Balenare

Enciclopedia Dantesca (1970)

balenare

Lucia Onder

. Ha il valore di " risplendere di luce viva, a tratti, a intermittenza ", come un baleno, sullo sfondo biancheggiante della croce, in Pd XIV 108 vedendo in quell'albor balenar Cristo; sostantivato, quindi " baleno ", " lampo ", in Pg XXIX 18-19 un lustro sùbito trascorse / da tutte parti per la gran foresta, / tal che di balenar mi mise in forse. / Ma perché 'l balenar, come vien, resta..., a indicare la luce improvvisa, proveniente dai sette candelabri della processione simbolica.

Con valore transitivo in If III 134 La terra lagrimosa diede vento, / che balenò una luce vermiglia, " produsse una luce focosa con quella velocità che viene un baleno " (Landino). Ma questa interpretazione è contestata da commentatori moderni, ad es. Mattalia: " balenare è normalmente intransitivo nell'uso dantesco ", e quindi in questo caso la proposizione avrebbe valore consecutivo: " di modo che (che) una luce vermiglia balenò, si produsse un lampo rossastro ". Diversamente il Mazzoni, per il quale che vale " ove ", e cioè: " in che balenò una luce vermiglia "; dunque è " il vento stesso che prende fuoco e genera il baleno ".

In forma di locuzione, per " in un attimo ", " in un batter d'occhio ": mostrav'alcun de' peccatori 'l dosso e nascondea in men che non balena (If XXII 24).

Bibl. - Pagliaro, Ulisse II 719-722; F. Mazzoni, Saggio di un nuovo commento, Firenze 1967, 448-452.