BOMBAY

Enciclopedia Italiana (1930)

BOMBAY (pron. bombē, da Mumbā, nome di una dea locale; A. T., 93-94)

Camillo MANFRONI

Il più importante centro marittimo dell'India Inglese, situato sull'isola dello stesso nome, a 18° 55′ N. e 72° 54′ E. Una gettata artificiale la unisce all'isola di Salsette e poi alla terra ferma. Amministrativamente è considerata distretto a sé con 57 kmq. e una popolazione totale (1921) di 1.175.914 ab. (979.400 nel 1911), per 2/3 Indù, poi Musulmani, Parsi, Cristiani, ecc. Gli Europei sono circa 50.000.

Per la bellezza del suo aspetto, come per i vantaggi commerciali della sua posizione, Bombay supera tutte le altre città dell'India propria. L'ingresso nella rada presenta un magnifico panorama, quantunque nella stagione asciutta sia velato da una leggiera caligine generale e l'acqua del mare sia sempre giallognola e torbida. Fanno sfondo le catene bluastre dei Ghati Occidentali, mentre il primo piano è rotto da isole e solcato da innumerevoli bianche vele indigene e da una vera flotta di piroscafi d'ogni nazionalità e d'ogni dimensione. La bassa costa, per circa 8 km., è artificialmente trasformata in docks e banchine d'imbarco. Dietro la spiaggia bassa e disadorna, spicca dapprima il verdeggiante Colle Malabar, poi si schiude la pittoresca Back Bay, coronata dalla parte migliore della città; viene poi la rada con la chiesa di Colaba e l'alta torre dell'università; in terra ferma, emerge sulle altre la collina Malanggarh Hill, sulle cui rocce perpendicolari appaiono tuttora le rovine di un antico forte. Sulla punta di Colaba fu costruito nel 1874 il gran faro di prima classe visibile ai navigatori da circa 30 km.

La città europea consiste di fabbricati costruiti secondo stili europei adattati all'ambiente, con maestosi edifici pubblici, vaste strade, piazze e giardini. Verso N. si estende il popoloso quartiere indigeno col suo bazar, il quale ha strade strette e aspetto assai diverso, ma conserva sempre più o meno una relativa ricchezza.

Nel quartiere europeo, il gruppo più importante dei pubblici edifici si allinea sull'Esplanade guardante la Back Bay: verso N., nei pressi della stazione Victoria Terminus, sorgono il palazzo del giornale Times of India e il grande mercato coperto, luogo di alto interesse perché vi si possono ammirare tutti i prodotti alimentari indiani. Da questo punto può dirsi che incomincia il quartiere indigeno con le due principali arterie, la Kalbadavi Road e l'Abdur Rahman Street. Varie case presentano interessanti lavori di legno scolpito richiamanti lo stile del Gugerat. Qua e là vi sono templi indù o moschee maomettane fra gli estesi bazar allineati e pigiati lungo le vie più tortuose e strette dove, in lunghi percorsi, si agita una vera marea incessante di umanità asiatica.

Interessantissimo è il bazar dei gioiellieri (oltre 3000) ed anche quello dei tessuti, ma il più attivo e rumoroso è quello dei fabbricatori di vasellami di ottone. Seguono i bazar degli intagliatori d'ebano e di sandalo, quelli dove si lavora la tartaruga, la lacca, i metalli pre- ziosi, ecc. La più suggestiva curiosità indigena, forse unica al mondo, consiste nelle cinque Torri del silenzio, costruite fra la rigogliosa verzura del Colle Malabar: esse servono di cimitero ai Parsi, i quali, secondo un severo rito loro proprio, dettato da Zoroastro, espongono i cadaveri al sole su speciali grate, nell'interno di quelle alte muraglie circolari dove gli avvoltoi indisturbati compiranno la prima opera macabra di consumazione. Altrove, nei pressi del quartiere europeo, esiste il luogo dove gli Indù bruciano giornalmente i loro morti su appositi roghi allineati, riparati da semplici paraventi.

