Biden, Joseph Robinette, Jr.

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Biden, Joseph Robinette (Joe), Jr. – Uomo politico statunitense (n. Scranton, Pennsylvania, 1942). Esponente del Partito democratico, membro del Senato dal 1972 al 2008, in tale anno ha assunto la carica di vicepresidente del Paese durante la presidenza di B. Obama, riconfermato nel 2013. Candidato alle presidenziali del 2020, nel mese di novembre è stato eletto 46° presidente degli Stati Uniti d'America, subentrando dal 20 gennaio a D. Trump.

Vita e attività

Conseguita nel 1965 la laurea in Scienze politiche presso l’università di Newark e nel 1968 quella in Legge alla Syracuse University, ha svolto per un breve periodo la professione di avvocato per poi entrare in politica: nel 1972 è stato eletto senatore nelle fila del Partito Democratico nello stato del Delaware, riconfermato ininterrottamente fino al 2008, quando ha assunto la carica di vicepresidente del Paese durante la presidenza di B. Obama, riconfermato nel 2013. Nel corso del mandato di senatore B. ha inoltre ricoperto prestigiosi incarichi istituzionali, quali quelli di presidente della Commissione sulla giurisdizione del Senato (gennaio 1987 - gennaio 1995), della Commissione Esteri del Senato (giugno 2001 - gennaio 2009) e del Comitato di controllo sul narcotraffico internazionale del Congresso (gennaio 2007 - gennaio 2009). Candidatosi nell’aprile 2019 alle primarie democratiche per le elezioni presidenziali del 2020, ha progressivamente consolidato la sua posizione di front-runner fino alla vittoria del Super Tuesday del mese di marzo;  il ritiro dalla corsa per le presidenziali 2020 di B. Sanders, unico sfidante rimasto in lizza, ha assegnato a Biden il compito di confrontarsi con D. Trump alle presidenziali del novembre 2020, conferitogli formalmente a seguito della convention svoltasi nel mese di agosto, nel corso della quale K. Harris è stata scelta come candidato alla vicepresidenza, prima donna nera nominata in un ticket per la Casa Bianca nella storia degli Stati Uniti. Iniziale front-runner di un elettorato moderato, nel corso della campagna elettorale la sua agenda politica ha assunto toni maggiormente progressisti, enucleando quali temi cardinali la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso un ingente piano di investimenti nelle energie rinnovabili e, in ambito socioeconomico, un programma di aiuti destinato alle fasce a più basso reddito, l'assistenza all'infanzia e l’estensione dei piani sanitari federali già previsti dall’Obamacare. Alle consultazioni svoltesi il 3 novembre 2020, in un Paese lacerato da un clima di rigida polarizzazione politica e culturale, B. è stato eletto 46° presidente degli Stati Uniti, subentrando nella carica a Trump dal 20 gennaio 2021.

La frattura insanabile con la precedente amministrazione è stata perentoriamente affermata dall'urgente volontà di B. di disfarsi immediatamente dopo l'insediamento dell'operato trumpiano attraverso l'immediata emanazione di decreti esecutivi mirati a ribaltarne alcune discutibili scelte: tra i focus dell’amministrazione Biden figurano il rientro degli Stati Uniti negli accordi di Parigi per la lotta ai mutamenti climatici e nell'Organizzazione mondiale della sanità, l'abolizione del Muslim ban, il prolungamento del blocco degli sfratti per le fasce economicamente deboli, agevolazioni per la riunificazione dei minori migranti separati dalle famiglie e l'interruzione delle esecuzioni federali. Rispettando solo in parte gli impegni presi in campagna elettorale, e malfermamente collocato in una scena geopolitica mondiale stravolta da eventi epocali - in un biennio che ha assistito alle crisi profondissime nel settore sanitario prodotte dalla pandemia da Covid-19, al discusso ritiro delle truppe di pace dall'Afghanistan tornato sotto il controllo talebano, fino allo scoppio del conflitto russo-ucraino -, nonostante la progressiva perdita di consensi ampliata da una grave crisi economica e da forti tensioni sociali e interetniche, alle elezioni di metà mandato svoltesi nel novembre 2022 Biden è riuscito a conservare la maggioranza in Senato, perdendo di misura il controllo della Camera ma ottenendo un risultato comunque superiore ai sondaggi preelettorali. Nell'aprile 2023 l'uomo politico ha annunciato la sua candidatura per un secondo mandato alle presidenziali del 2024; nel dicembre dello stesso anno la Camera dei deputati ha formalizzato un'inchiesta di impeachment per accertare eventuali di abusi di potere e corruzione commessi dall'uomo politico per favorire le attività all'estero del figlio Hunter.

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