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benedizione

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Atto e parole con cui si formula un augurio di bene e prosperità e si invoca la protezione celeste su una o più persone. Nelle manifestazioni più umili del sentimento religioso, è uno dei modi in cui si attua il potere della parola: essa è, come la maledizione, una parola di consacrazione, ma, a differenza da questa, positiva anziché negativa. La b. si trova in tutte le religioni, ma soltanto in quelle superiori si presenta depurata dall’elemento magico-superstizioso. Essa è frequente nella Bibbia, come preghiera e invocazione, rendimento di lode e grazie a Dio, o anche come data da Dio al creato, come augurio di prosperità elargita da Dio. Nella prima forma, soprattutto, la b. ebbe largo sviluppo nell’ebraismo e nel giudaismo posteriore: un intero trattato, il primo, della Mishnāh porta il titolo Benedizioni e contiene le prescrizioni relative a quelle che si devono rendere a Dio in ogni momento e per ogni azione o fatto nella vita. Il benedire o il «render grazie» per il cibo in varie circostanze si ritrova infine anche nel Vangelo. Affine a questa è in certo modo la basmala (o anche bismillāh), invocazione del «nome di Allah clemente e misericordioso» nell’islamismo.

Nella Chiesa cattolica la b. è un rito liturgico, consistente in un segno di croce, da solo o con una formula da cui dipende la validità della b. stessa, e accompagnato o no da aspersione con acqua benedetta e unzione con oli santi. Si distinguono inoltre le b. consacrative o costitutive, le quali rendono sacro un oggetto, destinandolo così al culto, e lo sottraggono a usi profani (b. della chiesa, di un altare, di vasi sacri), e le b. invocative o comuni, con cui si domanda a Dio un particolare bene spirituale o temporale (per es., b. dei cibi, di macchine ecc.). Oggetto di una b. sono cose o persone. Ministro della b. è il chierico che ne abbia il potere (anche non sacerdote). Il papa impartisce b. apostoliche: ordinarie o comuni, impartite in forma privata; solenni urbi et orbi, al mondo intero, cui è generalmente congiunta l’indulgenza plenaria, di cui gode anche chi le ascolti per radio o per televisione, impartite in occasioni solenni dalla loggia esterna di S. Pietro o di altre basiliche romane; la b. apostolica in articulo mortis è data al malato in pericolo, anche non imminente, di morte: vi è annessa l’indulgenza plenaria; possono e debbono impartirla il parroco o il sacerdote che assiste il moribondo, secondo le formule del rituale. Si chiama b. papale quella impartita in nome e per delegazione del papa.

La b. è per lo più accompagnata da un gesto, generalmente con le mani aperte. Nell’antichità e ancora oggi nel rito bizantino le dita della mano sono poste in modo da produrre le lettere IC e XC (= Iesus Christus); di qui venne la forma latina della mano con le tre prime dita della destra distese, cui si sarebbe dato un significato mistico: le tre dita distese la Trinità; le due ripiegate le due nature di Gesù Cristo.

Le formule delle b. sono contenute in un apposito libro, il benedizionale. Quello in vigore è stato promulgato dalla Congregazione per il culto divino a compimento di quanto stabilito dal Concilio Vaticano II (Ordo Benedictionum, 1984).

Vedi anche
ségno della cróce cróce, ségno della Atto rituale frequente nel culto cristiano cattolico e greco-ortodosso (tra i protestanti è più raro). Nella forma oggi più diffusa, consiste nel segnarsi con le dita la fronte, il petto e poi l'una e l'altra spalla, accompagnando il gesto con la formula "Nel nome del Padre, del Figlio ... urbi et orbi Formula («a Roma e al mondo») usata in particolari decreti delle Congregazioni romane o in solenni benedizioni pontificie per indicare che sono rivolti non solo alla città di Roma di cui il papa è vescovo, ma a tutto il mondo cattolico. Bibbia Il complesso delle Scritture sacre dell’ebraismo e del cristianesimo (dal lat. tardo Biblia, gr. τὰ βιβλία «i libri»). religione Nelle comunioni e confessioni religiose che riconoscono il carattere sacro della Bibbia, suo ‘autore’ è ritenuto Dio stesso che ha parlato agli uomini attraverso scrittori ... sēder sēder Nella liturgia ebraica, l’insieme delle parti che compongono un rito (propr. «ordine»). Il seder celebrato la prima sera di Pasqua (nella Diaspora anche la seconda sera) consiste in benedizioni, atti e pasti simbolici, e nella lettura della Haggādāh, il racconto rabbinico dell’uscita dall’Egi...
Categorie
  • PRATICHE RITUALI E LITURGICHE in Religioni
Tag
  • CONCILIO VATICANO II
  • INDULGENZA PLENARIA
  • CHIESA CATTOLICA
  • URBI ET ORBI
  • ISLAMISMO
Altri risultati per benedizione
  • BENEDIZIONE
    Enciclopedia Italiana (1930)
    (fr. benediction; sp. benedición; ted. Segen; ingl. benediction) Leone Mattei Cerasoli La parola ebraica (bĕrākhāh) e la greca (εὐλογία) corrispondenti alla latina (benedictio) e attraverso questa all'italiana benedizione, hanno varî significati: possono esprimere un augurio di prosperità, una lode, ...
Vocabolario
benedizióne
benedizione benedizióne s. f. [dal lat. tardo, eccles., benedictio -onis, der. di benedicĕre «benedire»]. – 1. a. L’atto e le parole con cui si benedice, con cui cioè si formula, sia pure implicitamente, un augurio di bene, oppure s’invoca...
benedizionàrio
benedizionario benedizionàrio s. m. [der. di benedizione]. – Sinon., meno usato, di benedizionale.
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