TREZZI, Aurelio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96 (2019)

TREZZI, Aurelio

Valentina Nava

Nacque nel 1564. Ammesso al Collegio ingegneri e architetti di Milano nel biennio 1588-89 (Gatti Perer, 1965), risulta residente in città nella casa del padre Giovanni Giacomo, in parrocchia S. Giovanni al Pozzo Bianco, fino alla morte avvenuta il 25 gennaio 1626 (Della Torre, 1993, p. 3732). Nel testamento, redatto pochi giorni prima (p. 3731), nominò erede universale Giovanni Battista Binago, suo allievo, e donò buona parte dei suoi beni a diversi enti ecclesiastici milanesi, con alcuni dei quali sembra avere avuto un rapporto più stretto, come gli oblati del Santo Sepolcro e soprattutto la Congregazione della Dottrina Cristiana.

Per gli oblati, Trezzi svolse uno tra i suoi primi incarichi professionali, la definizione del progetto per la costruzione della casa del Santo Sepolcro, approvato il 28 gennaio 1595 (Merlini, 1986, pp. 415 s.). Il rapporto con gli oblati e con questa fabbrica perdurò negli anni seguenti e interessò anche la chiesa del Santo Sepolcro (pp. 410-415), la nuova costruzione della Biblioteca Ambrosiana (ibid.), consulenze e alcune stime e misure, eseguite tra il 1607 e il 1610, relative ai lavori in corso nel santuario della Beata Vergine di Rho, di cui fu nominato architetto nel 1602 (Gatti Perer, 1964, p. 156).

In modo analogo, a partire dal 1585 (data di una stima per lavori nella chiesa di S. Dalmazio) si protrasse per tutto l’arco dell’esistenza dell’architetto il legame, umano e professionale, con la Congregazione della Dottrina Cristiana, nella quale fu ammesso tra gli assistenti il 14 dicembre 1598 (Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, 551) e di cui fu cancelliere generale nel 1599 (Repishti, 2008, p. 67).

Per la Dottrina Cristiana Trezzi realizzò, a spese sue e di quattro altri «operari», l’oratorio dell’Immacolata Concezione in Campo Santo (Almini, 1992-93, regesto documentario), e inoltre i due oratori di San Giuseppe e Santa Prassede (1611-1616; ibid.).

Negli stessi anni fu eletto architetto della Fabbrica del duomo, una prima volta il 31 gennaio 1598 (Annali, 1881), sebbene nelle ordinazioni capitolari successive a quella data compaia sempre, e peraltro raramente, in collaborazione con altri professionisti e mai come ipsius fabricae, titolo che ottenne a partire dalla seconda elezione del 1604 (ibid., 1883, p. 21). Conservò l’incarico per i due anni successivi, fino a quando fu costretto a rinunciare per problemi di salute (p. 34).

Sebbene Trezzi sia citato in un numero considerevole di documenti relativi a moltissimi edifici milanesi (per stime, misurazioni, consulenze e pareri tecnici), pochi sono i riscontri relativi a suoi contributi progettuali, così come scarse sono le testimonianze grafiche autografe o a lui attribuite, come nel caso dei disegni per la costruzione della nuova casa professa dei gesuiti di S. Fedele (Balestreri, 1995, p. 58), cantiere in cui Trezzi fu coinvolto dopo la morte di Martino Bassi (1591).

Qui stipulò nel 1595 un contratto con il maestro Bernardo Paranchino per la realizzazione della decorazione a stucco della chiesa (Della Torre - Schofield, 1994, p. 387); due anni dopo fu interpellato come consulente per l’acquisto di alcune case da parte dei padri di S. Fedele, e infine nel 1598 eseguì una stima della piazza antistante alla chiesa (Coscarella, 1992, p. 274, nota 22), con lo scopo di consentire ai gesuiti di mantenere libero lo spazio davanti alla nuova casa.

Nel 1598 Trezzi partecipò all’erezione dell’arco di porta Romana, in onore dell’ingresso a Milano di Margherita d’Austria, promessa sposa di Filippo III di Spagna (Della Torre, 2008, pp. 90 s.). Tra il 1598 e il 1612 si occupò dei lavori di ristrutturazione e della costruzione della facciata della chiesa di S. Babila (demolita a inizio ’900), del cui progetto restano solo alcuni disegni del coronamento, non firmati, ma allegati ai documenti relativi alle spese della fabbrica (Farina, 2008).

In virtù della sua posizione e degli sviluppi della sua carriera professionale, entrò in contatto con personalità rilevanti quali, ad esempio, il cardinale Federico Borromeo (Repishti, 2008, p. 67), per volontà del quale fu coinvolto in diverse fabbriche, dallo stesso prelato patrocinate. Diede infatti un parere sulla realizzazione della Biblioteca Ambrosiana (Buratti Mazzotta, 1982, p. 257) e risulta presente, tra il 1608 e il 1610 circa, nei cantieri del seminario maggiore di porta Orientale (Baroni, 1968, pp. 457 s.) e del Collegio elvetico (Della Torre, 1992, pp. 176, 185), svolgendo attività quali stime, misurazioni, relazioni tecniche e gestione delle maestranze.

