Altoviti, Bindo

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Banchiere e mecenate (Roma 1491 - ivi 1557); ampliò le attività bancarie del padre Antonio, trasferitosi da Firenze a Roma, ed ebbe l'appalto di varie gabelle pontificie. Si impose particolarmente dopo la morte di A. Chigi e prestò somme cospicue al duca Carlo di Savoia e a Enrico II di Francia. Mecenate, fu in rapporto con Raffaello, Michelangelo, Cellini, Vasari, ecc. Ma soprattutto è noto per l'interesse con cui seguì le vicende della sua patria, osteggiando sempre i Medici dopo il loro ritorno a Firenze (1530); appoggiato da Paolo III, il cui pontificato segnò l'apogeo delle sue fortune, difeso da Giulio III, sostenne i fuoriusciti fiorentini che guidati da suo figlio Giovanni Battista si unirono a P. Strozzi e ai Francesi ma furono sconfitti dalle truppe fiorentine e imperiali a Marciano della Chiana (1544). Di conseguenza gli furono confiscati varî beni in Firenze e anche la dote della moglie, Fiammetta Soderini; ma l'A. persistette fino alla morte nella sua opposizione antimedicea.

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