Augmented reality

Lessico del XXI Secolo (2012)

augmented reality


<ooġmèntid riä'liti> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Espressione inglese (abbreviata AR) – coniata nel 1992 dal ricercatore Thomas Preston Caudell della Boeing – cui corrisponde in italiano la locuzione realtà aumentata, o realtà mediata dall’elaboratore, con il quale s’intende la tecnologia, associata alla computer graphic, che grazie a dispositivi elettronici è capace d’incrementare la percezione sensoriale dell’uomo. L’aggettivo augmented sta a definire proprio l’aumento del livello di conoscenza offerto all’utente sulla realtà circostante. Le informazioni che aumentano la realtà percepita possono essere aggiunte su computer, laptop e smartphone, tramite una webcam e i relativi software, in grado di riconoscere tag – disegni stilizzati in bianco e nero stampati–, che immediatamente sovrappongono sui rispettivi schermi contenuti multimediali come video, audio, oggetti 3D e così via. Utilizzata inizialmente in ambito militare, per guida assistita e addestramento, poi nel campo medicale e di ricerca, la tecnologia AR è sempre più diffusa tra il grande pubblico, sia nella comunicazione sia nell’intrattenimento. Differisce dalla realtà virtuale (virtual reality) per il fatto che l’esperienza si svolge in una combinazione tra ambiente fisico e virtualità e non solo nell’immaterialità. La AR, infatti, consente di accedere e utilizzare informazioni integrative, direttamente nei loro contesti d’ uso, sovrapponendo livelli di informazione digitale allo spazio fisico e consentendo di interagire con essi. La AR ha potenzialità ancora inesplorate nell’ambito più generale della comunicazione, sia essa in forma di advertising sia di comunicazione aziendale e di prodotto, ma è possibile immaginare utilizzi nell’ambito della comunicazione sociale e funzionale. È già utilizzata, per es., come booster o richiamo per il marketing, grazie alla quale i clienti possono interagire con i portali delle aziende e compiere un'esperienza del tutto innovativa; è usata anche per installazioni below the line, comunicazioni cioè che usano media molto focalizzati sui target. È inoltre adoperata nei punti vendita che presentano schermi multimediali di interazione con i consumatori: con essa è possibile far interagire direttamente i consumatori con i prodotti, grazie ai markers apposti sul packaging, che danno accesso a contenuti aggiuntivi come istruzioni di montaggio, consigli di utilizzo, informazioni supplementari, giochi e concorsi a premi collegati all'acquisto.