BIBLIOMANIA

Enciclopedia Italiana (1930)

BIBLIOMANIA (dal gr. βιβλίον "libro" e μανία "mania", fr. bibliomanie; sp. bibliomanía; ted. Bibliomanie; ingl. bibliomania)

Seymour de Ricci

Se l'amore dei libri è la bibliofilia, la mania per essi è chiamata da circa due secoli bibliomania. Si può dire, a mo' di definizione, che, sino a tanto che la scelta dei libri d'una collezione si fonda sull'interesse tipografico, letterario, storico o artistico ch'essi presentano, il raccoglitore è degno del titolo di bibliofilo; mentre, ogni volta ch'egli si lascia guidare dal capriccio o dalla moda, non è altro che un bibli0mane.

La bibliomania trova la sua origine nell'amor proprio dell'amatore, il quale ha sempre l'ambizione di distinguersi tra la folla dei suoi rivali; il libraio cerca, naturalmente, di offrire ai suoi clienti cose diverse da quelle ch'essi potrebbero trovare altrove: da ciò - e qui comincia la bibliomania - la preoccupazione di esaminare minuziosamente i diversi esemplari di una stessa opera, per scoprirvi varianti suscettibili di aumentare l'interesse o il valore di questo o quell'esemplare. A un amatore raffinato non riesce indifferente che un libro sia stampato su questa o quella carta, o su pergamena; che i margini siano più o meno grandi, resecati dal legatore o intatti. La bibliomania si mostra, invece, quando un amatore d'elzeviri computi al millimetro l'altezza del suo Pastissier françois, con la stessa ansietà (dice Charles Nodier) con la quale Federico il Grande misurava la statura dei suoi granatieri; o quando un compratore di libri moderni francesi pretenda che il rilegatore rispetti quelle escrescenze chiamate falsi margini o margini allargati; o quando un collezionista che si creda bibliofilo accetti, nei suoi scaffali, soltanto gli esemplari recanti il n. 2, dei libri a tiratura limitata.

È comprensibile che gli amatori delle prime edizioni d'autori celebri ricerchino con passione gli esemplari di prima tiratura, benché questi spesso non differiscano dagli altri che per avere in più qualche errore di stampa o per mancare di qualche foglio aggiunto. La celebre quartina:

Oui, c'est la bonne édition!

Voici bien, pages neuf et treize,

Les deux fautes d'impression

Qui ne sont pas dans la mauvaise

è una satira della bibliomania, ma fatta da un verseggiatore sicuramente non bibliofilo. Attirando l'attenzione su queste varianti i collezionisti hanno reso un vero servigio agli editori di testi, permettendo loro di distinguere dalle ristampe e dalle contraffazioni le vere edizioni originali, quali gli autori le hanno per la prima volta date al pubblico.

Ma la bibliomania riappare quando, per esempio, un compratore del Lattanzio di Subiaco (1465), il primo libro datato che si sia stampato in Italia, insisterà per avere - pagandolo assai caro - un esemplare contenente il foglietto di errata, cioè un esemplare della seconda impressione che, in virtù di questa moda inesplicabile, e contrariamente alla regola, varrà, per una volta, assai più della prima. E bibliomani sono anche quegli Anglo-sassoni che ricercano speciali edizioni della Bibbia in lingua inglese, deturpate da celebri errori di stampa; bibliomani quei Francesi che escludono dai loro scaffali un'opera originale di autore celebre, perché la copertina stampata porta scritto "seconda edizione" o "terza edizione", mentre l'esemplare appartiene, per tutto il resto, alla stessa tiratura di quelli la cui copertina non ha questa indicazione; bibliomani, infine, quelli che esigono che la copertina in parola sia rosa-salmone, e la rifiuteranno se sarà azzurra o gialla.

I bibliomani, tuttavia, potranno dire in loro difesa che la loro mania è, fra tutte, la più inoffensiva; che essa ha contribuito, più che qualsiasi altra, a salvare dalla distruzione molti libri preziosi; che tutti i bibliofili sono stati, all'occasione, bibliomani, e che non v'è bibliomane a cui la bibliofilia non debba qualche arricchimento delle nostre cognizioni, o cui le biblioteche pubbliche non siano debitrici di qualche prezioso dono.

Bibl.: L. Bouillioud-Mermet, De la bibliomanie, L'Aia 1761, nuova ed. a cura di P. Chéron, Parigi 1865; T. F. Dibdin, Bibliomania or book-madness, Londra 1809, 2ª ed., 1811, altre edd. 1842, 1876, 1903; Ch. Nodier, Le bibliomane, nei suoi Contes en prose, in Oeuvres, XI, Parigi 1837; Philomenste Junior (G. Brunet), La bibliomanie en 1878... en 1889,... en 1881,... en 1882,... en 1883,... en 1885,... en 1886-87-88-89, Bruxelles, poi Bordeaux 1878-1889, voll. 7.

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