BARTOLOMEO da Ravenna

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARTOLOMEO da Ravenna (Serafini)

Giulio Prunai

Se ne ignora l'anno di nascita; datosi a vita religiosa nell'Ordine certosino, fu professo in Bologna sino al 1373, anno in cui ebbe la carica di priore della certosa di Rivarolo Ligure; nel 1374 venne eletto priore dell'eremo della Gorgona, concesso ai certosini da Gregorio XI per intercessione di S. Caterina, che si recò a visitare l'isola nel 1375, accompagnata da fra, Raimondo da Capua, dal padre maestro Giovanni di Lecceto, da fra, Tommaso da Siena (della Fonte), da Alessandro Saracini, dalla madre Lapa e dalla cognata Lisa. La santa predisse a B. alcuni avvenimenti relativi all'eremo. Da questo momento si può considerare B. come facente parte della famiglia spirituale cateriniana. La Benincasa lo propose a Urbano VI come consigliere e il papa lo chiamò a Roma il 15 dic. 1378 insieme a Giovanni Upezzinghi da Calcinaia, priore di Pisa, al vallombrosano Giovanni delle Celle, a Pietro di S. Casciano, all'agostiniano Guglielmo Fleete, al domenicano Taddeo da Orvieto, al francescano Leonardo da Montepulciano e a fra, Luca degli Umiliati, incaricandoli dell'azione di riforma degli Ordini religiosi. Nello stesso anno 1378 troviamo B. a Pisa, donde scrisse alla santa dandole notizie del carattere del pontefice. Nel 1380, insieme agli olivetani lacopo da Padova, priore di S. Maria di Monte Murcino, e Giovanni da Firenze, priore di S. Lorenzo, fu incaricato dal pontefice di visitare tutti i cenobi camaldolesi; avendo potuto assolvere tale incarico solo in parte (Fontebuona e Camaldoli), il papa gli affidò quello di visitare, in compagnia di fra, Dionigi da Milano, priore di S. Torpé di Pisa, i soli cenobi transalpini; l'anno successivo, infatti, in base alla potestà delegatagh, riformò il convento di S. Frediano di Pisa e ne elesse il nuovo priore; si trattenne ancora qualche tempo in Pisa, come dimostra una lettera scritta ad un altro discepolo di s. Caterina, Neri di Landoccio Pagliaresi, allora in Firenze (Le lettere di s. Caterina da Siena, con note di N. Tommaseo, a cura di P. Misciattelli, II, Siena 1913, n. XCIX, p. 144). 11 2 apr. 1392 il nuovo pontefice Bonifacio IX lo inviò, insieme a Pietro da Mondovì, a Carlo VI re di Francia quale legato. Varie sono le opinioni sull'atteggiamento assunto dall'arltipapa Clemente VII nei riguardi dei due religiosi; certo è che essi giunsero a Parigi il 25 dic. 1392 e, pur ricevendo buona accoglienza da Carlo VI, non poterono trattare dello scisma. il re li incaricò di ringraziare Bonifacio IX e dette loro a compagni altri due certosini, Jean de Vaux, priore di Parigi, e Simon de Chagnet, priore di Digione. Bonifacio IX inviò B., l'anno dopo, a Perugia per alcuni negozi ecclesiastici di minor conto. Nel 1394 visitò le case d'Italia del proprio Ordine; conosciuto Gian Galeazzo Visconti, fu da questo incaricato, insieme a Pietro da Mondovì, di sorvegliare i lavori della certosa di Pavia, dove si recò nell'agosto 1396. Dal 1398 al 1409 fu priore della nuova certosa. Richiesto da fra, Tommaso da Siena di compilare una deposizione per il processo di canonizzazione di Caterina da Siena, ne compose il testo tra il 27 ott. 14M e il 20 giugno 1412 e lo inviò a Domenico d'Ascoli, vicario del vescovo di Castello, che lo inserì negli atti del "processo castellano". Morì nel 1413 nella certosa di Pavia, a cui lasciò il mantello che la santa senese gli aveva donato alla Gorgona. La Benincasa gli aveva indirizzato una sola lettera (Le lettere..., V, Siena 1913, n. CCCXXII, pp. 89-91), invitandolo a recarsi a Roma per consigliare il pontefice. Tale lettera, non datata, è da ritenersi di poco anteriore alla partenza di fra, B. per Roma, e cioè alla seconda metà del dicembre 1378.

Fonti e Bibl.: J. B. Mittarelli-A. Costandoni, Annales Camaldulenses, VI, Venetiis 1761, pp. 136 s., coll. 544-550; Raimondo da Capua, Vita s. Catharinae Senensis (Legenda maior), in Acta Sanctorum Apr., III, Parisiis-Romae 1866, p. 935, n.296; F. Grottanelli, Leggenda minore di s. Caterina, Bologna 1868, pp. 260 s.; D. Le Couteulx, Annales Ordinis Cartusiensii, Montreuil-sur-mer 1887-1891, pp. 331 s.; L. Le Vasseur, Ephemer, Ordinis Cartusiensis, I, Montreuil-sur-mer 1890, pp. 555 s.; H. Denille-A. Chatelan, Chartularium Universitatis Parisiensis, III, Parisiis 1894, pp. 597, 667, 769; M. H. Laurent, Fontes vitae s. Catharinae Senensis, I, Documenti, Siena 1936, pp. 53-55; A. Saba, Leggenda abbreviata di s. Caterina da Siena di fra' Antonio della Rocca, Siena-Firenze 1939, pp. 29 s.; M. H. Laurent, Il Processo Castellano, Siena-Torino 1942, pp. XI, XII, XIV, XV, XIX, XLI, LII, LIII, LXIV, LXXI-LXXIII, 53, 64, 72, 79, 82, 255, 256, 273, 274, 277; G. Piombanti, La Certosa di Pisa e l'isola di Gorgona, Livorno 1884, pp. 45 s.; L. Beltrami, Storia della Certosa di Pavia, I, Milano 1896, pp. 49, 72, 75-79, 201-204; N. Valois, La France et le Grand Schisme d'Occident, II, Paris 1902, pp. 398-402; E. Lazzareschi N. Zucchelli, S. Caterina da Siena e i Pisani, Firenze 1917, pp. 86-95; R. Fawtier, S. Catherinne de Sienne, II, Paris 1930, p. 374; G. Bonifacio, S. Caterina da Siena e l'isola di Gorgona, in Bollett. stor. livornese, IV (1940), p. 136; E. Delaruelle-E. Labande-P. Ourliac, L'Eglise aux temps du Grand Schisme et de la crise conciliaire, Paris 1962, p. 76; Dict. dHist. et de Géogr. Ecclés., VI, col. 1020.

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