ATTRIZIONE

Enciclopedia Italiana (1930)

ATTRIZIONE (dal lat. attĕro "pesto, schiaccio")

Felice M. Cappello

È, nel linguaggio teologico, il dolore e la detestazione dei peccati per i motivi indicati dal concilio di Trento (Sess. XIV, cap. 4), cioè per il timore dei castighi eterni e delle altre pene e per la bruttezza del peccato. Si dice anche contrizione imperfetta, perché, a differenza della contrizione perfetta che nasce dalla carità, non deriva dal puro amore verso Dio, ma si fonda sopra motivi d'ordine inferiore, i quali però si riferiscono a Dio. Questa relazione a Dio è un elemento essenziale e costitutivo dell'attrizione nel senso teologico. L'attrizione nel sacramento della penitenza basta per ottenere il perdono dei peccati, purché abbia le doti necessarie, cioè sia vera o interna, soprannaturale, somma ed universale rispetto ai peccati mortali. Fuori del sacramento della penitenza, è sufficiente ad ottenere il perdono delle colpe veniali. Il concetto di attrizione contiene, esplicitamente o almeno implicitamente espresso, anche il proposito di non più commettere il peccato. Varie sono le questioni che si agitano nel campo teologico circa la contrizione perfetta e imperfetta (v. contrizione).

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