BENEVENTO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

BENEVENTO (VI, p. 628; App. I, p. 262; App. II, 1, 382)

Domenico RUOCCO

La città, sorta in origine nel triangolo di confluenza tra il Calore e il Sabato, si è largamente estesa al di là del Calore, ampliando un quartiere che si incominciò a formare con la costruzione della stazione ferroviaria (1867) e che nell'ultimo dopoguerra ha accentuato sensibilmente le sue funzioni commerciali e industriali, oltre che residenziali. L'area urbana, in questi ultimi decennî, ha assunto una forma molto allungata, creando dei notevoli problemi per le comunicazioni, ed ha superato anche il limite imposto dal fiume Sabato, formando sulla sua sinistra un vero quartiere. La popolazione urbana era nel 1951 di 34.405 ab.; quella del comune è risultata nel 1958 di 54.650 ab., con un aumento sensibile (15%) rispetto al 1951. La città ha migliorato la sua attrezzatura industriale, con l'ampliamento di vecchi stabilimenti (molini, pastifici, fabbriche di liquori) e con la creazione di nuove fabbriche per la lavorazione del legno e la produzione di mobili in acciaio, guanti, birra e, poco lontano dal capoluogo, di un grande stabilimento per laterizî.

La provincia contava, nel 1958, 332.670 ab. La densità supera in alcuni comuni i 400 ab. (Airola, Montesarchio, San Leucio del Sannio). Oltre il 60% vive dell'agricoltura. Scarsi i progressi nella meccanizzazione dell'agricoltura stessa; mentre notevoli, nell'ultimo decennio, le aree che sono state soggette a rimboschimento (circa 2000 ha) e i lavori degli acquedotti dell'Alto Calore e delle sorgenti di Solofra.

Bibl.: M. Rotili, B. e la prov. sannitica, Roma 1958.

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