FACCINI, Bartolomeo Filippo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)

FACCINI, Bartolomeo Filippo

Letizia Lodi

Nacque a Ferrara nel 1532 e fu battezzato il 14 novembre, a quanto risultava dai registri dei battesimi della chiesa parrocchiale di S. Maria in Vado trascritti dal Baruffaldi (1844, p. 413). Secondo le fonti fu allievo di Girolamo da Carpi e con il maestro avrebbe collaborato alla decorazione, ora perduta, del soffitto di casa Boschini di Ferrara (cfr. Mezzetti-Mattaliano, 1980, p. 112).

Da documenti della contabilità ducale conservati nell'Archivio di Stato di Modena e di recente studiati (cfr. Marcon-Marcolin, 1987) risulta che il F. ebbe un ruolo importante e stabile come decoratore alla corte del duca d'Este fin dal 1565, anno a partire dal quale iniziò ad eseguire lavori nel castello Estense di Ferrara.

Il 7 sett. 1565 fu pagato per dipingere "il solaro della sala di corte sopra il Cortile de Corte e l'andito"; il 20 ott. 1565 per "dipinzere le nape de marmore de le stanze nove sopra le boteghe de la loza de piazza" (ibid., p. 32). Il 31 dic. 1565 fu pagato per avere dipinto "li solari del coreduro di Corte verso la sala dei Paladini" (ibid.). Il 4 genn. 1567 ricevette un pagamento per avere dipinto il bucintoro, cioè "i balaustri dentro e fuori e depinto il toresino e rifatto le arme a olio ..." (ibid., p. 36); il 10 genn. 1567 ricevette 35 denari per "havere depinto a stampa giallo e turchino 3 solari de 3 camerini scuri sotto le stantie di sua altezza in corte" (ibid., p. 32).

Il 30 giugno 1571 ricevette 50 denari per aver dipinto "li bregantini e le fregate et altre barche per l'andata di sua eccellentia a incontrare i serenissimi principi de Austria" (ibid., p. 41). Anche nel 1572 il F. continuò a dipingere "camerini" in castello (ibid., p. 42). Nel luglio 1573 il F. ricevette pagamenti per aver fatto "lavori di pittura attorno alla schalla del cortile di corte" (ibid., p. 44), e durante il 1574 i rendiconti della Camera ducale lo mostrano attivo ogni mese in lavori di finitura e decorazione (anche di finestre, camini, merli, inferriate, finte murature all'esterno del castello). Il 19 giugno 1574 fu addirittura ricompensato per "raconciare" statue "da mettere sopra il mortorio del serenissimo re de Francia" (ibid., p. 45). Inoltre sempre nel 1574, il 15 settembre, si apprende che il F. aveva eseguito tutta a "grotesche, con un partimento de specchi grandi e picoli posti in opera con gran tempo", la decorazione della "grotta a la Montagnola di Sotto" (ibid., p. 46). Nel 1576 il F. fu attivo per parecchi mesi nel dipingere "le camere del concerto" del duca (ibid., pp. 49 s.) e si ricava dai documenti che usò nella decorazione pigmenti pregiati, idonei alla raffinatezza delle stanze (l'orpiniento, per esempio). Inoltre nello stesso anno dipinse apparati effimeri come "la scena che si fa in cortile [di Corte], per fare le comedie" (18 febbr. 1576; ibid., p. 50). Tra questi lavori di decorazione compare anche un altro bucintoro. Il F. è documentato attivo sino al 30 marzo 1577 (ibid., p. 54), mentre dal 12 apr. 1578 appaiono i pagamenti agli eredi del F., per decorazioni di torri e merli nella fabbrica vecchia di Belvedere (ibid., p. 55).

II F. dovette partecipare alla decorazione del cortile del castello di Ferrara, commissionata dal duca Ercole II sin dal 1559 (Baruffaldi, 1844, p. 413), ma iniziata soltanto sotto Alfonso II nel 1577. Come attesta un'iscrizione dipinta sopra gli archi della loggia terrena (Mezzetti-Mattaliano, 1980; Novelli, 1991, p. 513, n. 1 in Brisighella).

