BASE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

Vedi BASE dell'anno: 1959 - 1994

BASE

G. Matthiae

È il complesso delle modanature fra il piano del pavimento e l'imoscapo della colonna, destinato ad ampliarne il piano di posa ed evitarne il logorio. Presso gli Egizi è di regola circolare, alquanto più ampia del fusto, dapprima molto alta (recinto di Djoser a Saqqārah), poi più bassa e talvolta di profilo espanso (tempio di Seth ad Abido). La forma a cuscinetto prevale nell'arte siro-hittita, dove la b. è rivestita di palmette, fioroni e girali (Zincirli, Sakc̣agözü, Tell Tayinat); in generale, però, la b. siro-hittita, destinata a sorreggere una colonna di legno, è costituita da un corpo cilindrico che fa tutt'uno con un gruppo scultoreo (sfingi o leoni affiancati, animali androcefali, ecc.) che ne maschera completamente la struttura (v. anche colonna). Molto complesse le basi persiane, con plinto ed alta fascia fra due tori (Persepoli). Nell'architettura minoico-micenea la colonna generalmente lignea e rastremata in basso, poggia su una b. a forma di disco in pietra, spesso di brecce policrome.

Degli ordini classici, il dorico è privo di regola di b.; nell'ordine ionico, secondo Vitruvio (iii, v) la b. supera di 3/8 il diametro della colonna ed in altezza è la metà di esso; consta di un plinto alto un terzo del diametro; il resto deve essere diviso in sette parti, tre per il toro, quattro per i due trochili; usata specialmente nella Ionia, la b. fu talvolta complicata da sottili modanature fra il toro ed il plinto (Heraion di Samo, Didymaion di Mileto, tempio di Atena Poliàs a Priene), oppure ebbe plinti smussati agli angoli e rivestimenti di ornati (Didymaion di Mileto). Più spesso vi viene applicata la b. detta attica; larga, secondo Vitruvio, una volta e mezzo il diametro della colonna, essa ha il plinto alto 1/6 del resto, 1/4 viene attribuito al toro superiore e quanto avanza è diviso in parti uguali tra il trochilo e il toro inferiore. Nell'Eretteo, come nel tempietto di Atena Nìke ad Atene, mancano però i plinti e nel primo caso il toro superiore è sottilmente ornato. L'ordine corinzio assume di regola la b. attica.

In Italia i tipi tendono a schematizzarsi; nell'architettura etrusca si hanno dapprima tamburi simili agli egizi (Cerveteri, Tomba dei Capitelli), poi basi ioniche (Cerveteri, Tomba dell'Alcova, Faleri, tempio dello Scasato) e anche la colonna di tipo dorico assume una base determinando il cosiddetto ordine tuscanico, che sarà largamente adoperato anche nell'architettura romana. La b. tuscanica in Roma assume anche innesti di altre membrature, gole diritte come nell'ordine dorico del Colosseo, o nell'arco di Susa. Forme particolari sono quelle a ghirlanda delle colonne onorarie di Traiano e di Marco Aurelio, e spesso le basi romane mostrano una notevole ricchezza decorativa. Ma la b. attica prevalse e fu attribuita anche alle semicolonne e ai pilastri posati direttamente sul piano di pavimento o rialzata su un piedistallo, sempre accentuata nei suoi valori chiaroscurali. L'architettura paleocristiana accetta, di regola, la b. attica, applicata anche alla colonna dorica con tendenza a semplificarla, accentuando nelle costruzioni ravennati lo sviluppo del plinto in forma di dado; non mancano esempi poligonali a gradini o riduzioni ad un solo toro posato sul plinto.