BEBEL, August Friedrich

Enciclopedia Italiana (1930)

BEBEL, August Friedrich

Manfredi Gravina

Uomo politico, nato a Colonia il 22 febbraio del 1840, da poveri genitori; morto a Passugg (Zurigo) il 13 agosto 1913. Rimasto orfano giovanissimo, il B., fra i diciotto e i vent'anni ramingò in cerca di lavoro per varie città della Germania, dell'Austria e della Svizzera, ciò che gli diede opportunità di conoscere gli ambienti delle classi lavoratrici. Nel 1860 si stabilì a Lipsia, e colà ebbe modo di frequentare le scuole serali e di accrescere la propria cultura. Nel 1864 riuscì a metter su un'officina propria, e prese moglie: e da questa unione ebbe una figlia, Simon. Ebbe inizio allo stesso tempo, fra le masse operaie locali, la sua abile opera organizzatrice, quantunque non ancora ispirata a dottrina prettamente socialista. A questa il B. venne orientato dalla lettura, da lui fatta avidamente, delle opere del Marx, dell'Engels e del Lassalle, ma egli si mostrò contrario, in un primo tempo, alla partecipazione delle classi lavoratrici alle attività politiche, patrocinata specialmente dal Lassalle, e si pronunciò contro il suffragio universale, per il quale non considerava ancora mature le masse. Col Lassalle il B. si trovò in contrasto anche su altre questioni, perché, sostenitore dell'idea pangermanista, egli prese ad avversare sin d'allora ogni tendenza all'egemonia prussiana.

Nel 1866 il B. pronunciò una vibrata protesia contro la politica provocante e bellicosa di Bismarck, e s'iscrisse al partito popolare sassone (Sächsische Volkspartei), democratico-radicale, nel cui programma era la lotta intransigente contro la situazione creata dalla guerra. Lo stesso partito lo mandò l'anno dopo quale suo rappresentante al parlamento della Germania settentrionale, dove il giovane neo-deputato seppe subito attrarre a sé l'attenzione dell'assemblea. L'ascendente rapidamente acquistato fece eleggere il B. presidente del grande congresso delle associazioni operaie tedesche, tenuto a Norimberga nel 1868, dove prevalse, per opera di lui, l'orientamento definitivamente socialista, e fu accettata la conseguente adesione ai principî dell'Internazionale. Notevole influenza ebbe in quel tempo sul B. l'amicizia contratta con Wilhelm Liebknecht, che, espulso sin dal 1865 da Berlino, era andato a stabilirsi a Lipsia; e con lui fondò il periodico Demokratische Woche (La settimana democratica), cui seguì poi il quotidiano del partito Der Volksstaat (Lo stato popolare), dopo che, nel 1869, il B. ebbe ufficialmente fondato il partito socialdemocratico tedesco. In quello stesso anno il B. entrò per la prima volta in prigione, perché, nel corso delle polemiche, si lasciò trascinare ad atti giudicati contrarî al suo giuramento di deputato (incitamento alla sovversione dello stato). Rimesso in libertà dopo tre settimane, la sua azione divenne sempre più viva allo scoppiare del conflitto con la Francia, e raggiunse il culmine nella proposta di negare i crediti occorrenti alla continuazione della guerra (1870). L'anno dopo, elevava ancora vibrata protesta contro l'annessione dell'Alsazia e della Lorena. Tale atteggiamento gli valse un altro processo, sotto l'imputazione di alto tradimento, che si svolse a Lipsia nel 1872, e durante il quale egli riaffermò i proprî sentimenti repubblicani e la sua fede socialdemocratica. Fu condannato a due anni di fortezza, prolungati di nove mesi, e dichiarato decaduto dal mandato parlamentare. Durante la prigionia scrisse varî dei suoi studî, che ebbero immensa diffusione fra le masse operaie, giovando grandemente alla propaganda socialista, soprattutto nel momento in cui il carcere rinchiudeva un "martire" della causa. Il B. fu naturalmente rieletto al Reichstag nel 1874, e vi appartenne, salvo breve interruzione, sino alla morte. Una dura prova egli dovette affrontare quando, promulgata nel 1878 la legge eccezionale contro la socialdemocrazia, il partito fu seriamente minacciato da crisi, ed egli stesso, espulso da Lipsia (1881) e costretto ad abbandonare l'officina, dovette errare per la Germania.

Tenace e più che mai attivo nell'avversità, fu popolare e amatissimo per l'integrità di carattere, la severità dei costumi, lo spirito filantropico. Ebbe la soddisfazione di non veder rinnovata, oltre il 1890, la legge contro la socialdemocrazia, e di veder entrare nel Reichstag, alle ultime elezioni che precedettero la guerra, il proprio partito come uno dei più forti della nazione.

Lungamente il B. si tenne fedele all'ortodossia marxista, combattendo nel partito le tendenze divergenti, tanto verso il sindacalismo anarchico, quanto verso il revisionismo. Oratore brillante, polemista vivace, egli fu sempre sulla breccia, nel parlamento, e sono rimasti famosi alcuni duelli oratorî da lui sostenuti, in specie col cancelliere von Bülow. Sin dal tempo di Bismarck, il B. aveva assalito il militarismo, e soprattutto quello imperialista prussiano; ma, dopo il 1900, il suo atteggiamento, in fatto di armamenti militari, ebbe a modificarsi, cercando egli di venire a una sottile distinzione fra quelli di carattere aggressivo e gli altri necessarî alla difesa contro eventuali aggressioni.

Da Marx il B. dissentì sempre sulla necessità, da quegli sostenuta, del terrorismo, per trionfare delle classi e degli ordinamenti borghesi, ma negli ultimi anni abbandonò sempre più il terreno della primitiva intransigenza marxista, avvicinandosi al concetto della collaborazione con altri partiti, e fors'anche della partecipazione al governo. Nel 1913 il B. si recò ancora alla conferenza internazionale per la pace, convocata a Berna, ma, costretto a ricoverarsi nel sanatorio di Passugg, presso Zurigo, morì ivi il 13 agosto.

Importante fu, nella vita del B., l'accessibilità ad influenze esterne, che lo portò ad abbracciare in un primo tempo le dottrine di Marx e di Engels, a dipendere, poi, dal Liebknecht, e ad accostarsi, alla morte di lui, al socialismo scientifico del dogmatico Kautsky. Tutto ciò si rispecchia nei molti scritti che, oltre alla collaborazione assidua all'organo principale del partito, Vorwärts, egli ha lasciato, e nei quali non si trovano, in fondo, idee e dottrine originali.

Tra i più importanti vanno ricordati: Der deutsche Bauernkrieg (1876); Christentum und Sozialismus; Die Frau und der Sozialismus, ch'ebbe cinquanta ristampe e traduzioni in ogni lingua; Die Mohammed-arabische Kulturperiode; Die Sonntagsarbeit (1888); Charles Fourier (1888); Unsere Ziele, importante raccolta di scritti varî di propaganda che, pure, ebbe molte edizioni; e, infine, Aus meinem Leben, ricordi autobiografici in tre volumi, che arrivano al 1913, e che costituiscono un'importante storia del movimento socialdemocratico tedesco, in quanto immedesimato nella vita del suo organizzatore e capo.

Bibl.: H. von Gerlach, A. B., ein biogr. Essay, Monaco 1909; F. Klühs, Bebel: der Mann und sein Werk, Berlino 1923.

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