Benavente y Martínez, Jacinto

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Drammaturgo spagnolo (Madrid 1866 - ivi 1954), premio Nobel per la letteratura nel 1922. Nella sua opera confluiscono disparate tendenze, fuse in un dialogo arguto e di aristocratica discrezione. Dall'eccellente quadro di ambiente di El nido ajeno (1894), delicato caso psicologico a lievi tinte crepuscolari, si passa a Lo cursi (1902) e a Rosas de otoño (1905), a Los intereses creados (1907), che è una delle cose migliori, nata dalla felice combinazione della commedia italiana dell'arte e del tradizionale teatro spagnolo, in una riuscita satira fantastica e simbolica, a La ciudad alegre y confiada (1916), a Pepa Doncel (1928), a Vidas cruzadas (1929). Un superamento della satira mondana si ha in una delle poche opere di forza tragica, La noche del sábado (1905), in cui il dramma mondano, che a lui offre larghe occasioni d'ironia, e il vigoroso dramma intellettuale si conciliano nella finale rappresentazione del predominio dell'ambizione sull'istinto materno. In ambiente rurale si svolgono alcune fra le sue opere giovanili, quali Señora ama (1908) e La malquerida (1913) con la sua tragica atmosfera d'incesto su uno sfondo di vita paesana. Tra le ultime opere: De muy buena familia (1931), No quiero, no quiero (1936), La honradez de la cerradura (1942), Almas prisioneras (1952), El alfiler en la boca (1953). B. è anche autore di alcuni volumi di versi.

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