Batiscafo

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

batiscafo


batiscafo [Comp. di bati- e -scafo] [GFS] Nel-l'oceanologia, speciale scafo sommergibile per esplorare le grandi profondità marine. In un primo tempo era una sorta di sommergibile semplificato nei suoi mezzi di manovra e di propulsione, ma irrobustito in modo da resistere a profondità maggiori di quelle dei sottomarini ordinari e da manovrare in modo autonomo anche a tali quote; sostanzialmente, si trattava di una batisfera (←) con modesti dispositivi di propulsione. I b. attuali sono costituiti (v. fig.) da uno scafo, riempito di un liquido più leggero dell'acqua (per es., benzina), che ha funzioni di galleggiante e consente lo spostamento in senso verticale variando la spinta sullo scafo, e da una batisfera applicata direttamente sotto al galleggiante (lo scafo, che è pieno di liquido, deve resistere a una differenza di pressioni assai minore di quella cui è soggetta la sfera); così essi possono considerarsi come una combinazione di un b. del primo tipo con una batisfera. Il prototipo di essi fu il b. "Trieste", ideato da A. Piccard e realizzato nel 1952 da un'industria italiana. Le cabine dei primi b. erano costruite in un sol pezzo con un abitacolo a passo d'uomo; in seguito furono costruite in due pezzi o in tre. In Italia, si ricordano i b. di A. Degli Abati (1892), di G. Vassena (1945-50), di P. Milo di Villagrazia (1952). I successivi progressi conseguiti nella costruzione dei b., a partire dal citato b. di Piccard, hanno permesso di raggiungere profondità via via maggiori: di 3150 m (A. e J. Piccard, presso Ponza, settembre 1953, con il "Trieste"), di 4050 m (G. Houot e P. Willm, presso Dakar, febbraio 1954, con il b. FNRS II di fabbricazione francese, sul quale erano imbarcati anche passeggeri), di 11 521 m (J. Piccard con lo statunitense D.Walsh, Fossa delle Marianne, gennaio 1960, con il b. "Trieste").

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