Bolscevismo

Dizionario di Storia (2010)

bolscevismo


Movimento politico e dottrina sviluppatisi in Russia. Il b. nacque all’interno del Partito operaio socialdemocratico russo, fondato nel 1898 da G.V. Plechanov e da P. Axelrod. Durante il secondo congresso, che si tenne a Londra nel 1903, il partito si era suddiviso in due frazioni, massimalista e minimalista. I bolscevichi (dal russo bol´ševik «maggioritario») rappresentavano la corrente più rivoluzionaria, che si opponeva alla minoranza dei menscevichi (dal russo men′ševik «minoritario»). Guidati da Lenin, che sviluppò la sua concezione organizzativa nel Che fare? (1902), i bolscevichi erano convinti della necessità di costruire un partito formato da rivoluzionari di professione, caratterizzato da una rigorosa disciplina e da un severo centralismo (evolutosi poi in «centralismo democratico»). Infatti, in polemica con le altre componenti della socialdemocrazia russa, Lenin affermava che la coscienza di classe non si sviluppa spontaneamente tra gli operai, ma dall’esterno, a opera del partito rivoluzionario, un’avanguardia capace di alternare propaganda legale e illegale, partecipazione alla vita parlamentare e lotta rivoluzionaria, per impadronirsi del potere, instaurare la dittatura del proletariato e avviare la trasformazione della società. Le due frazioni, bolscevica e menscevica, procedettero in un primo tempo mantenendo un certo accordo. Tuttavia, in occasione dei moti rivoluzionari del 1905 le divergenze si accentuarono, coinvolgendo anche aspetti fondamentali del programma e della strategia socialdemocratica: la Rivoluzione del 1905, democratico-borghese per entrambi gli schieramenti, secondo i bolscevichi non poteva che essere diretta dal proletariato e dai contadini poveri. I due gruppi giunsero alla scissione definitiva nel 1912 (allorché i bolscevichi si costituirono in partito autonomo) e al conflitto aperto nel 1917. Dopo la Rivoluzione del febbr. 1917 i menscevichi rimasero legati a una visione democratico-parlamentare, convinti che soltanto un pieno sviluppo della società e delle istituzioni borghesi avrebbe potuto creare le condizioni per una futura rivoluzione socialista in Russia. Invece i bolscevichi, a partire da aprile, si convertirono alla prospettiva, indicata da Lenin, di un rapido passaggio alla fase socialista della Rivoluzione. La Rivoluzione d’ottobre in Russia, realizzata fondamentalmente attraverso la dittatura del partito bolscevico, tradusse in pratica la prospettiva di Lenin. I bolscevichi si impadronirono del potere il 7 nov. 1917, poco più di sei mesi dopo il ritorno in Russia di Lenin e Trockij. Nell’Assemblea costituente, democraticamente eletta, i bolscevichi erano in minoranza, disponendo soltanto di 185 seggi contro i 495 dei socialisti rivoluzionari: essi la sciolsero quindi con la forza il giorno stesso della sua convocazione, giudicando intollerabile l’arresto del processo rivoluzionario per decisione delle masse rurali più arretrate. Nel 1918 i bolscevichi assunsero il nome di Partito comunista russo (bolscevico), poi trasformatosi (1925) in Partito comunista (bolscevico) dell’Unione sovietica.

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