Il ciclo, eseguito nel cortile del castello, comprendeva duecento figure di personaggi estensi a grandezza naturale, dipinte a fresco in chiaroscuro giallo e rappresentate a coppie, in ordini sovrapposti, con i rispettivi stemmi e le scritte identificatorie sottostanti. Di tale ciclo, perduto, restano solo tre frammenti di affreschi, dubitativamente ascritti al F., trasferiti su tela, in deposito dal 1969 presso la Pinacoteca nazionale di Ferrara, mentre gli altri, già deperiti al tempo del Baruffaldi, sono stati del tutto distrutti dalle intemperie. Si tratta di ritratti di Enrico IX e Obizo IV; Folco III e Bonifacio IV e di altri due estensi non identificati (Lodi, 1987, pp. 152 s). L'iconografia di tale genealogia estense deriva direttamente da una serie di disegni eseguiti da Pirro Ligorio, "antichario" di corte del duca Alfonso II dal 1568, attualmente conservati presso il British Museum di Londra e l'Ashmolean. Museum di Oxford (D. R. Coffin, Pirro Ligorio and the decoration of the late sixteenth century at Ferrara, in The Art Bulletin, XXXVI ([1955], pp. 169 s.).

Tuttavia non si sa quale sia stato il ruolo del F. in questa decorazione, realizzata, secondo il Brisighella (sec. XVIII) e le successive fonti ferraresi, nel 1577. Probabilmente il F., aiutato dal fratello Girolamo e dai decoratori I. Casoli e G. Grassaleoni, iniziò il ciclo, ma il pittore Ludovico Settevecchi, che dovette avere un ruolo preponderante nella realizzazione degli affreschi, li portò verosimilmente a termine (cfr. Lodi, 1987. p. 159; Marcon-Marcolin, 1987, pp. 55). Il F. morì infatti, cadendo da una impalcatura del cortile del castello su cui stava lavorando, il 22 luglio 1577.

Fonti e Bibl.: M. A. Guarini, Compendio historico dell'origine, accrescimento, e prerogative delle chiese e luoghi pii della città e diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, p. 187; C. Brisighella, Descrizione delle pitture e sculture della città di Ferrara [sec. XVIII], a cura di M. A. Novelli, Ferrara 1991, ad Indicem; C. Barotti, Pitture e sculture che si trovano nelle chiese, luoghi pubblici, e sobborghi della città di Ferrara, Ferrara 1770, p. 187; C. Cittadella, Catalogo historico de' pittori e scultori ferraresi e delle opere loro, Ferrara 1782, IV, pp. 68-72; A. Frizzi, Guida del forestiere per la città di Ferrara, Ferrara 1787, p. 41; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, pp. 201 s.; F. Avventi, Il servitore di piazza. Guida per Ferrara, Ferrara 1838, pp. 136 s.; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi, I, Ferrara 1844, pp. 412-417; L. N. Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara ricavate dai documenti, Ferrara 1868, I e II, ad Indicem; G. Gruyer, L'art ferrarais a l'époque des princes d'Este, II, Paris 1897, pp. 391 s.; G. C. Reggiani, Guida artistica di Ferrara e dintorni, Ferrara 1908, p. 2; A Mezzetti-E. Mattaliano, Indice ragionato delle vite de' pittori e scultori ferraresi di G. Baruffaldi, I, Ferrara 1980, pp. 111 s.; G. Marcon-G. Marcolin, Appendice documentaria, in L'impresa di Alfonso II, Bologna 1987, pp. 32, 36, 38, 41-52, 54 s., 58, 64; L. Lodi, Immagini della genealogia estense, ibid., pp. 152, 153, 159; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 177; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori e degli incisori, IV, p. 265.

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