Biomateriale

Dizionario di Medicina (2010)

biomateriale


Sostanza (diversa dai farmaci) di origine naturale o sintetica, che può essere impiegata per un qualunque periodo di tempo, sia da sola sia come parte di un sistema, al fine di trattare, potenziare, sostituire qualsiasi tessuto, organo o funzione del corpo.

Biocompatibilità

Un b. deve possedere proprietà meccaniche, chimiche ed elettriche tali da non danneggiare i sistemi biologici e da non essere a sua volta danneggiato dopo la sua inserzione entro un organismo vivente o dopo il suo contatto con esso. Un materiale biocompatibile ideale dovrebbe quindi essere caratterizzato da una buona stabilità chimica; assenza di tossicità e cancerogenità; assenza di fenomeni di rigetto; assenza di effetti che possano provocare la coagulazione del sangue (emocompatibilità). Per valutare la biocompatibilità di un certo materiale occorre considerare anche forma fisica, sede dell’impianto e sua durata, presenza di additivi (come quelli plastificanti o stabilizzanti, nel caso di polimeri) e natura degli eventuali prodotti di degradazione. Nel caso di un impianto medico, la biocompatibilità dipende dallo stabilirsi di interazioni favorevoli fra i materiali che lo compongono e i tessuti circostanti. Materiali che non suscitano reazioni di alcun genere da parte dell’organismo ospite sono adatti per applicazioni temporanee (per es., certi tipi di catetere) ma non per applicazioni a lungo termine (per es., protesi cardiovascolari od ortopediche). Infatti, perché un impianto assicuri prestazioni stabili nel lungo periodo non basta che sia tollerato passivamente dall’organismo, ma deve essere in qualche modo incorporato ai tessuti circostanti e comportarsi alla fine come un settore funzionale dell’organismo ospite. Questo presuppone che l’impianto subisca una colonizzazione cellulare e che le cellule colonizzanti vi aderiscano adeguatamente.

Tipologie di biomateriali

Le vie che vengono seguite nello sviluppo di nuovi b. sono sostanzialmente quattro: impiego di materiali di origine biologica trattati opportunamente e usati per protesi; impiego di materiali artificiali (polimeri, metalli e materiali ceramici), sia già utilizzati in altri settori sia appositamente sintetizzati per renderli più idonei alle condizioni in cui debbono operare; produzione per via sintetica di materiali identici a quelli naturali; rigenerazione per via naturale su supporto artificiale di materiali identici a quelli naturali.