BARTHOLDI, Auguste

Enciclopedia Italiana (1930)

BARTHOLDI, Auguste

Jean ACH-DOSTAL

Scultore, nato a Colmar, nell'aprile del 1834, morto a Parigi nell'ottobre 1904. Studiò prima nella sua città disegno e architettura; più tardi, a Parigi, si dedicò alla pittura nello studio di Ary Scheffer; si dette quindi alla scultura e fu allievo dell'oscuro Soitoux. Di ritorno da un viaggio in Oriente con Gérôme, espose per la prima volta al Salon nel 1857 La Lyre chez les Berbères, souvenir du Nil.

Fece molte statue per la città di Colmar: il generale Rapp, l'ammiraglio Bruat, il monumento dei martiri Schonganer; ma i suoi studî d'architettura lo portarono ad opere di carattere monumentale. Dopo la guerra del 1870, alla quale prese parte con Garibaldi, eseguì una statua di Lafayette per New York (1873), una fontana per Washington (1875) e il monumento degli aeronauti a Neuilly, suo ultimo lavoro. Ma la gigantesca statua della Libertà all'ingresso del porto di New York (1877-86), e il Leone di Belfort, colossale scultura in grés rosso (11 m. × 22 m.) scolpito nella roccia, ai piedi della fortezza (1880), sono le opere che hanno reso il suo nome popolare. Per lungo tempo, durante la sua vita, il B. è stato considerato il massimo specialista della scultura monumentale, il solo maestro capace di lavorare in grandi dimensioni e in stile eroico, ingiustificato apprezzamento di un modesto artista che deve il successo soprattutto a ragioni patriottiche, estranee alla scultura.

Bibl.: Ch. Blanc, Les artistes de mon temps, Parigi 1876; Ch. Lefèvre, L'øuvre de B., Parigi 1881; A. de Champeaux, Dictionnaire des fondeurs, Parigi 1886; S. Lami, in Thieme-Becker, Künstler-lexikon, II, Lipsia 1908; id., Dictionnaire des sculpteurs de l'école française au XIXe siècle, I, Parigi 1914; H. Drouot, B. sculpteur alsacien, in Revue Bourguignonne, 1922.

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