MUSOLINO, Benedetto

Enciclopedia Italiana (1934)

MUSOLINO, Benedetto

Giuseppe Paladino

Patriota e uomo politico, nato a Pizzo di Calabria l'8 febbraio 1809, morto ivi il 15 novembre 1885. Datosi a viaggiare, percorse tutto l'Oriente dall'Asia Minore all'Egitto, e di ritorno da quella peregrinazione si stabilì a Pizzo, dove fu primo eletto del comune. Nel 1834 passò a Napoli, dove, insieme col Settembrini, che aveva conosciuto alla scuola del Furiati, fondò la setta dei "Figliuoli della Giovine Italia". Fu arrestato il 9 maggio 1839, ma la commissione suprema per i rei di stato non trovò sufficienti le prove a carico di lui, e non lo condannò, lasciandolo però in carcere a disposizione della polizia fino al 25 ottobre 1843. Lo arrestarono di nuovo nell'agosto 1846, e lo trattennero in carcere altri quattro mesi. Scoppiata la rivoluzione del '48, il M. fu eletto deputato al parlamento napoletano, e, dopo il 15 maggio, fu uno dei capi della sollevazione calabrese. In quella circostanza ebbe il padre Domenico e il fratello Saverio massacrati dalla plebe, inferocita contro i liberali. Egli con un fratello e col nipote, Giovanni Nicotera, riuscì a salvarsi a Corfù, donde passò ad Ancona e quindi a Roma, mentre dal governo napoletano veniva condannato a morte in contumacia. Partecipò alla difesa della Repubblica Romana e successivamente riparò a Londra e poi a Parigi. Poiché i suoi beni erano stati confiscati, visse dando lezioni di lingua italiana. Nel 1860 raggiunse Garibaldi in Sicilia, e, per incarico del dittatore, lo precedette in Calabria. A capo dei volontarî calabresi da lui arruolati partecipò alla battaglia del Volturno. Il governo italiano gli riconobbe il grado di colonnello-brigadiere, che aveva nell'esercito garibaldino, ma il M. abbandonò la vita militare. Eletto deputato, fu dal 1861 al 1880 rappresentante dei collegi di Monteleone e di Cittanova. Militò nelle file della sinistra, occupandosi di problemi di politica estera, specialmente orientale. Caldeggiò la conservazione dell'impero ottomano per tema che dalla sua rovina rimanesse turbata la pace europea. Propose che gli Ebrei fossero condotti a vivere in Palestina. Il 12 giugno 1881 fu nominato senatore. Si ha di lui, oltre ad altri scritti, una monografia storica, La rivoluzione del 1848 nelle Calabrie, pubblicata postuma (Napoli 1903).

Bibl.: Oltre ai cenni biografici, a cura di S. Musolino, contenuti nell'ed. cit. di La rivoluzione, ecc., cfr. C. Corsi, in La Settimana, 20 dicembre 1903; I. Raulich, Giudizi di un esule su figure e fatti del Risorgimento, in Il Risorgimento italiano, II, p. 456 segg.; G. Paladino, B. M., Luigi Settembrini e i Figliuoli della Giovine Italia, in Rass. stor. del Risorgimento, X, 1923.