Autogestione

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

autogestione


Gestione di un’impresa da parte di coloro che in essa lavorano mediante organi rappresentativi da essa eletti. Secondo questo modello, le decisioni sul futuro dell’azienda ‒ investimenti, spese, innovazione tecnologica ‒ vengono prese non dai manager scelti dal proprietario (sia esso un privato o lo Stato), ma da tutti coloro che in essa lavorano.

In senso più ampio, per a. si intende la gestione di un settore di attività, all’interno di un ente o di una scuola, da parte di coloro che vi operano, attraverso propri organi di rappresentanza, con facoltà di decisione autonoma, almeno per certi aspetti, dall’autorità superiore o dal gruppo dirigenziale. Nel concetto di a. si esprime il principio rousseauniano democratico dell’autogoverno, secondo il quale le decisioni che riguardano un determinato gruppo spettano a tutti i componenti del gruppo stesso.

Origine del modello

Il modello dell’a., per il quale i rischi e i profitti sono divisi fra i lavoratori, fu sperimentato in Algeria e in Israele, ma trovò sistematica applicazione solo in Iugoslavia a partire dagli anni 1950 e per il ventennio successivo. Esistono, in ogni caso, esempi di imprese autogestite in tutto il mondo, anche nell’Occidente capitalistico. Teorizzato dallo iugoslavo M. Djilas, si presentava come una sorta di ‘terza via’ tra il socialismo di tipo sovietico, caratterizzato dal ruolo dominante dello Stato, e il capitalismo occidentale, incentrato sulla proprietà privata. In proposito esiste una vasta letteratura in lingua inglese sulle labour-managed firms. Secondo i teorici dell’a., l’economia socialista non doveva essere integralmente pianificata e diretta dallo Stato, ma doveva lasciare alle singole imprese la possibilità di autogestirsi. In tal modo il sistema economico avrebbe migliorato la propria produttività perché i lavoratori, chiamati a decidere sul futuro della loro impresa e a dividerne profitti e perdite, avrebbero trovato gli stimoli per produrre di più e meglio; allo stesso tempo, tale risultato non avrebbe cancellato la natura socialista del sistema, dal momento che le imprese rimanevano di proprietà della società e non dei singoli individui.