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BAUXITE

di Luigi Colomba - Enciclopedia Italiana (1930)
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BAUXITE (sinonimo Beauxite)

Luigi Colomba

Il nome deriva dalla località Baux (Provenza) dove si hanno giacimenti importanti del minerale. Minerale amorfo che si presenta in masse compatte, concrezionate, pisolitiche, oolitiche, granulari e terrose con apparenza argillosa. Colore vario: bianco, grigio, giallo, giallo-rossastro, rosso, rosso-bruno e bruno-azzurro. Peso specifico medio 2,55. La bauxite è costituita da un idrossido di alluminio di composizione molto variabile rispetto al tenore in acqua, oscillando fra la composizione del diasporo (v.) Al2O3 + H2O e quella dell'idrargillite (v.) Al2O3 + 3H2O, per cui le diverse varietà vengono ripartite in due gruppi riferibili in parte ai detti minerali a seconda che siano povere o ricche in acqua. Per riscaldamento svolge acqua lasciando un residuo infusibile che nelle varietà di tinta chiara, per aggiunta di nitrato di cobalto sul carbone, dà colorazione azzurra; è insolubile negli acidi ma è decomposta dal bisolfato potassico e dagli alcali alla fusione. Teoricamente la bauxite è da considerarsi puramente come formata da un alunogeno, ma generalmente contiene quantità variabili e talvolta anche grandi di impurezze e specialmente di limonite, di ematite ocracea, di quarzo, di opale, di idrargillite, di diasporo, di argilla e di pirolusite: in alcune varietà si hanno anche sostanze organiche. Le analisi poi svelano la quasi costante presenza del biossido di titanio che può anche comparire in quantità non trascurabili. La Wocheinite è una varietà di tinta grigia, con aspetto simile all'argilla, molto povera di acqua. I limiti generali entro cui variano le proporzioni dei principali compnenti essenziali ed accessorî delle bauxiti sono molto larghi, come risulta dalle numerose analisi compiute su di esse: l'allumina oscilla fra un minimo del 31% (bauxite di Bakers Hill) ed un massimo del 72% (wocheinite di Wochein); l'acqua fra 8,5% (wocheinite) e 28% (bauxite di Wermetshausen, Vosgi); il sesquiossido di ferro fra 1,5% (bauxite di Christianburg) e 35,5 (bauxite di Bakers Hill); la silice fra 2,3% (bauxite dei Vosgi) e 27% (bauxite di Antrim). La bauxite si presenta nei suoi giacimenti in due differenti aspetti: o si trova in calcari argillosi cretacei o eocenici sotto forma di riempimenti di cavità che assumono l'aspetto di imbuti, tasche e pozzi; oppure si trova in masse a contatto con rocce eruttive come graniti, sieniti, diabasi, basalti, ecc., e anche nelle loro fenditure: tale è la giacitura della wocheinite. Ora se in questo secondo caso si può affermare che essa proviene dalle predette rocce, per un processo di alterazione paragonabile a quello che nelle regioni tropicali dà luogo alla formazione della laterite, in conseguenza di reazioni talmente energiche da rompere il legame fra alluminio e silicio, nel primo caso invece molte furono e sono tuttora le discussioni relative alla sua origine.

Secondo alcuni autori, come Meunier e Franchi, si tratterebbe di fenomeni fontigenici del tipo delle emissioni geyseriane; altri autori invece come Gortani considerano le bauxiti intercalate nei calcari come dovute allo stesso fenomeno da cui dipende la formazione delle terre rosse; Crema suppone che si tratti di depositi di origine marina contemporanei a quelli dei calcari includenti e dovuti a reazioni di soluzioni acide ferro-alluminiche le quali agendo sui calcari, avrebbero dato origine agl'idrossidi di alluminio che spesso si hanno nelle bauxiti; Ratto suppone che si tratti di formazioni dovute ad acque discendenti dalla superficie e quindi ricche d'ossigeno, le quali, giungendo a contatto con scisti alluminiferi e piritiferi sottostanti ai calcari, avrebbero agito su di essi dando dapprima origine ad acido solforico, per ossidazione delle piriti, e in seguito, per opera di detto acido sugli scisti alluminiferi, a soluzioni di solfati che per reazioni posteriori avrebbero messo in libertà i due idrossidi.

In alcuni casi, come ad esempio nei giacimenti della Carolina settentrionale, il fatto che le masse bauxitiche contengono nell'interno un nocciolo di ossido di alluminio anidro, lascerebbe supporre che la bauxite si sia formata per semplice idratazione del corindone. La bauxite è un minerale molto diffuso che per le sue giaciture è piuttosto da considerarsi come una vera roccia. Fra i giacimenti più importanti sono da ricordare quello di Baux in Provenza, quelli del Varo e dei Vosgi in Francia, di Wochein nella Carniola, di Bakers Hill in Australia, della Guiana inglese, di Madagascar, della Nuova Galles del Sud, dell'Alabama, dell'Arkansas e della Georgia negli Stati Uniti. Degni di speciale nota per noi sono quelli che si trovano lungo le due sponde dell'Adriatico nella catena appenninica, in Istria e in Dalmazia, giacimenti che per i loro caratteri si rassomigliano tutti, essendo inclusi in calcari cretacei sotto forma di banchi, lenti ed arcuati, di vario tipo. La scoperta della bauxite in Italia è dovuta al Meissonnier che ne trovò alcuni esemplari negli Abruzzi fino dal 1857; in seguito se ne occupò per il primo Cassetti e poi altri autori italiani.