Le più remote notizie sulla località ci mostrano il distretto di Bombay composto di sette isole facenti parte del reame di Aparanta, sotto un re, di nome Aśoka. Durante le dinastie Maurya e Chālukya (450-750 circa) il principale centro della baia era Puri sull'isola Elephanta, ove ancor oggi si ammira uno dei più vecchi templi trogloditici di fede indù. Ma la vera prima città sorse sotto Rājā hīma di Deogir entrato nel Deccan nel 1294. Più tardi le isole di Salsette e di Bombay furono conquistate dai maomettani del Gugerat (1348).

Lo sviluppo di Bombay si svolse soprattutto a datare dal 1840, con la fondazione della prima banca, e con la successiva costruzione nell'interno delle ferrovie che attirarono a Bombay servizî sempre più numerosi delle principali linee europee di navigazione. Fra queste non ultima l'italiana Rubattino (1857), che vi mantenne a lungo una linea regolare e apprezzatissima dagl'Inglesi stessi. Tra il 1861 e '65 il commercio del cotone ebbe un enorme incremento, che coincide con la guerra civile nordamericana. Dopo il 1872 si estesero rapidamente le comunicazioni ferroviarie nell'interno dell'India e in pari tempo si moltiplicarono le comunicazioni marittime costiere. Nel 1881 la popolazione contava 773.000 abitanti. Le risorse di Bombay furono nel 1899 la salvezza del Natal, per la prontezza e l'importanza del contingente fornito in uomini e approvvigionamenti.

Poche città al mondo offrono una così grande varietà di razze, di religioni, di caste, di abbigliamenti, di costumi: agl'Indù ed ai Maomettani si aggiungono i caratteristici Parsi, i Baniani, i Jain, i Konkani di discendenza araba-indù; i Sidi, discendenti da guerrieri indigeni e da schiavi dello Zanzibar; gli Ebrei, gli Arabi, i Kohl, gli Europei, i meticci. Tra le lingue parlate dagli indigeni prevalgono il marathi, il gujarathi e l'hindustani. I Parsi e gli Ebrei competono con gl'Inglesi sui mercati d'Europa.

La terra dell'isola è fertilissima: produce principalmente riso, ortaggi e frutta, in luogo degli antichi cocchi oramai assai diminuiti. Sono assai prosperose le industrie della tintoria, della concia, della lavorazione dei metalli, favorite dalle maestranze che escono dalle scuole d'arte e mestieri. Importantissima è l'industria tessile, in massima parte nelle mani degl'Indù; Bombay è inoltre il centro di distribuzione delle cotonate estere in tutta l'India occidentale. Ma lo sviluppo delle comunicazioni con l'interno e con l'esterno ha determinato una meravigliosa attività commerciale, che è la vera fonte della ricchezza di Bombay. Fra i principali generi di esportazione sono da annoverare il cotone greggio (1/2 milione di tonn. nel 1925-26), semi oleosi, grano, legnami, droghe e mille altri prodotti dell'India; si importano le più svariate materie lavorate, specialmente cotonate, macchine, metalli. Il commercio esterno totale ammontò nell'anno 1925-26 a 2350 milioni di rupie: 1300 all'esportazione e 1050 all'importazione.

Bombay, porta dell'India, ne è la vera sintesi sotto quasi tutti i punti di vista.

La Presidenza di Bombay. - La Presidenza di Bombay, ripartita nelle due divisioni amministrative principali del Sind e di Bombay, comprende anche il possesso di 'Aden e dal suo governo dipendono numerosi stati indigeni; nei suoi confini geografici sono inclusi i possedimenti portoghesi di Diu, Daman e Goa. Il territorio si estende tra il 13°53′ ed il 28°29′ N. e dal 66°40. al 76°32′ E. Confina a N. col Baluchistan, ad E. con gli stati indigeni del Rajputana e della Central India Agency e con i dominî del Nizam di Haiderabad; al S. con la Presidenza di Madras e lo stato di Mysore.

