BAHRĀM

Enciclopedia Italiana (1930)

BAHRĀM

Antonino Pagliaro

. Forma neopersiana del nome avestico Vurthraghna (V. è nell'Avestā la divinità della vittoria da ricollegare con Indra Vṛtrahan, cioè "Indra uccisore di Vrtra", del pantheon indiano) che nell'età sāsānidica (medio-persiano Vahrām) è portato da numerosi personaggi, fra i quali alcuni di notevole importanza nella storia della Persia.

Bahrām I. - Successe al fratello Ormazd I sul trono di Persia nel 273 e regnò per tre anni. Durante il suo regno avvenne la crocifissione di Mānī (v.) voluta dai Magi, i quali vedevano gravemente minacciata dalla predicazione di lui la posizione ufficiale che nello stato sāsānidico lo zoroastrismo aveva finito col conseguire.

Bahrām II. - Figlio del precedente gli succedette sul trono nel 275 e regnò sino al 293. Durante il suo regno una spedizione guidata dall'imperatore Caro si era spinta sin nelle vicinanze di Ctesifonte, ma non ebbe conseguenze gravi per il regno persiano, poiché Caro morì improvvisamente (283).

Bahrām III. - Figlio di Ormazd I ebbe soprannome Sakānshāh, poiché fu viceré del Sakastān (Sīstān) che il padre aveva conquistato battendo i Saci che alcuni secoli prima, venendo dalle contrade a nord della Battriana, avevano occupato l'antica satrapia achemenide della Drangiana, dando il loro nome al territorio.

Bahrām IV. - Fratello di Shāpūr III; gli succedette sul trono nel 388 e regnò sino al 399, anno in cui fu ucciso. B. trattò con Teodosio la divisione dell'Armenia in un regno orientale e in uno occidentale; e nella parte, di gran lunga più grande, rimasta sotto la influenza della Persia, pose come re un arsacide, Khusraw III (390), che poi fu deposto dai Persiani perché si era sottomesso ai Romani.

Bahrām V. - Soprannominato Gür "onagro" per la sua rapidità o, come vuole la leggenda, per avere ucciso con lo stesso colpo di spada un onagro e un leone che l'aveva assalito. Figlio di Yazdagart I, dopo l'uccisione del padre (420) e la soppressione del fratello Shāpūr, che dall'Armenia dov'era governatore era accorso a raccogliere l'eredità paterna, era stato anche lui escluso dal trono e in sua vece era stato nominato re un suo lontano parente di nome Khusraw. Ma B. con l'aiuto del re arabo di al-Hīrah, an-Nu‛mān, alla cui corte era stato educato, riuscì a scacciare l'usurpatore e ad impadronirsi del trono. Agl'inizî del suo regno gli Eftaliti invasero la Battriana; ma B. a Kushmēhan presso Maro li batté in battaglia campale e del loro re ucciso di propria mano collocò la corona come ornamento nel tempio del fuoco Gushnasp nell'Azerbaigiān. Con i Romani B. venne in urto a motivo di una persecuzione dei Cristiani, già iniziata da Yazdagart, per cui molti di essi si erano rifugiati su territorio romano, e i Romani si erano rifiutati di consegnarli. La guerra condotta per la parte persiana da Mihr Narseh, valente generale che si faceva discendere da Vishtāspa, il fautore di Zarathushtra, e che ebbe parte importante anche durante il regno di Yazdagart II, non fu favorevole ai Persiani; ripetutamente sconfitti, essi furono costretti ad una pace (421) a seguito della quale fu introdotta in Persia libertà di culto. B. morì nel 438.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Zoroastrismo

Azerbaigiān

Ctesifonte

Achemenide

Drangiana