Babilonia Regione storica dell’Asia Anteriore, situata nella fertile pianura tra il Tigri e l’Eufrate compresa fra il
Originariamente fu abitata dai Sumeri nella parte meridionale e dai Semiti nella zona che prese il nome dalla città di Akkad (➔ Accadi). Altre città importanti, oltre a Babilonia (Babele) da cui ebbe il nome, furono
La storia semitica della B. cominciò con Sargon (2350-2294), che lasciò al figlio Rimush un vasto impero comprendente tutta la Mesopotamia centro-meridionale, poi ampliato dai successori, e soprattutto da Narām-Sin (2270-2233), il quale occupò l’Assiria e raggiunse il Mediterraneo. L’invasione dei Gutei, che assoggettarono la regione dal 2151 al 2061, lasciò sopravvivere alcune città autonome. Da una di esse, Uruk, partì la rivolta che ebbe perciò nei Sumeri i suoi capi e i suoi combattenti. Durante i 108 anni dell’impero di Ur, che subito strappò l’egemonia a Uruk, la supremazia sumera non fu incontrastata: dinastie di sovrani locali, in lotta fra loro e con i Sumeri, turbarono lo splendore di quel regno. Dalla dinastia di Babele uscì poi il più celebre sovrano babilonese, Hammurabi (1728-1686). Sconfitti i vicini, assoggettati i Sumeri, occupato un vasto territorio che andava dalla
Dominata dall’arte sumera, l’arte babilonese – benché abbia influenzato la produzione artistica dei paesi vicini – non assurge a sviluppi di spiccata autonomia. I templi grandiosi, con accanto le tipiche torri (ziqqurat) a gradini e terrazze e in cima un tempietto, i palazzi con pareti istoriate di bassorilievi e pitture, le costruzioni civili basate su sistemi di corti circondate da stanze, testimoniano una composita grandiosità. La stessa impressione si ha dalla scultura e dalla pittura (scene di guerra e di caccia, grandi cerimonie). Notevoli, tra i prodotti delle arti minori, i sigilli cilindrici con riproduzioni di scene religiose.
A N di Babele, lungo il corso originario dell’Eufrate, sorgeva Sippar, sede principale nella B. settentrionale del culto del dio
A Larsa, nella B. meridionale (circa 40 km a N di Ur, sorgeva un altro Ebabbar, esteso su una lunghezza di circa m 277 e dotato di una ziqqurat dovuta probabilmente all’intervento di Hammurabi. Le facciate del santuario erano mosse da un’alternanza di superfici concave e convesse, talvolta dotate di doppie nicchie e di pannelli con semicolonne a tortiglione.
Dalle rappresentazioni figurative sappiamo che presso i Sumeri era usata specialmente l’arpa, costruita in diverse forme e grandezze, mentre nel mondo babilonese erano diffuse anche varie specie di liuti, di tamburi e di strumenti a fiato riconducibili ai tipi del flauto e dell’oboe.