BOZZI GRANVILLE, Augusto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)

BOZZI GRANVILLE, Augusto

Silvio Furlani

Nacque a Milano il 7 ott. 1783 da Carlo, direttore generale delle poste a Milano, e da una Rapazzini, figlia di Rosa Granville, discendente da una famiglia della Cornovaglia stabilitasi in Italia. Il B. frequentò dal 1799 l'università di Pavia, allievo di illustri maestri quali A. Volta, A. Scarpa, V. L. Brera, P. Moscati e altri, e vi conseguì tre anni dopo il diploma in medicina. Di sentimenti repubblicani, si sottrasse alla coscrizione nell'esercito napoleonico, rifugiandosi dapprima a Genova e quindi a Venezia, dove giunse al seguito di una compagnia teatrale. Recatosi a Corfù nel 1803, vi conobbe William. Richard Hamilton - segretario di lord Elgin, ambasciatore inglese a Costantinopoli -, con il quale visitò la Grecia. Dopo essere stato in qualità di medico al servizio della marina turca, si recò in Spagna e in Portogallo. A Lisbona, verso la fine del 1806, fu nominato assistente chirurgo su una nave della flotta inglese del Tago e dopo aver sostenuto gli esami a Haslar e presso il Collegio dei chirurghi, prestò servizio su diverse navi in missione nelle Indie Occidentali e lungo le coste spagnole. Richiamato in Inghilterra, si stabilì ai primi del 1813 a Londra e accettò di fare da precettore ai figli del suo amico Hamilton, che nel 1809 aveva assunto la carica di sottosegretario di stato agli Esteri per l'Europa meridionale. È probabile che su invito dell'Hamilton, il B. avesse iniziato un'intensa azione propagandistica antinapoleonica e a favore dell'indipendenza dell'Italia, traducendo in italiano i bollettini di guerra del duca di Wellington e redigendo a Londra il giornale politico e letterario, L'Italico. Copie dei bollettini e del giornale furono largamente distribuite in tutta la penisola.

Sull'Italico il B. sostenne nel dicembre 1813 l'opportunità di "una sola e indivisibile patria", di "un sol regno, governato da un solo e costituzional principe e da un'assemblea di deputati nominati dal popolo per rappresentarlo presso del trono", ma, alcuni mesi dopo, questo programma fu da lui modificato con la pubblicazione dell'Appello ad Alessandro imperatore e autocrate di tutte le Russie sul destino dell'Italia, edito in francese, inglese e italiano a Londra nel maggio 1814. Rivolgendosi allo zar, considerato in quei mesi l'arbitro delle sorti dell'Europa, il B. gli raccomandava la costituzione di un forte regno dell'Italia settentrionale, comprendente la Lombardia, il Piemonte, Genova e il Veneto, sotto la sovranità del re di Sardegna, progetto che veniva ormai a contrastare le intenzioni del gabinetto britannico, e in particolare del Castlereagh, che sosteneva la necessità del dominio asburgico in Italia.Non ignorando che i responsabili della politica inglese nella penisola, il Bentinck, il Wilson e il Mac Farlane, erano tutt'altro che favorevoli alla restaurazione della sovranità dell'Austria, il B. si recò in Italia, per avvicinare alcuni rappresentanti dell'élite intellettuale italiana, quali il Botta, il Foscolo, il Grassi, l'Angeloni e altri, e sondarne le opinioni politiche: egli giudicava queste testimonianze utili alla formazione di un forte movimento di opinione pubblica in Inghilterra, per costringere quel governo a modificare la sua linea politica filoaustriaca. Le autorità austriache, convinte di avere a che fare con il promotore di una vera e propria insurrezione generale, lo fecero arrestare il 27 luglio 1814 a Bologna. Liberato subito, per l'intervento del generale inglese Montresor, il B. ritornò a Londra e pubblicò sul Morning Chronicle alcuni articoli sullo stato d'animo indipendentista prevalente nella penisola, continuando la sua battaglia sul settimanale Il Patriota italiano, da lui fondato ed edito integralmente a sue spese nel 1815; e ancora dopo Waterloo diresse una nota anonima al Congresso di Vienna sostenendo le tesi a lui care. Poi, deluso nelle sue speranze, dopo essersi recato nel 1816-17 a Parigi a studiare sotto J. L. Gay-Lussac, G. L. Cuvier, e F. Magendie, si dedicò tutto alla professione medica, conseguendo fama e onori, tra cui la presidenza della Westminster Medical Society e la vicepresidenza della British Medical Association.

Distintosi in precedenza come chirurgo, si rese noto per l'introduzione dell'uso dell'acido prussico nella cura di alcune affezioni, e per la divulgazione dello stetoscopio che riportò con sé da una visita a R.T.H. Laënnec. Fu autore di una importante e accurata analisi dello stato della Royal Society, The Royal Society in the XIXth Century..., London 1836. Ma forse le sue opere principali nel campo scientifico furono quelle di idrologia medica, nelle quali dette gli elenchi aggiornati delle varie stazioni minerali europee e poté valorizzare fonti di grande importanza, come Bad Kissingen, Vichy e Bournemouth (The spas of England,and principal sea-bathing places. Northern [Midland,Southern] spas, London 1841; The mineral springs of Vichy. A sketch of their chemical and physical characters,and of their efficacy in the treatment of diseases..., London 1859). La sua pubblicazione più importante in materia fu senza dubbio The spas of Germany, edita a Londra per la prima volta nel 1837 e poi in successive altre edizioni negli anni seguenti, che fu più volte citata dallo stesso B., e ricordata e imitata da numerosi altri autori.

