CASTIGLIA, Benedetto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)

CASTIGLIA, Benedetto

Francesco Brancato

Nacque a Palermo il 31 marzo 1811 da Francesco e da Anna Maria Puccio.

Laureatosi in giurisprudenza, esercitò per qualche tempo l'avvocatura. Allievo di D. Scinà, ebbe una formazione culturale ispirata all'empirismo e al razionalismo di tipo illuministico, per cui predilesse il Romagnosi, molto letto nella prima metà dell'Ottocento in Sicilia, e che egli massimamente ammirò e difese dalle "malignità" a cui era stato fatto segno nell'isola (cfr. Un odio, un disdegno, un fatto, una rivendica, in La Ruota, 15ag. 1840). Nel campo letterario esordì con studi sui progressi della lingua italiana e i suoi caratteri distintivi (Studi, Palermo 1836), sulla filologia e sui metodi di applicazione (Opuscoli, Palermo 1839) e sulla Divina Commedia (Sul decimo canto dell'Inferno, Palermo 1839).

Nelle polemiche tra sensisti e spiritualisti, rifacendosi al Romagnosi, prese senz'altro posizione contro ogni forma d'innatismo (cfr. Accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo, in La Ruota, 15 sett. 1840). Avverso alla metafisica, criticò aspramente in particolare il Rosmini (cfr. La filosofia cattolica in Italia di Rosmini, in L'Osservatore, II [1844], pp. 282-90). Dal Romagnosi apprese inoltre quei principi d'italianità per cui si levò a difesa anche dello sviluppo autonomo della civiltà italiana rispetto a quella di Francia, tanto esaltata dagli eciettici seguaci del Cousin (cfr. L'Italia nel 1840, in La Ruota, 15 dic. 1840). Particolare ammirazione nutrì per il Vico, per cui si recò a studiare a Napoli per poter conoscere anche i luoghi in cui era vissuto (cfr. Un giorno di viaggio a Napoli, ibid.,28 febbr. 1842). Lo ammirava, oltre che per il suo pensiero, per il carattere d'italianità che riteneva di riscontrare nella sua opera, tanto da concepire il proposito di ridurre la Scienza nuova "in istile più piano per renderla universalmente intelligibile",progetto che poi abbandonò, essendosi convinto che "tutto il tenore di concepire e di manifestarsi di uno scrittore" è utile a meglio definirne il carattere. Passò quindi al proposito di ripubblicare l'opera con note e commento, cosa che poi non attuo neppure, essendosi limitato a farla conoscere con vari articoli, dandone una interpretazione di carattere sensista (cfr. Esame della Scienza nuova di G. B. Vico, in L'Osservatore, II[1844], pp. 38-46).

Con questo spirito il C. partecipò alla polemica antiromantica sostenuta da La Ruota (10 genn. 1840-30 ag. 1842), della quale fu direttore e uno dei più assidui collaboratori, e delineò un Proemio al nuovo organo delle scienze dell'umanità (Palermo 1841), con il quale, a integrazione dell'opera del Vico, intese fornire "un metodo nuovo per una nuova scienza" capace di meglio definire il rapporto tra filologia e filosofia, tra storia e scienza. Il nuovo metodo consisteva nel "capovolgere" quello del Vico, sicché, "dove quegli parti dalle idee per venirsene alle manifestazioni",si dovesse "al contrario muovere dalle manifestazioni per giungere a' concepimenti" (pp. 64, 68, 226-41).

Di spiriti liberali, il C. fu deputato al Parlamento del 1848. Scrisse allora, in difesa della Sicilia e per un migliore assetto dell'Italia, vari opuscoli politici al fine di persuadere il governo di Napoli a rispettare i diritti costituzionali dell'isola (Sulla giustizia, la opportunità e la utilità di non novare il titolo della costituzione di Sicilia, Napoli 1848; Formula essenziale del nuovo Statuto, Palermo 1848).

Di temperamento irrequieto e insofferente, viaggiò molto. Fallita la rivoluzione, fu a Parigi, e nel '59 a Milano, dove continuò la sua attività giornalistica, pubblicandovi, nel 1860, fra l'altro, Lamoricière, Pio IX e Antonelli, di acceso spirito anticlericale, tanto che il d'Azeglio, governatore, "proibì che fosse letto oralmente a beneficio della insurrezione siciliana" (G. Mazzoni, L'Ottocento, II, Milano 1934, p. 903).

Fu poi membro della Camera quale deputato di Partinico nella IX, X e XI legislatura, sedendo al centro, ma non sempre ammirato per le sue estrosità (avrebbe voluto, per es., che gli affari della marina fossero di pertinenza dei comuni). Frequenti bizzarre affermazioni contiene anche il suo discorso sulla "riforma della libertà" (tornata del 15 dic. 1868). Morì a Montichiari (Brescia) il 7 dic. 1877.

Fra i suoi numerosi scritti si ricordano ancora: Emilia Hallez nella "Beatrice di Tenda" con poesie di V. Errante, M. Bertolani e P. Morello, Palermo 1839; Cronachetta teatrale dell'està dell'anno 1839, ibid. 1839; Sull'enfiteusi, memoria, ibid. 1842; Arnaldo da Brescia o l'eresia dei papi, con un indirizzo alla cristianità, Milano 1860; La falsità del Cristianesimo attuale, il Cristianesimo vero, la religione unica tra' popoli, Palermo 1860; L'essenza del cattolicesimo. I doveri d'Italia, Firenze 1866; L'Italia vera. Programma... ai colleghi della nuova Camera, ibid. 1867; Inviolabilità dell'unità e del cattolicesimo. Relazione e progetto di legge...,ibid. 1868; Abolizione dell'arresto preventivo nei giudizi penali. Progetto di legge, ibid. 1868; Il riordinamento. La confederazione latina. La capitale. Le garanzie al pontificato, ibid. 1870.

Fonti e Bibl.: Palermo, Bibl. comunale, ms. 5 Qq-D-143, n. 2: quarantuno lettere dal 1846 al 1873 e due bozze indirizzate a F. P. Perez; Ibid., ms. 5 Qq-E-121, nn. 12 e 13: due lettere ad A. Gallo, di cui una del 7 marzo 1838 e l'altra senza data; Carteggio di M. Amari, a cura di A. D'Ancona, Torino 1896, pp. 224 s.; Lettere di F. P. Perez a R. Salvo e a F. Evola, a cura di N. D. Evola, in Arch. stor. sicil.,n. s., LIV (1934), pp. 161-206; G. Di Pietro, Illustraz. dei più conosciuti scrittori contemp. sicil. dal 1830 a quasi tutto il 1876, Palermo 1878, pp. 24-30; B. C.,in Giorn. ed Atti della Soc. sicil. di econ. politica, II, (1887), pp. 184 ss.; G. Bustico, B. C. e il giornale "La Ruota" di Palermo, in Rivista d'Italia, XVIII (1915), pp. 453-65; R. Romeo, Il Risorg, in Sicilia, Bari 1950, pp. 234, 240, 265, 272, 278, 308; G. Falzone, Battaglie romantiche e antiromantiche in Sicilia. La Polemica de "La Ruota" di Palermo, Bologna 1965, pp. 9-12, 21-30 e passim;F. Brancato, Vico nel Risorgimento, Palermo 1969, pp. 147-51; La Ruota, a cura di M. Sacco Messineo, Roma 1976, schede 24, 40, 57, 70, 92, 237, 255 e passim.

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