Nell'Appennino centrale i giacimenti di bauxite si trovano distribuiti nel Matese, nella Marsica, nella Valle del Liri e a Monte Velino; i principali affioramenti sono quelli di Dragone e Cusano di Mutre (Matese), di Lecce dei Marsi e di Pescosolido (Monti Marsicani) e di Rocca di Mezzo, di Monte Morrone e di Monte di Ocre nel massiccio del Velino.

Dagli studî compiuti sui detti giacimenti risulta che essi sono costituiti da banchi e da ammassi di vario tipo, aventi potenza variabile da uno ad otto metri, e che spesso, quando sono intercalati nei calcari, sono concordanti con essi. Per quanto riguarda la loro età, essi appariscono compresi fra calcari cenomaniani al letto e calcari turoniani al tetto e sembrano doversi considerare come contemporanei a questi ultimi. I caratteri generali di dette bauxiti sono piuttosto vari ma in generale hanno colore rosso e rosso-bruno e un aspetto litoide; sono pisolitiche od oolitiche, sebbene tale carattere varii assai da giacimento a giacimento. La ricchezza in allumina è pure molto varia come risulta dalle seguenti analisi:

I giacimenti della Dalmazia e dell'Istria sono di tipo analogo ai precedenti; in essi però abbonda il tipo di ammassi occupanti cavità limitate nei calcari. I principali giacimenti dell'Istria sono quelli di Albona, di Veglia, di Pago e di Cherso; in Dalmazia sono quelli di Obrovazzo, di Dernis e di Bua; quivi però la bauxite apparisce molto diffusa, conoscendosi oltre duemila adornamenti. Anche in essi la composizione chimica varia assai come risulta dai seguenti valori medî ricavati dalle molte analisi note:

La bauxite viene per la massima parte impiegata per la produzione dell'alluminio; in parte serve anche per la preparazione di molti sali di alluminio d'importanza industriale, come ad esempio il solfato di alluminio e gli allumi, ed anche per la fabbricazione di materiali refrattarî.

Bibl.: Riguardante le bauxiti italiane e dalmate: Rassegna mineraria italiana, 1901, 1902, 1903, 1908 (note di Cassetti, Mattirolo, Lotti, Martelli); La miniera italiana, 1914, 1918, 1920 (note di Lotti, Crema, Ratto, Franchi). Inoltre: C. Crema, Atti R. Acc. Lincei, 1920; S. Vardabasso, Atti Acc. Veneto-Trentina-Istriana, 1920; M. Gortani, Giorn. Geol. Prat., 1914, 1921.

Vedi anche
allumina Ossido di alluminio, avente formula Al2O3 ed esistente in diverse forme eteromorfe: l’unica stabile è l’allumina α, esagonale, che si ritrova in natura come minerale (corindone, zaffiro, rubino) e che industrialmente si ottiene per calcinazione al di sopra di 1000 °C del triidrato.  ● L’allumina è una ... laterite Suolo residuale di colore rosso scuro, ricco di ossidi di alluminio (Al) e ferro (Fe), tipico delle regioni tropicali caratterizzate da una alternanza di periodi secchi con altri molto piovosi. Il processo naturale di trasformazione superficiale di molte rocce eruttive o scistoso-cristalline (laterizzazione) ... giacimento Concentrazione di minerali (solidi, liquidi, gassosi), formatisi in seguito a processi naturali, chimici, fisici o organici, all’interno o all’esterno della crosta terrestre, che hanno rilevante importanza economica tanto da essere utilizzati industrialmente (giacimento minerari). Sul criterio di utilità, ... alluminio Elemento chimico trivalente, di simbolo Al, numero atomico 13, peso atomico 26,97, di cui è noto un solo isotopo stabile 2173Al. 1. Generalità Scoperto da H. Davy nel 1812 e isolato da H.C. Oersted nel 1825 per riscaldamento del cloruro di alluminio con amalgama di potassio, fu ottenuto, sotto forma ...
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    Roccia ricca di ossidi idrati di alluminio (gibbsite, boehmite, diasporo ecc.) ai quali si associano subordinatamente altri minerali (quarzo, sialliti, idrossidi di ferro, ossido di titanio, carbonati ecc.). In rapporto alla giacitura e all’origine, le b. possono essere di due tipi: b. eluviali, se ...
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Vocabolario
bauxite
bauxite (o baussite) s. f. [dal nome della città di Les Baux, in Provenza]. – Nome dato originariamente a una supposta specie minerale costituita da sesquiossido di alluminio idrato e trovata a Les Baux, poi risultata un miscuglio di minerali...
boehmite
boehmite ‹boemìte› s. f. [dal nome del chimico ted. J. Boehm, che per primo riconobbe il minerale]. – Minerale rombico, costituito da ossido basico di alluminio; si rinviene di solito in masse terrose nei giacimenti di bauxite.
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