Oltre che ad argomenti meramente scientifici, estese la sua attività di scrittore anche alla descrizione di viaggi, come per esempio i due volumi su un viaggio da Londra a Pietroburgo (St. Petersburgh. A journal of travels to and from that capital, London 1828).

Sembrava aver dimenticato completamente la sua origine italiana assumendo anche, secondo il desiderio espressogli dalla madre sul letto di morte, il cognome di Granville. Ma gli avvenimenti del 1848 in Italia rinverdirono quei sentimenti di italianità che in lui sembravano definitivamente sopiti, ispirandogli di getto due lettere a lord Palmerston (On the formation and constitution of a Kingdom of Upper Italy in a letter to the Right Hon. Viscount Palmerston, London 1848; The Italian Question. A second letter to Lord Palmerston with a refutation of certain misrepresentations by Lord Brougham,Mr. D'Israeli,and the Quarterly Review respecting the rights of Austria and the Lombardo-Venetians, London 1848).

Nella prima lettera, redatta prima dell'armistizio Salasco, il B. propugnò la realizzazione di un regno dell'Alta Italia; nella seconda, che fu data alle stampe alla fine di ottobre del 1848, quando la mediazione anglofrancese stava dibattendosi tra notevoli difficoltà, il B., pur non rinunciando del tutto al progetto precedente, si dichiarò favorevole a una confederazione tra le sei unità statali della penisola da lui individuate nel Piemonte e nella Lombardia, nel Veneto, nel granducato di Toscana, negli Stati pontifici, nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia.

Deluso per la seconda volta, il B. non si interessò più delle vicende politiche della terra natia, neppure tra il 1859 e il 1861. Continuò tuttavia a svolgere una normale attività pubblicistica di carattere scientifico, che andava di pari passo con la stesura dell'autobiografia (Autobiography, 2 voll., London 1874), Pubblicata dalla figlia minore due anni dopo la sua morte, sopravvenuta a Dover il 3 marzo del 1872.

Fonti eBibl.: Ediz. naz. delle opere di U. Foscolo, XVIII, Epistolario, V, a cura di P. Carli, Firenze 1956, passim; XIII, Prose politiche e apologetiche, II, a cura di G. Gambarin, Firenze 1964, passim;R. Wilson, Private diary of travels,personal service and public events during mission and employment with the European armies in the Campaigns of 1812,1813,1814, London 1861, II, p. 381;G. T. Bettany, in Dictionary of National Biography, XXII, London 1890, ad vocem Granville A. B.; A. D'Ancona, Unità e Federazione, in Ricordi ed affetti, Milano 1902, p. 322;C. Segré, Alcuni cenni su le memorie del dott. B., in Scritti vari di erudizione e di critica in onore di R. Renier, Torino 1912, pp. 703-14;R. Soriga, A. B. G. e larivista "L'Italico" (1813-1814), in Boll. della Soc. pavese di storia patria, XXII (1914), pp. 265-301;Id., Bagliori unitari in Lombardia avanti la Restaurazione austriaca (1814),ibid., XXIII (1915), pp. 1-18;A. Monti, L'idea federalista nel Risorgimento italiano, Bari 1922, pp. 90 s.; D. Spadoni, Il Foscolo cospiratore nel 1813-14, in Studi su Ugo Foscolo editi a cura della R. università di Pavia nel primo centenario della morte del poeta, Torino 1927, pp. 555-600;R. Soriga, Ugo Foscolo e il suo amico anglo-italo A. B. G., in La Lombardia nel Risorg. italiano, XIII (1928), pp. 121-140;D. Spadoni, Federazione e re d'Italia mancati nel 1814-15, in Nuova rivista storica, XV (1931), pp. 401 s.; Id., Milano e la congiura militare nel 1814 per l'indipendenza italiana, I-II, Modena 1936-37, passim;E. R.Vincent, An attack on Foscolo, in The Modern Language Review, XXXII (1937), pp. 441-45;S. Furlani, A. B. G. e l'Austria, in Rass. stor. del Risorgimento, XXXIV (1947), pp. 65-73;A. Capograssi, Gl'Inglesi in Italia durante le campagne napoleoniche (Lord Bentinck), Bari 1949, pp. 189 s., 226; C. Cordié, Ugo Foscolo sulla via dell'esilio, in Convivium Racc. nuova, L (1950), pp. 28-38;C. F. Mullett, A. B. G.: a medical knight-errant, in Journ. of the History of med. and all. sciences, V (1950), n. 3, pp. 251-268; V. Bianchi, I meriti scientifici del diplomatico italiano A. B. G.,amico di Ugo Foscolo,valorizzatore delle fonti di Bournemouth,di Vichy e di Bad Kissingen, estr. da Atti V Conv. di studi A.I.S.F., Varese 3-4 ott. 1959, Pisa 1961, pp. 64-74;G. Gambarin, Antifoscoliani maligni, in Ateneo veneto, CXLV (1961), p. 72; Diz. d. Risorgimento naz., II, p. 396.

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