BONAZZI, Benedetto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BONAZZI, Benedetto

Gerardo Bianco

Nacque a Marigliano, il 12 ottobre 1840, dal conte Nicola, che era barone di Sannicandro e patrizio di Bari, e da Adelaide Sorrentino, dei baroni di Pomigliano. Secondogenito di sei figli, fu inviato, a sette anni, allo studentato benedettino della SS. Trinità di Cava dei Tirreni e ivi, il 6 nov. 1849, entrò a far parte della comunità claustrale. Pronunciò la professione di vita monastica il 15 ag. 1859 e venne ordinato sacerdote, a Napoli, il 19 dic. 1863, da mons. T. M. Salzano. arcivescovo di Edessa. Il 12 dic. 1865 conseguì, presso l'università di Napoli, la laurea in lettere.

Il B. partecipò al nuovo fervore di iniziative, successive al periodo di crisi della badia di Cava, determinata dalle leggi sui beni ecclesiastici. Rifioriti gli studi e l'attività, soprattutto per opera del Sanfelice, che trasformò in scuola laica il vecchio seminario, facendone un centro di grande richiamo, il B. si dedicò allo studio delle lingue classiche, e in particolare del greco, approfondendo i problemi della grammatica e del lessico. Esperto dei nuovi indirizzi filologici della linguistica comparativa ed etimologica, si propose di introdurre nella scuola italiana il nuovo metodo, con l'applicazione pratica della grammatica di G. Curtius, col quale fu in corrispondenza, a brani di letture greche progressive.

Il principale interesse del B. fu di carattere didattico. Cercò di rinnovare l'insegnamento del greco nelle scuole, attraverso la conoscenza del materiale linguistico e la ricerca etimologica, in modo da semplificare l'apprendimento del lessico. Preparò numerosi testi scolastici, ispirati al nuovo indirizzo, che riscossero successo; una sua opera fu premiata dal VII congresso pedagogico italiano. Le numerose ricerche lessicali del B. confluirono, infine, nella sua più importante opera: il Dizionario greco-italiano, che gli dette fama europea e il cui duraturo successo è attestato dalle venticinque edizioni che ne fece l'editore Morano di Napoli, fra il 1880 e il 1927, prima che l'opera fosse rielaborata da altri ellenisti.

Il governo italiano lo nominò professore pareggiato presso l'università di Napoli, il 27 nov. 1872, ma egli rifiutò l'incarico, preferendo dedicarsi alle scuole badiali. Divenne socio dell'Accademia archeologica di Pesto e membro del Circolo letterario scientifico G. B. Vico di Napoli. Il 18 sett. 1878 venne nominato rettore del seminario e prefetto per gli studi nelle scuole della badia. Nel 1886 fu esaminatore provinciale della badia e gli venne conferito il titolo di priore di Lirine; nel 1892 diventò vicario generale della badiale diocesi cavense. Alla morte dell'abate Michele Morcaldi, Leone XIII lo nominò successore, il 7 marzo 1894.

Il B. si adoperò per riorganizzare la badia: ampliò il seminario, rammodernando i fabbricati e fornendoli di luce elettrica; il 19 sett. 1901 firmò un accordo con il governo italiano per far rientrare la badia sotto il dominio dell'abate ordinario, mentre l'edificio, già riconosciuto monumento nazionale nel 1867, rimase sotto la sorveglianza del ministero della Pubblica Istruzione; ottenne, quindi, il pareggiamento delle scuole badiali. Rivolse intanto i suoi studi a ricerche su documenti e figure storiche dell'abbazia di Cava.

Il 6 apr. 1900 il B. fu nominato visitatore generale cassinese. Alla morte del card. Dall'Olio, arcivescovo di Benevento, Leone XIII, nel concistoro del 9 giugno 1902, gli affidò la successione della sede campana. Venne consacrato a Roma, in S. Paolo, dal card. Parrocchi, l'11 giugno, e il 24 agosto entrò in Benevento.

Completamente assorbito dal nuovo ministero, esercitò con zelo e vigore la sua azione pastorale. Per due volte fece la visita diocesana dei suoi comuni; i resoconti dei viaggi, raccolti nelle annate dell'Archivio metropolitano, sono andati distrutti durante la seconda guerra mondiale.

Nel 1905 riunì il sinodo diocesano e nel 1907 si incontrò a Loreto di Montevergine con altri vescovi della regione benevantana per discutere problemi ecclesiastici. Grande cura ebbe per la formazione culturale del clero, studiando i problemi della riorganizzazione dei seminari. Nel 1903 fu nominato socio dell'Accademia romana di religione e nello stesso anno gli venne conferito, dall'Ordine benedettino, il titolo onorifico dell'antica abbazia dei ss. Severino e Sossio. Promosse e favorì l'organizzazione della gioventù, delle donne e delle prime federazioni elettorali cattoliche; chiamò, per conferenze, a Benevento, nel 1910, il Toniolo e il Gentiloni. Aprì agli studiosi gli importanti archivi beneventani, sollecitandone le indagini, e ospitò nella curia vescovile L. Pastor, H. Marriot Bannister, J. Pothier ed altri. Intensa e ampia fu la sua attività oratoria; ritornò alla badia di Cava per tenervi l'omelia ufficiale, in occasione del nono centenario della fondazione, nel 1911. Organizzò con cura particolare le quaresime, e per promuoverne la predicazione fondò, fra i sacerdoti della diocesi, l'Opera di s. Bartolomeo apostolo. Il 19 dic. 1913 festeggiò il giubileo dell'ordinazione sacerdotale; per l'occasione Pio X, il 14 dicembre, gli inviò una lettera autografa. Ammalatosi gravemente, dopo un'ultima predicazione quaresimale, nominò il fratello Francesco esecutore testamentario ed erede il capitolo metropolitano di Benevento.

Il B. morì a Benevento il 23 apr. 1915.

Bibl.: P. Guillaume, Essai historique sur l'abbaye de Cava, Cava dei Tirreni 1877, pp. 448 s.; Ann. ordinis s. Benedicti (1893-1908), Roma 1913, p. 259; Il giubileo sacerdotale dell'arcivescovodi Benevento, in Rivista storica benedettina, IX (1914), p. 71; X (1915), pp. 315 s.; [G. Colavolpe], Elogio funebre, in Buonsenso (Salerno), XVIII, 1915); Studien und Mitteilungen zurGeschichte des BenedektinerOrdens und seine Zweige, XXXVI (1915), p. 575; Revista Monserratina, IV (1915), pp. 235 s.; Annuaire pontif.cath., Paris 1915, p. 280; 1916, p. 847; G. Colavolpe, La menteed il cuore dell'abate don B. B.,arcivescovo di Benevento..., Valle di Pompei 1920; A. Di Rienzo, Mons. B. B. arcivescovo diBenevento, in Samnium, VIII (1935), pp. 184-196; C. D. Fonsega, Appunti per la storia della cult. catt. in Italia: lastoriogr. eccles. napoletana(1878-1903), in Aspetti della cult. catt.nell'età di Leone XIII, Roma 1961, pp. 469, 505; Dict. d'Hist. etde Géogr. Ecclés., IX, coll. 814-816 (con elenco degli scritti del B.); Enciclopedia catt., II, col. 1847.

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