BARITINA

Enciclopedia Italiana (1930)

BARITINA (fr. baryte; sp. barite; ted. Baryt, Schwerspat; ingl. baryte)

Luigi Colomba

Minerale. Solfato di bario (Ba SO4) con la composizione centesimale: SO3 = 34,3; Ba O = 65,7. Cristallizza nella classe bipiramidale del sistema rombico:

Isomorfa con la celestite SrSO4 e con la anglesite PbSO4 (v.) e simmorfa coll'anidride CaSO4. Comunissimi i cristalli anche di grandi dimensioni, molto ricchi di forme, con prevalente abito tabulare secondo {001} ed anche prismatico secondo {010} e {102}. Geminazioni secondo 110, 011 e 601 sotto forma di individui lamellari riuniti in gruppi poligeminati. I cristalli hanno talvolta apparenza emimorfa dipendente da accrescimenti posteriori incompleti. Si trova anche in masse compatte o di vario aspetto. Colore variabile: quando è pura è incolora; in polvere è bianca o grigia. Lucentezza vetrosa tendente al resinoso e talvolta al perlaceo: trasparente o translucida: quando è in masse anche opaca. Dur. = 2,5-3,5; peso spec. = 4,3-4,6: nei cristalli purissimi, Rose ha trovato un peso specifico di 4,586. Sfaldatura perfetta secondo 001 e quasi perfetta secondo 110. Frattura indistinta. Otticamente positiva: piano degli assi ottici parallelo a (010): bisettrice acuta normale a (100). A 20° e alla luce del sodio si ha α = 1,63609; β = 1,63712; γ =1,64795; l'angolo tra gli assi ottici misurato nell'aria è di 64°1′, quello vero è di 37°28′ (Arzruni). Secondo Des Cloizeaux, con l'aumentare della temperatura il valore di 2E aumenta notevolmente: a 12° è pari a 63°5′; a 95°5′ = 69°49′; a 195°8′ = 74°42′.

La baritina contiene talvolta SrSO4 e CaSO4 (sebbene spesso solo allo stato di miscela meccanica) e in alcuni casi anche tracce di (NH4)SO4; inoltre si hanno spesso come impurezze silice, argilla, sostanze bituminose e carboniose a cui sono dovuti il colore bruno dei cristalli e lo sviluppo di odore fetido che talvolta si nota nelle fratture fresche. Difficilmente fusibile, colora la fiamma in verde-gialliccio e lascia uno smalto bianco che ha reazione alcalina; per riduzione sul carbone si ottiene solfuro di bario riconoscibile con la reazione dell'hepar; non è decomposta dall'acido cloridrico; solubile a caldo nell'acido solforico concentrato. Frequentemente si hanno pseudomorfosi su baritina di altri minerali; fu ottenuta sinteticamente da Gorgeu sciogliendo il solfato di bario nel cloruro di bario fuso.

Varietà. - Oltre alle varietà ordinarie che si presentano con i caratteri generali a cui si è sopra accennato, sono da ricordare la pietra di Bologna, proveniente da Monte Paderno, che si presenta in masse globulari raggiate che diventano fosforescenti per riscaldamento, e la celestobaritina di Binnenthal (Svizzera) contenente solfato di bario. A miscele meccaniche invece sembrano dovute la calcareobaritina, proveniente dall'Argyllshire, che contiene circa il 10% di solfato di calcio, e la calciostronziobaritina di Schoharie (New York). L'allomorfite sembra essere una pseudomorfosi di baritina su anidrite di cui presenta le caratteristiche sfaldature. Dal Missouri proviene una varietà che, oltre a solfato di stronzio, contiene anche tracce di solfato ammonico (0,2%).

Esemplari molto belli di baritina si hanno in Italia a Montevecchio e Narbolia, in Sardegna, nei dintorni di Varese, a Monte Veglio presso Bologna, a Vernasca nell'Appennino piacentino, nelle arenarie di Calafuria presso Livorno, a Traversella e Brosso e in varie altre località. Da ricordare fra le località estere sono il Cumberland, la Cornovaglia, il Derbyshire, in Inghilterra; Freiberg, Clausthal, Příbram, Baia-Sprie (Felső-Bánya), l'Alvernia, gli stati di Virginia, del Colorado, della Pennsylvania, del Missouri negli Stati Uniti, il Canada, ecc.

Altri minerali d'incerta composizione che furono riferiti alla baritina sono la leedsite di Leeds (Inghilterra), contenente oltre al 70% di CaSO4, e la dreelite di Beaujeu (Rodano) in cristalli apparentemente trigonali, contenente CaSO4, CaCO3, SiO2, Al2O3.

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