I numerosi (151) stati indigeni comprendono il Khairpur (v.), nel Sind; gli stati del Cutch (v.), del Kathiawar (v.), e di Palanpur, nel Gugerat; gli stati delle agenzie di Surat e del Khandesh, Surgana e Jawhar nel Deccan nord-occidentale; Janjra, Bhor, gli stati dell'agenzia di Satara, Kolhapur (vt), Akalkot, ecc., a sud di Bombay.

Oltre 3/4 della popolazione sono di religione indù, costituendo i musulmani (4.151.000) la maggioranza soltanto nel Sind: seguono per importanza numerica gli animisti (2.281.000), i jain (482.000), i cristiani (374.000), i parsi (84.000), i sikh (8700). Le lingue parlate sono il sindi, il cutchi, il gujarati, il marathi e, nel sud, il canarese, una delle lingue dravidiche.

I primi stabilimenti inglesi sulla costa (Surat 1616, Bombay 1665) furono fondati mentre in varie parti del territorio si svolgeva la lunga guerra tra i Maharatti e gl'imperatori di Delhi; nel 1774 avvenne la prima collisione tra Inglesi e Maharatti, durata si può dire sino al 1782. Finalmente nel 1827 la Presidenza di Bombay prese più o meno la forma attuale che andò sempre più allargandosi e consolidandosi, specialmente sotto il governo di lord Elphinstone (1853-60) e sir Bartle Frere (1862-67). Nel 1924 gli stati indigeni del Gugerat (Western India States Agency) furono posti in relazione diretta col governo dell'India.

Gli aspetti fisici del territorio della Presidenza sono varî in conseguenza della sua vastità. Il Sind, il distretto più settentrionale, che comprende la bassa valle e le foci dell'Indo, è un monotono deserto (parte del Thar) raramente ondulato, solo in piccola parte assai ben coltivato lungo i fiumi e i canali artificiali. Il Gugerat invece è il più ricco suolo della Presidenza ed il più denso di popolazione. Comprende le valli del Narbada e del Tapti ed incorpora numerosi stati indigeni, compreso quello indipendente di Baroda (v.). Dal Golfo di Kambāyah verso S., corre lungo la costa la catena dei Ghati Occidentali o Sahyadri, sede degli storici forti Maharatti. Dietro ad essi si stende l'arido e spesso roccioso pianoro del Deccan, scarso di vegetazione arborea, che nel sud prende anche il nome di paese meridionale dei Maharatti. Il versante dei Ghati esposto verso l'oceano è invece umido e boscoso: quivi si estende la regione del Konkan, dal rilievo assai vario e molto coltivata (riso, palma del cocco, ecc.). Il clima in generale non è dei più favorevoli all'europeo, e in certi luoghi e stagioni è addirittura deleterio.

Complessivamente è notevole lo sviluppo dell'agricoltura (cotone, riso, miglio, dura, mais, canapa, indaco, tabacco, canna da zucchero). I prodotti della pesca sono pure notevolissimi, sia nelle acque dolci che lungo le coste del mare. Non mancano buoni prodotti nelle foreste: (teak, ebano, sandalo, Dalbergia, Terminalia). Molto sviluppata è l'industria tessile. Una buona rete ferroviaria (9000 km. nella Presidenza) che si irradia da Bombay facilita il commercio e l'industria; gli altri centri più importanti sono Karachi, Hyderabad, Ahmadabad, Baroda, Surat, Poona, Sholapur e Hubli.

Bibl.: The Imperial Gazetter of India, VIII, Oxford 1908; Murray's Handbook. India, Burma and Ceylon, Londra 1920.