Molti altri sono gli interventi di Trezzi registrati nelle carte degli archivi milanesi: dopo il 1607 fornì il progetto per la costruzione della cappella del battistero della chiesa di Premenugo di Settala (Archivio di Stato di Milano, Fondo legati, Y 3983); tra il 1600 e 1610 lavorò, in tre occasioni, nella chiesa di S. Maria Segreta (Tolomelli, 2000), stimandone i costi dei lavori in muratura; tra il 1608 e il 1615 e ancora nel 1625 (Radice - Mapelli, 1975) è documentata la sua presenza nel cantiere dell’ospedale e della chiesa dei padri dell’ordine del beato Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), ai quali lasciò alla morte parte dei suoi beni; nel 1611 fu incaricato della ricostruzione del piedistallo e dell’innalzamento della colonna del Verziere, insieme a Tolomeo Rinaldi (Repishti, 2007); nel 1613, nel 1614 e nel 1615 sottoscrisse, rispettivamente, la stima per una parte di giardino annesso alla casa parrocchiale di S. Vito al Carrobbio, di una casa in porta Tosa e delle riparazioni necessarie alla casa parrocchiale di S. Pietro all’Orto (Almini, 1993, regesto documentario); nel 1617 misurò e stimò i lavori eseguiti dal capomastro Cesare Arano per la tribuna e la cupola della chiesa di S. Sebastiano (Baroni, 1968, p. 173); in data 2 maggio 1619 è citato in un documento (Della Torre, 1993, p. 3732) in cui mastro Andrea da Monte era invitato a completare i lavori iniziati nella chiesa e nel convento di S. Maria dei Servi secondo quanto indicato dall’ingegnere.

All’inizio degli anni ’20 del Seicento Trezzi ottenne l’ultimo importante incarico, uno dei pochi di cui restano disegni a lui attribuiti (Balestreri, 1995): il progetto per le canoniche di S. Lorenzo. Per questo lavoro percepì regolarmente pagamenti dal 1623 al 1625 (Baroni, 1940), ma non ne vide il completamento a causa della morte, avvenuta il 25 gennaio 1626. L’opera fu portata a compimento da Francesco Maria Richini. A testimonianza del ruolo attivo di Trezzi all’interno del Collegio ingegneri, architetti e agrimensori di Milano resta un suo unico contributo teorico noto, gli Ordines et statuta Collegii Ingegnerorum Mediolani compilati nel 1606 e sottoscritti insieme ad Antonio Maria Corbetta, Giovanni Angelo Crivelli e Giuseppe Barca (Mezzanotte, [1960]).

