BENIAMINO

Enciclopedia Italiana (1930)

BENIAMINO (ebraico Binyāmīn; i Settanta Βενιαμ[ε]ίν; Vulgata Beniamin)

Giuseppe Ricciotti

L'ultimo dei figli di Giacobbe e il capostipite dell'omonima tribù israelitica. La madre Rachele lo partorì in viaggio da Bethel ad Efrata (= Bethlehem), ed essendo ella in punto di morte per le doglie del parto, mise al neonato il nome di Ben-'ōnī = figlio del mio dolore; ma il padre lo cambiò in quello di Beniamino, che significa figlio della destra, cioè del braccio della fortezza e del felice pronostico, certamente per convertire il triste ricordo in lieto augurio (Genesi, XXXV, 16-18). B. fu l'unico figlio di Giacobbe nato in Palestina, e il solo dei figli di costui che fosse fratello a Giuseppe anche per parte di madre. Per l'insieme delle precedenti ragioni fu il prediletto del padre, specialmente dopo la scomparsa di Giuseppe: il quale, già potente in Egitto, mostrò a sua volta una particolare affezione per B. (Gen., XLII, 4 e 36; XLIII, 13 segg.; XLIV, 27 segg.; XLV, 12-14). B. ebbe dieci figli secondo Gen., XLVI, 21; tuttavia cfr. Numeri, XXVI, 38-40; I Cronache, VII, 6; VIII, 1 segg.

I discendenti di B., che formarono l'omonima tribù, erano 35.400 uomini atti alle armi dai venti anni in su, poco dopo l'uscita dall'Egitto (Num., I, 36-37); mentre al termine della permanenza nel deserto erano 45.600 (XXVI, 41). All'epoca dei Giudici la tribù di B. ebbe particolare importanza: Aod, che uccise il re Eglon di Moab liberando gl'Israeliti dal suo giogo, era un Beniaminita (Giudici, III, 15 segg.); la stessa tribù prese parte, con altre, alla campagna di Debora e Barac contro Sisara (V, 14). Un mortale tracollo essa ebbe però in una guerra che gli altri Israeliti condussero in coalizione contro di lei, per punirla di un grave misfatto commesso nel suo territorio e di cui la tribù non volle consegnare i colpevoli: il racconto dell'intero episodio e delle sue conseguenze forma una delle pagine più importanti, ma anche più difficili, della storia dei Giudici (XIX-XXI). Ai tempi di Samuele la tribù, riavutasi dalla catastrofe, dovette essere la prima in Israele a tentare di scuotere il giogo dei Filistei: certo da essa fu scelto il primo re, Saul (I Samuele [Re], X, 21), che iniziò subito la campagna contro quelli. Alla morte di Saul, i partigiani di Isboseth (o Isbaal; v. Baal), suo figlio, furono principalmente i Beniaminiti (II Sam., II, 15 e 25), che forse furono anche gli ultimi a riconoscere David per re; tuttavia quando avvenne la secessione delle dieci tribù settentrionali dalla dinastia di David, quella di B. almeno in massima parte le restò fedele (I [III] Re, XII, 20 segg.; II Cron., XI, 10, 12 e 23; XIV, 8). Con l'andar del tempo, e specialmente dopo la distruzione del regno settentrionale, la storia della tribù si fonde con quella della tribù di Giuda, pur conservando censimenti suoi proprî (Esdra, I, 5; cfr. II; Neemia, VII). Anche l'apostolo Paolo ha cura di far risaltare che apparteneva alla tribù di B. (Romani, XI, 1; Filippesi, III, 5).

Il territorio occupato dalla tribù di B. è descritto in Giosuè, XVIII, 11-28; era fra i meno ampî, ma anche fra i più importanti per la sua posizione al centro della Palestina e perché includeva Gerusalemme, sebbene quasi ai confini. Questi passavano a sud, lungo una linea alquanto ondulata che, partendo dall'estremità settentrionale del Mar Morto raggiungeva Cariath-iarim; a ovest, da Cariathiarim fino a Bethoron; al nord, con una forte curva in alto, da Bethoron fin sopra a Bethel, e da qui fino al Giordano all'altezza circa di Gerico; a est era limite il Giordano stesso.

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