BECCAFUMI, Domenico, detto Mecherino

Enciclopedia Italiana (1930)

BECCAFUMI, Domenico, detto Mecherino

Emilio Cecchi

Figlio di un colono, Jacomo di Pace, prese il cognome da Lorenzo B. padrone della terra su cui lavorava Jacomo, che lo fece studiare. Nacque, fra il 1482 e il 1486, presso Montaperti. Intorno al 1510 è a Roma, per vedere le opere di Michelangiolo e Raffaello; torna a Siena verso il 1512 e lavora in concorrenza col Sodoma. Nel 1516 compra una casa in via de' Maestri. Nel 1536 e nel 1541 dipinge a Pisa; e, pure nel 1541, gli affreschi, perduti, nel palazzo Doria a Genova. Per il resto, condusse vita solitaria e cristiana in Siena, quasi ininterrottamente. Fra i principali dipinti del periodo formativo: Stigmate di S. Caterina (Accad. di Siena). Dell'età matura: Penelope (Seminario di Venezia); Cristo al Limbo (Accademia di Siena); affreschi nella sala del Concistoro (Palazzo pubblico di Siena; compiuti nel 1535); soffitto nel palazzo Bindi-Sergardi a Siena; Natività della Vergine (Accad. di Siena; circa 1536). Fra il 1518 e il 1546, lavori per il pavimento del Duomo di Siena. Dopo il 1548, si provò anche nella scultura; vedi otto angioli in bronzo nel Duomo senese. Morì ai primi di maggio 1551.

Oltre al Perugino, quando questi lavorò a Siena (1508-09), influirono sul B. il Sodoma, Michelangiolo e fra Bartolommeo. Ma anche nelle opere di formazione, collocando su motivi spaziali perugineschi figure monumentali che arieggiano quelle del frate, manifestò qualità di colorista, soprattutto luministiche, per cui il Lanzi, pur esagerando, giudicò che il B. "dovrìa quasi dirsi il Correggio dell'Italia inferiore". Già il Della Valle e il Lanzi notarono che il meglio del B. è negli affreschi (specie quelli del palazzo Bindi-Sergardi): spontanei, ben compartiti fra eleganti grottesche. Nel pavimento del Duomo, il B. introduce la novità di segnare le ombre con tasselli di marmo bruno, invece che a tratteggi; ma rimane, quanto al disegno, ai moduli dell'accademismo fiorentino.

Bibl.: W. v. Seidlitz, in Thieme-Becker, Künstler-lexikon, III, Lipsia 1909 (con la bibl. precedente); H. v. Trotta-Treyden, Das Leben u. d. Werke d. seneser Malers D. B. genannt Mecarino, Berlino 1913; ristampato in Rep. für Kunstw., XLII (1920), pp. 83-116; L. Dami, D. B., in Boll. d'arte, XIII (1919), pp. 9-26; H. Voss, Die Malerei d. Spätrenaissance in Rom u. Florenz, Berlino 1920, I, p. 198 segg.

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