BETEL

Enciclopedia Italiana (1930)

BETEL (ebr. Bêt'êl "casa di Dio"; anticamente Luza, oggi Bētīn)

L. Gra.
Do. B.

L'odierno villaggio musulmano (894 m. s. m., circa 400 ab.) a 18 km. al nord di Gerusalemme sulla via di Naplusa, sorge sull'area del primo santuario della Palestina, ricco di ricordi biblici. Nella vicinanza Abramo piantò le tende ed eresse un altare. Giacobbe, dopo il misterioso sogno sulla numerosa discendenza del suo popolo, chiamò il luogo Betel, nome usato a designare un luogo santificato da una visione o teofania e che al tempo dell'occupazione israelitica passò alla vicina città cananea Luza (Lūz). Essa era ai confini delle tribù di Beniamino e di Efraim; fu poi città di confine tra i regni di Giuda e d'Israele. Nel periodo premonarchico fu centro di vita religiosa, meta dei pellegrini, e luogo di riunione per le tribù. Dopo lo scisma, Geroboamo vi mise l'immagine del vitello d'oro (I[III] Re, XII, 26) e d'allora fino al pio re Giosia, fu santuario idolatrico; fu perciò chiamata dai profeti Bethaven "casa dell'idolo" (Os., X, 5,8). L'importanza di questo santuario dovette essere grandissima; del resto non è da escludersi che altri antichi luoghi di culto cananei portassero lo stesso nome, che, come si è detto, è una designazione generica di luogo sacro piuttosto che un nome proprio. Singolare, e finora inesplicata, è la sua menzione nei papiri giudaici di Elefantine, nei quali dovrebbe intendersi, secondo alcuni, come nome divino, mentre, secondo altri, designerebbe una parte del tempio.

Dopo l'esilio vi tornarono ad abitare i Beniaminiti; al tempo dei Maccabei fu piazzaforte del generale sir Bacchide (160 a. C.) e nel 68 d. C. fu occupata da Vespasiano.

Rifiorì col cristianesimo. S. Girolamo con S. Paolo visitò la chiesa costruita sul luogo della visione di Giacobbe. Ai tempi dei Crociati fu feudo dell'abbazia di S. Giuseppe d'Arimatea, e poi (1160) del S. Sepolcro.

Restano ancor oggi le rovine della torre e della chiesa costruita dai Crociati, come di quella bizantina visitata da S. Girolamo. Tra le grandi pietre sparse nei pressi del villaggio gli studiosi credono di riconoscere la sopravvivenza di monumenti megalitici. Nel 1928 furono eseguiti scandagli archeologici che rivelarono un succedersi quasi ininterrotto di abitazioni dalla fine del periodo neolitico (3° millennio a. C.) in poi.

Bibl.: W. F. Albright, A Trial Excavation in the Mond of Bethel, in Bulletin of American School of Orient. Research (1928), p. 9 segg.

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