Berberi

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Berberi

Cecilia Gatto Trocchi

Uomini liberi tra città e deserto

Popolazione molto numerosa stanziata nell'Africa settentrionale tra il Sahara occidentale e la Libia, i Berberi si definiscono mazighen "uomini liberi" e si differenziano dagli Arabi che, a partire dalla conquista (7° secolo d.C.) vivono nelle stesse zone. Tra loro sono noti, oltre alle varie tribù del Marocco, i Cabili dell'Algeria e i Tuareg del deserto

Storia, politica e tradizioni

Le Tribù. Storicamente i Berberi non hanno mai vissuto unitariamente in un loro Stato, ma sono stati governati da diversi regni e imperi. Anche ai nostri giorni le popolazioni berbere sono suddivise in numerose tribù inserite in diversi contesti nazionali ‒ fra gli altri, Tunisia, Marocco e Algeria (Maghreb) ‒ e spesso soffrono, come avviene nella regione algerina della Cabilia, del mancato riconoscimento da parte dello Stato della loro lingua e della loro cultura.

La struttura della tribù si fonda sulla grande famiglia patriarcale. In Marocco la donna è piuttosto libera e talvolta può influenzare gli affari della tribù; nel Rif (altopiani del Marocco) è riconosciuta la discendenza materna (matriarcato e patriarcato). La base dell'organizzazione sociale è il villaggio, con un consiglio degli anziani che aiuta il capo; vi sono poi confraternite di mutua assistenza. Le feste religiose e familiari sono molto sentite: le cerimonie nuziali durano tre giorni, la nascita di un figlio è celebrata per sette giorni.

Un interessante uso locale. In Cabilia, nelle più umili capanne ogni padrona di casa possiede un telaio per tessere: due rulli di legno sorretti da due montanti. Il rullo superiore è chiamato rullo del cielo, quello inferiore rappresenta, invece, la Terra. Quando le contadine berbere montano il telaio offrono alle vicine e ai passanti mandorle, fichi secchi, datteri, gli stessi cibi offerti durante il banchetto di nozze e di cui anche noi manteniamo un ricordo nei confetti alle mandorle. La montatura del telaio è, infatti, intesa come un matrimonio tra i due rulli che simboleggiano quello fra cielo e la Terra. Quando il tessuto è terminato si taglia il filo come si taglia il cordone ombelicale dopo il parto, e si pronuncia la stessa formula. Il tessuto è un parto nato dalle nozze del cielo e della Terra.

Anche il piatto dove si serve il cuscus ‒ una tipica pietanza nordafricana ‒ è decorato con simboli che rappresentano il cosmo e le anime: al centro una farfalla stilizzata (l'anima), sui bordi i segni astratti delle acque, delle montagne e delle nuvole; infine alcuni rombi a scacchi bianchi e neri rimandono alle offerte per i morti. Il cibo serale che vi è deposto è un'offerta propiziatrice e un appello alla fecondità della terra.

Religione e medicina

Fra i Tuareg, nomadi (v. nomadismo) del Sahara, le donne sono molto libere e non portano il velo; inoltre hanno il monopolio della lavorazione del cuoio. La religione predominante è quella islamica ma i Tuareg, anche se affiliati a varie confraternite musulmane, sono poco praticanti. Le loro idee religiose rispecchiano credenze molto antiche, come la presenza di numerosissimi jinn (che in arabo significa "geni, spiriti"), alcuni dei quali benefici, altri malevoli, che si aggirano sulla Terra provenienti da mondi invisibili. Vi sono stregoni che hanno il compito di avere contatti con i jinn in modo da neutralizzare le imprese di quelli malefici. È interessante la credenza che il pensiero umano possa dar vita a esseri magici che vivono in uno dei mondi invisibili che ci circondano.

Personaggio molto importante è il cantore o cantastorie che, accompagnandosi con strumenti musicali, racconta nei mercati le gesta degli eroi, la storia dei popoli, le vicende d'amore.

I medici sono molto rispettati e sono facilmente riconoscibili perché abbigliati con tuniche celesti e turbanti scuri con amuleti dorati. Sulle spalle portano cinghie che reggono davanti una tavola lunga quasi un metro e larga trenta centimetri con incastrate decine e decine di vasetti, materie prime per la loro farmacia ambulante. Mescolano arditamente teologia e medicina in una visione unitaria dell'essere umano, dei suoi rapporti con Dio, con gli altri uomini, con l'Universo. Usano centinaia di erbe e polveri curative, come menta, salvia, anice, malva, zafferano, hanna (Lausonia alba), le cui foglie disseccate sono antisettiche e combattono le infezioni.

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