BIGAS LUNA, José Juan

Enciclopedia del Cinema (2003)

Bigas Luna, José Juan

Sebastiano Lucci

Regista cinematografico spagnolo, nato a Barcellona il 19 marzo 1946. Spirito polemico e dissacrante, ha eletto a temi delle sue opere l'ossessione del desiderio, il corpo come strumento della passione, il sesso come provocazione. Nel concepire l'atto creativo come concretizzazione delle proprie fantasie (spesso caratterizzate in senso feticistico), ha elaborato uno stile e una poetica che spesso sconfinano nell'eccesso e nell'esasperazione. Nel 1992 ha ottenuto il Leone d'argento alla Mostra del cinema di Venezia per Jamón jamón (Prosciutto, prosciutto).

Dopo le scuole superiori a Barcellona, intraprese nel 1967 gli studi di economia all'università, che abbandonò presto per dedicarsi all'arte figurativa. Nel 1973 creò quindi l'Estudio Gris, specializzato nel disegno industriale e nell'arredamento di interni; nello stesso periodo, insegnò presso la scuola di comunicazione e disegno Eina y Elisava e iniziò a occuparsi di cinema, cui si dedicò completamente dalla fine degli anni Settanta. Diresse infatti nel 1976 il suo primo lungometraggio, Tatuaje, un poliziesco tratto da un romanzo di M.V. Montalbán, seguito da Bilbao (1978; La chiamavano Bilbao) e Caniche (1979), storie di due ossessioni rispettivamente erotica e zoofila. Nella prima metà degli anni Ottanta si è trasferito a Los Angeles, dove è rimasto per quattro anni, entrando in contatto con l'industria cinematografica statunitense e realizzando tre film: Renacer (1981), Lola (1985) e Angustia (1987; Angoscia), quest'ultimo completato al suo ritorno in Spagna. Ha poi diretto Las edades de Lulú (1990; Le età di Lulù), film provocatorio che lo ha imposto all'attenzione del pubblico e della critica. Sempre in Spagna ha realizzato Jamón jamón, Huevos de oro (1993; Uova d'oro) e La teta y la luna (1994), sorta di trilogia dalla forte carica sensuale, erotica e irriverente dei suoi personaggi. La stessa atmosfera verrà riproposta nel successivo Bámbola (1996; Bambola). In La camarera del Titanic (1997; L'immagine del desiderio), tratto dal romanzo di D. Decoin, ha affrontato con uno stile venato sempre di sensualità, ma anche di romanticismo, la storia di un'ossessione d'amore. Nel film in costume Volavérunt (1999) ha ritratto una figura di donna intrappolata nelle convenzioni del mondo che la circonda, mentre in Son de mar (2001), ha narrato una vicenda d'amore che si tinge di calore e di emozioni mediterranee.

Bibliografia

M.F. Minnella, Bigas Luna, Roma 2000; I. Pisano, Sombras de Bigas, luces de Luna, Madrid 2001.

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