Fonti e bibliografia

Archivio di Stato di Milano, Fondo legati, Y 3983. C. Torre, Il ritratto di Milano (1714), Milano 1972, pp. 3, 245 s., 321 s.; S. Latuada, Descrizione di Milano..., Milano 1737, II, pp. 33, 58, V, p. 266; F. Bartoli, Notizia delle sculture ed architetture che ornano le chiese e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d’Italia e di non poche terre, castelli e ville d’alcuni rispettivi distretti, I, Venezia 1776, p. 147; C. Bianconi, Nuova guida di Milano..., Milano 1787, pp. 115, 367-369; Annali della fabbrica del Duomo di Milano…, IV, Milano 1881, p. 325; ibid., V, Milano 1883, pp. 10, 20 s., 23 s., 27 s., 34; G. Vittani, Il Collegio Elvetico di Milano, in Humilitas. Miscellanea storica dei seminari milanesi, XXI (1931), pp. 840-887; C. Baroni, Documenti per la storia dell’architettura a Milano nel Rinascimento e nel Barocco, I, Firenze 1940, pp. 185 s.; P. Mezzanotte, Cronache e vicende del Collegio degli Ingegneri di Milano, Milano [1960], pp. 24 s.; M.L. Gatti Perer, Fonti per l’architettura milanese dal XVI al XVIII secolo. Francesco Bernardino Ferrari e la sua raccolta di documenti e disegni, in Arte lombarda, IX (1964), 1, pp. 173-222; ibid., 2, pp. 128-158 (in partic. p. 156); Ead., Fonti per la storia dell’architettura milanese dal XVI al XVIII secolo. Il Collegio degli Agrimensori, Ingegneri e Architetti, ibid., X (1965), pp. 115-130; L. Grassi, Province del Barocco e del Rococò…, Milano 1966, p. 433; C. Baroni, Documenti per la storia dell’architettura a Milano nel Rinascimento e nel Barocco, II, Roma 1968, pp. 173, 457 s.; T., A., in Dizionario enciclopedico di Architettura e Urbanistica, a cura di P. Portoghesi, VI, Roma 1969, p. 256; G. Radice - C. Mapelli, I Fatebenefratelli. Storia della provincia lombardo-veneta di S. Ambrogio dell’ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio: 1588-1787, I, Milano 1975, p. 50, n. 140, p. 54, n. 152, p. 173, n. 534; A. Buratti Mazzotta, L’azione pastorale dei Borromeo a Milano e la nuova sistemazione urbanistica della città, in La città rituale. La città e lo Stato di Milano nell’età dei Borromeo, Milano 1982, pp. 9-53; F. Merlini, Piazza San Sepolcro. Chiesa del Santo Sepolcro, in Milano ritrovata. L’asse Via Torino (catal.), a cura di M.L. Gatti Perer, Milano 1986, pp. 410-415; F. Merlini, Piazza Pio XI. Biblioteca Ambrosiana, sec. XVII-sec. XX, ibid., pp. 404-408; Id., Piazza San Sepolcro. Nuova Casa degli Oblati, ibid., pp. 415 s.; A. Rovetta, Due chiese a pianta centrale nella Milano borromaica: San Sebastiano e Sant’Alessandro, ibid., Roma 1989, pp. 217-221; S. Della Torre - R. Schofield, Il cantiere di San Fedele: introduzione ai nuovi documenti, in L’architettura della Compagnia di Gesù in Italia, XVI-XVIII secolo, a cura di S. Della Torre - L. Patetta, Milano 1990, pp. 265-270; A.C. Buratti Mazzotta, Da Libreria Borromea a Biblioteca Ambrosiana: genesi ed evoluzione di un’idea nei suoi disegni di progetto, in Storia dell’Ambrosiana. Il Seicento, Milano, 1992, pp. 253-295; C. Coscarella, La Casa Professa di San Fedele a Milano, in L'architettura della Compagnia di Gesù in Italia. Atti del Convegno..., Milano... 1990, a cura di S. Della Torre - L. Patetta, Genova 1992, pp. 271-277; S. Della Torre, L’archivio edificato dell’architettura milanese, in L’Archivio di Stato di Milano, a cura di G. Cagliari Poli, Firenze 1992, pp. 173-243; A. Spiriti, “Un bellissimo pezzo di fabbrica”. Il Fatebenefratelli tra Barocco e Neoclassicismo, Milano 1992; C. Almini, L’architetto A. T. e le sue opere in Milano, tesi di laurea, Politecnico di Milano, a.a. 1992-93; S. Della Torre, T. A., in Dizionario della Chiesa Ambrosiana, VI, Milano 1993, pp. 3730-3732; S. Della Torre - R. Schofield, Pellegrino Tibaldi architetto e il San Fedele di Milano: invenzione e costruzione di una chiesa esemplare, Milano 1994, pp. 188, 214, 240, 249, 268, 324, 387; I. Balestreri, La Raccolta Bianconi. Disegni per Milano dal Manierismo al Barocco, Milano 1995, pp. 37-45, 55-61; G. Colmuto Zanella, Collegi e seminari in area lombarda: aspetti e problemi del tema, in L’architettura del collegio tra XVI e XVIII secolo in area lombarda, a cura di G. Colmuto Zanella, Milano 1996, pp. 13-22; S. Della Torre, I palazzi del Collegio Elvetico e del Seminario Maggiore di Milano. Stato degli studi, ibid., pp. 77-88; D. Tolomelli, La chiesa di Santa Maria Segreta a Milano, in Arte lombarda, n. s., CXXVIII (2000), pp. 39-46; S. Della Torre, Milano: le due città, in Storia dell’architettura italiana. Il secondo Cinquecento, a cura di C. Conforti - R.J. Tuttle, IV, Milano 2001, pp. 372-389; A. Scotti Tosini, Lo stato di Milano, in Storia dell’architettura italiana. Il secondo Seicento, a cura di A. Scotti Tosini, II, Milano 2003, pp. 424-469; I. Balestreri, Le fabbriche del Cardinale. Federico Borromeo, 1591-1631: l’Arcivescovado e l’Ambrosiana, Benevento 2005; L.C. Schiavi, “Il Santo Sepolcro di Milano” da Ariberto a Federico Borromeo: generi ed evoluzione di una chiesa ideale, Pisa 2005, pp. 92, 94-97, fig. 10; F. Repishti, T., A., in Ingegneri ducali e camerali nel Ducato e nello Stato di Milano (1450-1706). Dizionario biobibliografico, a cura di P. Bossi - S. Langé - F. Repishti, Firenze 2007, p. 144; S. Della Torre, Gli apparati trionfali del 1598, in Studia Borromaica, XXII (2008), pp. 81-99; C. Farina, A. T. e il cantiere di San Babila, ibid., pp. 245-270; F. Repishti, Federico Borromeo e gli architetti milanesi la “scarseggia che hoggidì si trova di simili [valenti] suggetti”, ibid., pp. 63-79; L.C. Schiavi, L’ideazione della casa madre degli Oblati di S. Ambrogio: Federico Borromeo, A. T., Fabio Mangone, ibid., pp. 123-166; D. Tolomelli, Il Santuario di Rho, ibid., pp. 271-282; V. Nava, T., A., in Corpus dei disegni di architettura – Duomo di Milano, a cura di F. Repishti, Milano 2016 (in rete).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Congregazione della dottrina cristiana

Francesco maria richini

Immacolata concezione

Biblioteca ambrosiana

Filippo iii di spagna