BOCCHE DI BONIFACIO

Enciclopedia Italiana (1930)

BOCCHE DI BONIFACIO (A. T., 24-25-26)

Antonio Renato Toniolo

BONIFACIO È lo stretto fra le isole di Corsica e di Sardegna, che unisce il Tirreno al Mediterraneo occidentale. Situate a 41° 20′ lat. N., larghe 12 km. fra Capo Pertusato in Corsica e Punta Falcone in Sardegna, si restringono a 7 km. fra l'isola di Lavezzi a nord-ovest e l'Isola Razzoli a sud-est, dove la profondità si mantiene sempre inferiore ai 50 m. Lo stretto si trova sulla rotta di grande navigazione che da Marsiglia, per lo Stretto di Messina, va al Canale di Suez, per cui è assai frequentato dalle linee di navigazione francesi per l'Estremo Oriente. Sul lato orientale le Bocche sono guardate dall'Arcipelago della Maddalena (italiano), costituito da 7 isole maggiori e gran numero d'isolotti minori e scogliere; e dalle isole Lavezzi e di Cavallo (francesi) con numerosi scogli e secche.

Le correnti seguono nello stretto la direzione del vento dominante, con velocità proporzionale alla forza del vento stesso. La navigazione, sicura in tempo di bonaccia, diventa difficile in tempo di burrasca, soprattutto se si producono colpi di vento di NO., i quali originano una forte corrente di traversia che tende a gettare i natanti sulle scogliere della Corsica. È ancora ricordato il naufragio della fregata Semillante, che il 15 febbraio 1855 andò a spezzarsi sullo scoglio di Lavezzi, dove trovarono la morte 773 soldati francesi imbarcati per rinforzo alle truppe di Crimea, e l'altro del vapore Èvénement, che naufragò nella notte del 21 gennaio 1893.

L'importanza strategica di questo passaggio ha indotto l'Italia, fin dal 1887, a fortificare l'arcipelago della Maddalena a dominio delle Bocche stesse, mentre, più tardi, la Francia prese contromisure difensive, armando in Corsica l'alta scogliera di Bonifacio e di C. Pertusato, nonché il vicino Golfo di Santa Manza.

Per quanto riguarda l'origine e l'evoluzione morfologica delle Bocche, risulta dall'andamento delle isobate di m. 50 e 60 e dagli studî del Forton e del Castelnau, che queste rappresentano la scarpata di uno zoccolo granitico peninsulare, che emerse fin dopo il Pliocene, per cui le isole Lavezzi e di Cavallo erano unite alla Corsica e l'arcipelago della Maddalena alla Sardegna, separati fra loro solo da un canale largo poco più di 1 km. e fondo 5 m.; mentre a occidente, tra i 60 e i 70 m., si stendeva un basso fondo di abrasione marina. Prima dell'ultima invasione glaciale le penisole sarebbero andate sommergendosi lentamente, per cui l'azione del mare attaccava le parti ancora emerse, frazionandole, prima del Neolitico, nelle odierne isole a groppe poco elevate e in quel mondo di scogli e secche che rendono oggi difficile la navigazione.

Bibl.: Ch. Forton, Sur l'histoire de Bonifacio à l'époque néolitique, in Actes de la Soc. linnéenne de Bordeaux, LIII (1898); id., Nouvelles preuves de l'existence du détroit de Bonifacio à l'époque néolitique, in Ass. Franç. pour l'avancement des sc., 30ª sessione, 1901; P. Castelnau, Les côtes de Corse, étude morphologique, in Revue de géographie annuelle, IX (1916-21), Parigi 1922; La Corse et l'Île d'Elbe, in Guides Bleus, Parigi 1929; T. C. I., Sardegna e Corsica, in Guida d'Italia, 2ª ed., Milano 1929. Carte: Istitut Idrografico della R. Marina, Portolano delle carte d'Italia, fasc. 2: Isola di Sardegna, Genova 1902; id., Le Bocche di Bonifacio, carta idrografica n. 73, Genova 1905.

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