Avoltero

Enciclopedia Dantesca (1970)

avoltero

Freya Anceschi

. Per ‛ adultèro ', " adulterio ", è forma recuperata dal Petrocchi al testo dantesco in Pd IX 142 Ma Vaticano e l'altre parti elette / di Roma che son state cimitero / a la milizia che Pietro seguette, tosto libere fien de l'avoltero, cioè della profanazione del clero, avido solo di beni temporali, e che perciò tradisce il suo legame spirituale con la Chiesa adulterando per oro e per argento (If XIX 4) gli uffici ecclesiastici. A causa della forma precedentemente adottata dagli editori, adultero, si pose il problema che potesse valere per " adùltero " (Landino, Biagioli; il problema sussiste anche con la forma av-, cioè ‛ avoltèro ' per ‛ avòltero '), con allusione diretta alla prossima morte di Bonifacio vili, che ha usurpato il posto di Celestino V, sposo legittimo della Chiesa (Ottimo, Benvenuto da Imola, Giovanni da Serravalle, Landino, Tommaseo, Chimenz). Sono state proposte anche altre interpretazioni della profezia: D. alluderebbe al trasferimento della sede papale ad Avignone (Buti, Lombardi, Witte), oppure alla venuta in Italia dell'imperatore Enrico VII (Vellutello, Venturi); o forse, più genericamente, il liberatore che egli profetizza prossimo è il Veltro (Fraticelli, Andreoli, Campi, Del Lungo). V. AVOLTERARE.