PORCIA, Bartolomeo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

PORCIA, Bartolomeo

Alexander Koller

PORCIA, Bartolomeo. – Nacque intorno al 1540 (ma date proposte sono anche il 1525 e il 1546), secondogenito di Giovanni Battista di Porcia ‘di sotto’ e di Claudia di Porcia ‘di sopra’. Completò i suoi studi di teologia con il dottorato. Secondo Torquato Tasso frequentò gli atenei di Padova e Bologna.

Le prime testimonianze del suo servizio nella Curia romana risalgono al pontificato di Pio IV. Nel 1562, il mercoledì delle Ceneri tenne un’omelia quaresimale nella cappella papale. Decisiva per la sua carriera ecclesiastica fu la protezione di Carlo Borromeo, che lo ammise nell’Accademia delle notti vaticane, fondata dal cardinale-arcivescovo. Nell’ottobre del 1565 accompagnò Borromeo a Milano per la celebrazione del primo concilio provinciale. Il 28 dicembre 1566 fu ordinato sacerdote dallo stesso porporato che, in seguito, gli fece anche conferire da Pio V la commenda dell’abbazia di S. Gallo di Moggio.

Nel 1569 gli fu affidata da Pio V la visita del Patriarcato di Aquileia, di cui comunicò i risultati nel 1571 anche all’arciduca Carlo di Stiria, che regnava in una parte del Patriarcato. In quel periodo intraprese la carriera nella diplomazia pontificia. Borromeo infatti lo propose come visitatore apostolico per i cantoni svizzeri nel 1571, ma fu anche considerato tra i candidati per la nunziatura presso la corte imperiale, carica che avrebbe assunto nel 1578.

Durante il pontificato di Gregorio XIII divenne una delle figure chiave della politica estera della Sede apostolica. Ugo Boncompagni aveva conosciuto e apprezzato Porcia già nella sua legazione in Spagna del 1565. Divenuto papa Gregorio XIII, Boncompagni, considerando che la politica della Curia romana nei confronti dell’Impero non poteva più esclusivamente basarsi sulla nunziatura presso la corte imperiale, per salvaguardare gli interessi della Chiesa cattolica in area germanica, istituì nuove rappresentanze pontificie ordinarie e straordinarie.

In questo contesto nel 1573 Porcia fu inviato come nunzio in Germania meridionale. La missione, durata vari anni, si svolse in stretta collaborazione con la Congregatio Germanica fondata da Gregorio XIII. All’inizio della nunziatura Porcia si recò presso le corti di Innsbruck, Salisburgo, Graz e Monaco di Baviera, dove risiedevano i massimi rappresentanti del cattolicesimo del sud dell’Impero: l’arciduca Ferdinando del Tirolo, l’arcivescovo di Salisburgo Johann Jakob von Kuen-Belasy, l’arciduca Carlo di Stiria e il duca Guglielmo di Baviera.

Oltre a prendere le consuete misure nell’ambito della riforma cattolica e della lotta contro il protestantesimo, Porcia si occupò soprattutto del disciplinamento del clero secolare e regolare (questioni centrali erano il rispetto del celibato e quello della clausura), della fondazione di seminari per la formazione di nuovi sacerdoti e della scelta di candidati adeguati per il Collegium Germanicum di Roma, di effettuare visite apostoliche e sinodi, di istituire tipografie cattoliche e sostenere le università cattoliche.

A partire dall’aprile del 1574 soggiornò più di un anno ad Augusta. Nella città imperiale, da diverso tempo impegnata nella fondazione di una sede dei gesuiti – si interessarono a questo progetto tra le altre le famiglie dei Fugger e degli Ilsunger –, alla quale tuttavia si opponevano i singoli vescovi e soprattutto il Capitolo della cattedrale. Porcia si adoperò per l’assegnazione del convento di S. Croce, occupato solo da pochi canonici agostiniani, alla Societas Iesu, non riuscendo tuttavia a ottenere un risultato soddisfacente in questa complessa vicenda.

