Viola, Bill

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Violavióulë⟩, Bill. - Videoartista statunitense (n. New York 1951). Dopo un esordio in campo musicale, si è dedicato alla videoarte. Nelle sue opere, filmati video o videoinstallazioni multimediali incentrate sulla rappresentazione allegorica di cicli vitali (del giorno e della notte, della nascita e della morte, ecc.), convergono influenze diverse, dalla musica alla filosofia, alle immagini tratte dai mass media che V. trasfigura in sequenze di forte impatto emotivo, dense di significati metaforici e spesso d'accento lirico.

Vita

Ha studiato (1969-73) nel dipartimento di studi sperimentali del College of visual and performing arts della Syracuse University (New York). Accanto all'interesse per il video come mezzo espressivo ha coltivato quello per la musica, studiando con David Tudor (1926-1996) e collaborando con il suo gruppo Composer inside electronics (1974). Dal 1974 al 1976, a Firenze, è stato direttore tecnico di produzione dello studio di videoarte Art/Tapes/22, collaborando con artisti europei e americani (G. Paolini, M. Merz, J. Kounellis, V. Acconci). Con un lungo soggiorno in Giappone (1980-81, nell'ambito della Japan/US creative arts fellowship) ha approfondito lo studio delle tecnologie avanzate del video e i suoi interessi per le filosofie orientali studiando con Daien Tanaka, pittore monaco zen.

Opere

Oltre a videotapes (A million other things, 2, 1975; The reflecting pool, 1977-79), ha realizzato videoinstallazioni sonore: Il vapore (1975); Room for St. John of the Cross (1983); The sleep of reason (1988); Nantes triptych (1992); Stations (1994); The messenger (1996, creata per la cattedrale inglese di Durham); The crossing (1996); del 2008 è Acceptance,  video in bianco e nero su display al plasma. Nel 1995 ha rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia con Buried secrets (Hall of whispers, Interval, Presence, The veiling, The greeting); in quella del 2001 ha presentato le videoinstallazioni Quintet of the unseen (2000) e Surrender (2001), e in quella del 2007 Ocean Without a Shore. Ancora nel 2001 la videoinstallazione The greeting (1995) è stata in mostra nella pieve di S. Michele a Carmignano in diretto confronto con il dipinto che l'ha ispirata, la Visitazione di Pontormo. Dalla successiva collaborazione con P. Sellars e E.-P. Salonen si è sviluppato il progetto per la produzione di Tristan und Isolde, rappresentato per la prima volta all'Opéra National di Parigi nel 2005.Tra le moltissime mostre dedicate alla sua opera si ricordano quella organizzata dal Whitney Museum di New York, che è stata presentata a Los Angeles, New York, Amsterdam, Francoforte, San Francisco e Chicago (1997-2000), l'ampia antologica tenutasi al Grand Palais di Parigi (2014) e, in Italia, le esposizioni allestite a Roma (2008-2009, Palazzo delle Esposizioni), Firenze (2011-12, Museo Gucci; 2017, antologica articolata in diverse sedi, da Palazzo Strozzi al Museo dell'Opera del Duomo), a Palermo (2021-22, Purification, Palazzo dei Normanni), Roma (2022, Palazzo Bonaparte) e Milano (2023, Palazzo Reale).

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