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azidotimidina

di Guido Poli - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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azidotimidina

Guido Poli

Primo farmaco antiretrovirale comunemente noto come AZT o zidovudina, approvato per il trattamento della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS, Acquired immunodeficiency sindrome) causata dal virus HIV (Human immunodeficiency virus). È un analogo della base timidina e funge da terminatore di catena del DNA virale nascente a opera dell’enzima virale noto come retrotrascrittasi, ossia una DNA polimerasi RNA-dipendente (la cui scoperta ha valso il premio Nobel per la medicina e la fisiologia a Howard Temin e David Baltimore nel 1972). Oggi, l’AZT viene utilizzata in varie combinazioni assieme ad altre classi di farmaci antiretrovirali (cosiddetti protocolli HAART, Highly active antiretroviral therapy), ma la sua efficacia come monoterapia è stata dimostrata nella prevenzione della trasmissione da madre a bambino durante l’ultimo trimestre di gravidanza o durante l’allattamento. L’AZT fu sintetizzata per la prima volta nel 1964 quale farmaco antitumorale, ma soltanto nel 1985 ne fu dimostrata l’alta efficacia nel prevenire l’infezione da HIV, prima in vitro e poi in studi clinici sui pazienti infettati nei quali dimostrò la capacità di ostacolare (transitoriamente) il rpincipale sintomo dell’infezione da HIV: la perdita progressiva di linfociti T CD4+ a funzione helper alla base dell’immunodeficienza mortale e, quindi, di prolungare la vita dei pazienti infettati. L’approvazione all’uso di questo farmaco per il trattamento dell’infezione da HIV avvenne nel 1987 e come terapia preventiva (per es., nei casi di esposizione accidentale, vera o presunta, a materiale infetto o a seguito di puntura con aghi e siringhe contaminate dal virus) nel 1990. Oltre al problema di effetti collaterali (tipici di tutti i farmaci antiretrovirali) il problema principale nell’uso di AZT (come degli altri farmaci antiretrovirali) è la rapida insorgenza di varianti virali resistenti al farmaco. La polimerasi virale, infatti, a differenza di quelle eucariotiche, non ha la funzione nota come ‘correzione di bozze’ (proof reading) ovvero la capacità di riconoscere e correggere errori di copiatura del codice genetico, generando così errori spontanei (mediamente uno ogni 10.000÷100.000 basi) che si traducono, a volte, in mutazioni di geni virali e delle proteine relative. Su questa base, s’innestano poi le mutazioni indotte dalla pressione selettiva esercitata dalla presenza del farmaco. In linea di principio, se il farmaco (o combinazione di farmaci) bloccasse completamente la replicazione virale non si potrebbe avere accumulo di varianti virali resistenti. La monoterapia con AZT (o con qualsiasi altro farmaco anti-HIV), tuttavia, non è in grado di controllare pienamente la replicazione virale favorendo così l’emergenza di varianti resistenti (motivo per cui da diversi anni la monoterapia con questi farmaci è stata bandita dai protocolli terapeutici). L’AZT viene assunta oralmente, ha una buona capacità di distribuzione e assorbimento da parte di cellule, organi (incluso il sistema nervoso centrale) e tessuti (biodisponibilità) e rappresenta in realtà un pro-farmaco in quanto la forma attiva prevede la trifosforilazione intracellulare a opera di enzimi cellulari. L’affinità dell’AZT per la retrotrascrittasi virale è di ca. 100÷300 volte superiore a quella delle polimerasi cellulari e ciò le conferisce la relativa specificità e l’accettabile tossicità, sebbene la DNA polimerasi mitocondriale sia relativamente più sensibile all’AZT (da cui alcuni effetti collaterali a livello di muscolatura striata e cardiaca). Nel 2005 è scaduto il brevetto industriale relativo all’AZT permettendo a diverse industrie farmaceutiche di sintetizzare e commercializzare la molecola. Per questo motivo esistono oggi diverse forme commerciali generiche di questo farmaco che continua a essere utilizzato nei protocolli terapeutici di controllo dell’infezione da HIV.

→ HIV

Vedi anche
HIV Sigla di human immunodeficiency virus, retrovirus dotato dell’enzima trascrittasi inversa che consente la trascrizione di RNA a DNA. È stato identificato agli inizi degli anni 1980 nei laboratori di L. Montagnier (Francia) e R. Gallo (USA). Sono noti i due virus HIV-1 e HIV-2, con diversa distribuzione ... immunodeficienza Ogni condizione caratterizzata da un deficit funzionale dei meccanismi immunitari e, conseguentemente, da una minore resistenza organica di fronte agli agenti patogeni esogeni (soprattutto infettivi) ed endogeni. Le malattie da immunodeficienza comprendono un gruppo eterogeneo di manifestazioni patologiche ... AIDS Sigla di Acquired Immune Deficiency Syndrome, condizione di deficienza immunitaria che, nella fase conclamata, porta progressivamente a morte il paziente per malattie infettive sovrapposte o tumori. La sindrome, di natura virale, è trasmissibile per via sessuale, trasfusionale o iniettiva e dalla madre ... antivirali Sostanze o farmaci che combattono le infezioni virali. Fra le molte sostanze di cui sono state descritte, soprattutto in vitro, proprietà contro i virus rientrano i sulfamidici, gli antibiotici, gli estratti di piante, i prodotti sintetici.  ● I virus, parassiti endocellulari obbligati, utilizzano il ...
Categorie
  • FARMACOLOGIA E TERAPIA in Medicina
Tag
  • RETROTRASCRITTASI
  • IMMUNODEFICIENZA
  • CODICE GENETICO
  • ALLATTAMENTO
  • LINFOCITI T
Altri risultati per azidotimidina
  • zidovudina
    Dizionario di Medicina (2010)
    Farmaco antivirale, analogo nucleosidico, utilizzato nella terapia delle infezioni da retrovirus come l’HIV. Sviluppato nel 1964 come antineoplastico, in realtà non dimostrò nessuna efficacia in tale campo; nel 1985 fu però scoperta la sua attività antiretrovirale. La z., oltre a essere utilizzata nell’AIDS ...
  • azidotimidina
    Enciclopedia on line
    Antivirale (spesso indicato con la sigla AZT). Utilizzato a partire dalla seconda metà degli anni 1980, ha rappresentato il primo farmaco in grado di contenere l’infezione da HIV. Agisce come inibitore della transcriptasi inversa, inibendo la replicazione del virus.
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