Nell’autunno del 1575 Porcia spostò il fulcro della sua azione a sudovest dell’Impero e prese residenza a Friburgo in Brisgovia, dove concentrò i propri sforzi nell’istituzione di un seminario per gli ordini religiosi e per la riforma dell’università, di grande importanza per la formazione di sacerdoti secondo il modello tridentino destinati al servizio pastorale nei vescovadi dell’alto Reno. Da Friburgo visitò diverse diocesi e conventi di quell’area, talvolta accompagnato dal francescano osservante Francesco Sporena. La visita apostolica prevista per la Svizzera non ebbe luogo a causa della peste e di altri ostacoli. Tuttavia, Porcia ebbe numerosi colloqui con il vescovo di Basilea, ai quali seguì l’incontro con gli ordinari di Besançon, Strasburgo e Spira.

Nella primavera del 1576 fu inviato alla Dieta imperiale di Ratisbona come consigliere del legato Giovanni Morone. Nel 1577 fu incaricato di recarsi a Colonia per far ottenere a Ernesto di Baviera prima la carica di coadiutore dell’arcivescovo, poi la dignità arcivescovile. Entrambi i tentativi fallirono. Alla fine del 1577 fu mandato come nunzio presso la corte imperiale, ottenendo così una delle cariche di maggior prestigio all’interno della diplomazia curiale. Alla fine di aprile 1578 iniziò il servizio alla corte dell’imperatore Rodolfo II a Praga.

Ora, lo spettro delle mansioni di Porcia si ampliava rispetto alle missioni precedenti. Oltre alle usuali misure di riforma all’interno della Chiesa e agli sforzi per evitare un’ulteriore propagazione del protestantesimo, che figuravano già nell’agenda delle trattative con i principi imperiali della Germania meridionale e che ora andavano affrontate con Rodolfo come capo dei territori da lui governati (Boemia, Ungheria, Austria Superiore e Inferiore) e con i suoi consiglieri, vi erano gli ambiti di intervento propri di una grande nunziatura. Nel caso della nunziatura alla corte dell’imperatore, che era allo stesso tempo monarca europeo e capo dell’Impero in una sola persona, ciò significava questioni di politica internazionale (rapporti con le potenze europee, soprattutto con la Spagna) e questioni proprie della politica imperiale (rapporti con gli altri Stati dell’Impero, politica ecclesiastica imperiale, feudi imperiali in Italia, nello specifico Correggio e Borgo Val di Taro). Inoltre Porcia si occupò dei seguenti temi: occupazione della rappresentanza imperiale a Roma, riforma del calendario di Gregorio XIII, nomina di vescovi per le diocesi ungheresi vacanti, restituzione dell’abate di Fulda nella sua giurisdizione, cacciata dei predicatori protestanti da Vienna, regalie per i principi imperiali ecclesiastici. Durante il breve periodo del suo mandato come nunzio alla corte imperiale, Porcia partecipò a due diete provinciali: quella dell’Austria Inferiore a Vienna e quella dell’Austria Superiore a Linz.

Il personale della Nunziatura alla corte imperiale comprendeva circa 35 persone, serviva Porcia come segretario Minuccio Minucci, futuro segretario di Stato pontificio e arcivescovo di Zara.

Di salute cagionevole, Porcia aveva appena preso dimestichezza con le sue nuove mansioni quando si ammalò gravemente durante la dieta dell’Austria Superiore a Linz. Pienamente consapevole della serietà della sua malattia, alla fine di luglio partì da Klosterneuburg per il suo ultimo viaggio verso Praga, dove arrivò il 5 agosto, morendo solo sette giorni più tardi, il 12 agosto 1578.

Rodolfo II, che si faceva informare quotidianamente dello stato di salute del nunzio, dopo la morte del prelato delegò i più alti dignitari della corte per il corteo funebre che doveva accompagnare la salma nella chiesa dei gesuiti di Praga e per la successiva sepoltura.

Opere. Oratio magnifici D. Bartholomaei Comitis Purliliarum et Brugnariae die cinerum in capella Sanctiss. D. N. habita anno 1562, Dillingen s.d.

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