Berenson, Bernhard

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Storico e critico d'arte (Butremanz, presso Vilna, 1865 - Settignano, Firenze, 1959), di famiglia ebrea lituana (che emigrando nel 1875 a Boston mutò il suo cognome originario Valvrojenski in quello di B.), naturalizzato americano. Studiò alla Harvard Univ. Venuto in Europa (1887) e stabilitosi a Firenze (1900), si dedicò allo studio della pittura italiana, seguendo il metodo di G. Morelli, che tuttavia usò sin da allora solo come mezzo per comprendere la formazione dell'artista (L. Lotto, 1895). The drawings of the Florentine painters (in 2 voll. 1903; ediz. ampliata in 3 voll. 1938) e The Italian painters of the renaissance (1930, contiene: Venetian painters of the renaissance, 1894; Florentine painters of the renaissance, 1896 e The central Italian painters of the renaissance, 1897; traduz. ital. di E. Cecchi, 1936, 2a ediz. riveduta, 1952; traduz. ital., 1954) sono opere fondamentali nel campo della critica d'arte, ad esse si accompagnano numerosi altri saggi, tra i quali citiamo: A Sienese painter of the Franciscan legend (1909); Three essays in method (1926); Drawings of the Florentine painters (1938); Aesthetics and history in the visual arts (1948; traduz. ital. di M. Praz); Sketch for a self-portrait (1949); Del Caravaggio, delle sue incongruenze e della sua fama (1951; ediz. inglese, 1953); L'arco di Costantino o della decadenza della forma (1952; ediz. inglese, 1954). Il B. poggiò la sua teoria estetica sulla teoria dei "valori tattili" e si avvalse di una vastissima cultura pittorica, letteraria e archeologica e di un'eccezionale sensibilità critica. Raccolse nella propria villa a Settignano ("I Tatti") opere di pittori italiani primitivi e del Rinascimento, bronzi cinesi e una preziosa biblioteca di arte, lasciati per testamento, insieme alla villa, alla Harvard University.

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