CERNAIA, Battaglia della

Enciclopedia Italiana (1931)

CERNAIA (in russo Cernaja [pr. ciòrnaia] "nera"), Battaglia della

Cesare Cesari

È un episodio dell'ultima parte della guerra di Crimea, nel quale sostenne la parte più brillante il corpo di spedizione sardo. Il 16 agosto 1855 agli avamposti piemontesi, oltre il fiume Cernaia, si trovava il battaglione del 16° fanteria (maggiore Corporandi). All'alba, contro questo, fu aperto il fuoco dalle alture dominanti, occupate dai Russi. Il battaglione fu rinforzato dal 4° battaglione bersaglieri e quindi dalle truppe della 2ª divisione (generale Trotti) con una brigata in linea e una in riserva. Nonostante che dai trinceramenti si rispondesse energicamente al fuoco nemico, i Russi avanzarono rapidamente in forze preponderanti, aggirando alle ali i trinceramenti sardi, cosicché dopo una lotta accanita questi dovettero essere abbandonati. I bersaglieri si formarono a difesa del ponte della Cernaia, i Russi rivolsero il loro attacco contro le linee francesi.

Di quell'istante di sosta sulla fronte dei Sardi seppe approfittare il generale Trotti, che, chiamata la riserva, portò avanti tutta la divisione a un vigoroso contrattacco. La ferma condotta dei Francesi e questa avanzata della 2ª divisione piemontese obbligarono i Russi a retrocedere, sempre battuti dal fuoco dei reparti alleati. Qui mancò tuttavia un inseguimento energico che avrebbe potuto compiere la cavalleria inglese giunta allora da Balaklava, ma nonostante gli avvisi mandati dal generale La Marmora, il comandante di essa non giudicò opportuno d'intervenire. Il nemico, non disturbato, poté quindi allontanarsi e le truppe del generale Trotti ripresero le posizioni precedentemente occupate.

Le perdite sarde di quella giornata furono di 14 morti e 170 feriti. Gli ufficiali morti furono due, il tenente Biaggini del 15° fanteria e il sottotenente Andreis del 9° fanteria. Tra i feriti gravi vi fu il generale Montevecchio comandante la 4ª brigata, che poi soccombette, il maggiore Raffaele Cadorna (v.) comandante il battaglione del 18°, i capitani Chiabrera, Garrone, Selvaggia e Vivaldi e 7 subalterni. Più gravi furono le perdite dei Francesi e gravissime quelle dei Russi che lasciarono sul campo 2100 morti ed ebbero altri 1000 uomini fuori combattimento. Dopo la battaglia i Russi chiesero 48 ore d'armistizio per seppellire i morti. Le truppe piemontesi tennero in quella giornata un contegno ammirevole, battendosi arditamente contro le poderose colonne russe.

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