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Blair, Anthony Charles Lynton, detto Tony

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Uomo politico britannico (n. Edimburgo 1953). Eletto segretario del Labour party (1994), guidò il partito alla vittoria nelle elezioni del 1997, sostenendo una politica che coniugava i principi liberali del mercato e della responsabilità individuale con le esigenze di tutela sociale tipiche della tradizione laburista. Confermato alla guida del governo nel 2001 e nel 2005, fu il primo leader laburista a vincere tre elezioni politiche consecutive.

Vita e attività

Laureatosi in legge alla Oxford University, esercitò la professione di avvocato. Iscritto al Labour party dal 1975, eletto alla Camera dei comuni nel 1983, B. si impegnò in dure battaglie per rinnovarne la linea politica in senso liberale e antistatalista. La sua ascesa nel partito culminò nel 1994, quando fu eletto segretario: da allora il suo prestigio politico andò aumentando fino alla vittoria nelle elezioni del maggio 1997. B. si presentò con un programma sostanzialmente centrista, in sintonia con un elettorato moderato ma stanco dell'egemonia tory, sostenendo la necessità dell'integrazione nell'UE, di un più deciso decentramento amministrativo, nonché di una politica economica in larga misura neoliberista. I risultati ottenuti da B. sul terreno economico nei primi anni di governo non impedirono tuttavia che una parte della tradizionale base laburista si dimostrasse critica verso la sua linea in materia di welfare. Positivo fu invece il giudizio dell'opinione pubblica sul processo di decentramento politico-amministrativo della Scozia e del Galles. Presente sulla scena politica europea pur senza aderire alla moneta unica, B. avviò un nuovo corso laburista che, ben lontano dalla tradizione del partito, affiancava a una linea pragmatica e liberale una forte carica etico-nazionalistica: indicativi in questo senso sono stati i richiami morali ai "doveri contro i diritti" e, insieme, la rivendicazione di un primato nazionale. Durante la guerra della NATO contro la Iugoslavia (marzo-giugno 1999) B. si distinse per un risoluto sostegno all'intervento: nonostante il consenso conquistato nel paese con questa linea politica, nelle elezioni europee del giugno 1999 l'euroscetticismo dell'elettorato inglese si tradusse per B. e il suo partito in una vera e propria sconfitta elettorale (28% contro il 36% dei tories). Una questione poi affrontata ma non risolta dall'amministrazione B. fu quella nordirlandese: dopo l'accordo dell'aprile 1998 raggiunto grazie all'appoggio degli Stati Uniti e della Repubblica d'Irlanda e all'apertura, per la prima volta nella storia dei negoziati, al Sinn Féin (braccio politico dell'IRA), il processo di pace si interruppe di nuovo nel giugno 1999. In occasione dell'intervento in Afghānistān (ott. 2001), B. assunse un ruolo centrale nella costruzione delle alleanze internazionali e nella stessa conduzione militare del conflitto, distinguendosi per un pieno appoggio alle scelte degli Stati Uniti. Altrettanto deciso fu il supporto di B. al presidente degli Stati Uniti in merito al piano di invasione dell'Iraq per rovesciare Ṣaddām Ḥusain, accusato di possedere armi di distruzione di massa. Con la fine del conflitto, accertata l'infondatezza delle accuse che avevano motivato l'aggressione, il premier britannico veniva fatto oggetto di dure critiche, anche all'interno del suo partito. Alle elezioni politiche del maggio 2005, il Partito laburista usciva ancora una volta vittorioso e B. inaugurava il suo terzo mandato di primo ministro, ma in un clima segnato da un sensibile calo di consensi. Dopo gli attentati terroristici a Londra (luglio 2005), il premier annunciò una legge antiterrorismo che avrebbe prolungato da 14 a 90 giorni la detenzione preventiva per i sospetti terroristi o fiancheggiatori del terrorismo islamico. Presentata alla Camera dei comuni, la legge fu bocciata il 9 novembre dello stesso anno; questa sconfitta evidenziò una perdita di credibilità del premier britannico, compromessa soprattutto dalla vicenda irachena, che portò in seguito (giugno 2007) alle dimissioni di B. dalla guida del partito e del governo. Da quando lasciò gli incarichi politici al 2015, B. fu mediatore per il Medio Oriente su mandato di ONU, Russia, UE e Stati Uniti.

Vedi anche
James Gordon Brown Uomo politico britannico (Glasgow 1951). Laureato in storia all’Università di Edimburgo (1972), nel 1983 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei comuni. Nel 1993 è diventato membro della direzione del Partito laburista, che in sintonia politica con  T. Blair ha contribuito a risollevare fino ... David William Donald Cameron Uomo politico britannico (n. Londra 1966). Ultimati nel 1988 gli studi di filosofia, politica ed economia ad Oxford, ha aderito al Partito conservatore divenendo nel 1992 consulente particolare del cancelliere dello Scacchiere N. Lamont e l’anno successivo del ministro degli Interni M. Howard; nel 2001 ... Galles (ingl. Wales) Regione storica e amministrativa della Gran Bretagna (20.732 km2 con 2.980.000 ab. nel 2007). Capitale Cardiff. Forma un vasto aggetto peninsulare, bagnato dal Mare d’Irlanda a N, dal Canale di Bristol a S, dal Canale di San Giorgio a O. Ad E il confine con l’Inghilterra, che risale alla ... Repubblica d’ Irlanda Stato isola omonimaIrlanda, Repubblica d’  Stato dell’Europa occidentale, corrispondente alla maggior parte (ca. 4/5) dell’isola omonima. Per le caratteristiche fisiche ➔ Irlanda. Popolazione Il tasso d’incremento demografico (8‰ nel decennio 1990-2000), in linea con quello dei paesi a economia avanzata, ...
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Vocabolario
bla bla
bla bla (o bla-bla, o blablà; più raram. bla bla bla). – Espressione onomatopeica, di uso internazionale, per indicare un discorso o un chiacchiericcio vano, futile, senza costrutto; anche sostantivato al masch.: che voleva dire con il...
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
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