiti, dipende sia dalle sue caratteristiche, sia dalle motivazioni e dall’esperienza soggettive. Secondo il prevalere dell’uno o dell’altro di questi elementi e del loro combinarsi, ci sarà un maggiore o minore livello di a. nello stesso individuo e in individui diversi. Si può avere una diminuzione temporanea di a. (disattenzione) in condizioni di stress fisico, mentale o di conflittualità psicologica.; inoltre molte sindromi psichiatriche e neuropsichiatriche comportano disturbi dell’attenzione (➔). Essi possono riguardare sia l’entità del processo attentivo (eccesso, diminuzione, incapacità di mantenere l’a.), sia la sua continuità (disturbi temporanei o permanenti).

Caratteristiche dell’attenzione

Molti studi di psicologia sperimentale hanno identificato due tipi di a.: l’a. spontanea o involontaria, provocata da una stimolazione (l’oggetto si impone per caratteristiche sue proprie) e l’a. volontaria o controllata (concentrazione su un determinato oggetto e focalizzazione della coscienza secondo le direttive del soggetto). L’a. è selettiva per definizione, in quanto riguarda alcune caratteristiche dello stimolo più che lo stimolo in sé. D’altra parte, dopo che si è prestata a lungo a. a uno stimolo, si manifesta la tendenza a spostare l’a. verso uno stimolo nuovo (deterioramento della vigilanza), oppure, mantenendosi costante la selezione cosciente dello stimolo, esso può subire un cambiamento di elaborazione, per cui viene ‘letto’ in modo nuovo. È possibile inoltre che l’a. prestata a certe caratteristiche dello stimolo vari a seconda delle circostanze: per es., un soggetto può essere attento al colore del semaforo se è lui che sta guidando, ma non se è il passeggero.

Basi neurofisiologiche

Le strutture nervose che sono alla base dell’a. sono localizzate nella formazione reticolare, nel talamo e nel sistema limbico. Oltre a un’azione di veglia, il sistema reticolare esercita una fine regolazione dell’a. attraverso un’azione inibente esercitata sui sistemi sensoriali eccitati, così da consentire la selezione di stimoli particolari. In condizioni di a. l’attivazione della corteccia cerebrale è caratterizzata da un tracciato elettroencefalografico desincronizzato e dall’assenza di ritmi alfa, presenti invece nella veglia rilassata. La facilità o meno di uno stimolo sensoriale a superare il meccanismo inibente e a destare a. è connessa con l’età: man mano che l’età avanza il soggetto impara spontaneamente a usare l’a. in modo più discriminato e meno dispersivo, servendosi meglio del meccanismo dell’a. selettiva.