Le prime relazioni degli Europei con la regione di Bombay, risalgono al primo decennio del sec. XVI, quando i Portoghesi stabilirono alcune piccole fattorie lungo la costa occidentale della penisola indiana; le isole su cui Bombay (l'antica Eptanesia) sorge, furono cedute da uno dei sultani indigeni al Portogallo nel 1534. Il territorio fu diviso dalla Corona in molti feudi militari ed ecclesiastici, e fra questi ultimi i più ricchi e più redditizî furono assegnati alla compagnia di Gesù. Gli stabilimenti portoghesi prosperarono e si allargarono lungo le coste, non però nell'interno, durante tutto il sec. XVI: ma nel secolo successivo dovettero sostenere la lotta con gli Olandesi e poi con gli Inglesi, la cui Compagnia delle Indie Orientali aveva ottenuto nel 1616 una fattoria a Surat. In seguito agli accordi, detti di Methwold (1634) tra il viceré di Goa e il governatore inglese di Surat, venne ristabilita la pace tra i possedimenti inglesi e quelli portoghesi; durante il governo di Cromwell scoppiò la grande guerra anglo-olandese, che ebbe una larga eco nelle colonie dell'India occidentale, ma senza conseguenze durature. Ristabiliti gli Stuart sul trono inglese, la colonia inglese fece un notevole acquisto: poiché la città e il territorio di Bombay furono ceduti al re Carlo II come dote di Caterina di Braganza (1661) e il re a sua volta cedette tutti i suoi diritti alla Compagnia accontentandosi di poche sterline annue.

La compagnia fece di Bombay il centro di tutti i suoi possedimenti occidentali, che vennero sempre più allargandosi lungo le coste del mare arabico: fortificò le isole su cui Bombay sorge, vi stabilì una guarnigione permanente, di cui si servì per respingere i ripetuti attacchi, così della potente confederazione dei Maharatti, come degli Olandesi che, occupata Salsette (l'isola al nord di Bombay, oggi congiunta con un ponte) ne facevano base delle loro incursioni, ogni volta che l'Olanda era in guerra con l'Inghilterra. Il vero fondatore di Bombay va considerato Gerald Augier (1669-77), il quale ne intuì il futuro sviluppo e sotto il governo del quale la popolazione crebbe da 12.000 a 50.000 ab. Cominciarono ad immigrarvi da quel tempo anche Baniani, Armeni e Parsi; però alla fine del sec. XVII l'insalubrità del clima e le malattie endemiche erano tali che si diceva: due monsoni a Bombay sono la vita di un uomo. Più tardi agli Olandesi, entrati nell'orbita della politica inglese, si sostituirono i Francesi, che durante tutte le numerose guerre del sec. XVIII, e specialmente in quelle della successione d'Austria, dei Sette anni e dell'indipendenza d'America, non cessarono di molestare i possedimenti inglesi dipendenti da Bombay.

In quel periodo di tempo la capitale dei dominî delle compagnie fu trasferita, per ragioni di difesa, a Calcutta; ma Bombay fu base navale di prim'ordine, spesso minacciata, sempre tenacemente difesa, e fu anche base delle operazioni contro i Maharatti, a cui fu strappata nel 1782 la formidabile posizione di Salsette.

Durante le guerre franco-inglesi del Consolato e dell'Impero, i Maharatti, alleati della Francia, subirono ripetute sconfitte: nel 1803 perdettero Surat; poco dopo, durante il governo di Warren Hastings, Cornwallis e Wellesley, il territorio inglese s'accrebbe di tutta la penisola del Gugerat, della regione di Cambay, e del territorio che si estende sino alle foci dell'Indo. Così la presidenza di Bombay divenne vastissima.

Nel 1812 gli ab., da 70.000 nel 1744, erano saliti a 200.000. Nel 1813 venne abolito il monopolio della compagnia a favore dello stato; nel 1818 la conquista del Deccan diede alla città un vasto retroterra che ne accelerò lo sviluppo.

Durante la grande sollevazione del 1857 questa regione fu meno turbata delle altre, né vi accaddero fatti molto sanguinosi, forse perché gl'Indiani erano stati meno oppressi e più tutelati nei loro diritti. La storia di Bombay dopo la soppressione della compagnia non registra fatti notevoli all'infuori delle terribili pestilenze e delle carestie, che dal 1896 in poi quasi annualmente per più di un decennio desolarono l'India. In un solo anno la città di Bombay ebbe 213 mila casi mortali!

L'India Act del 1929 ha dato a Bombay un governatore e un governo provinciale semi autonomo, con un consiglio legislativo di 111 membri, parte nominati dal governo, parte elettivi.

Bibl.: Roberts, A historical geography of the British Dependences, Oxford 1916; The Statesman's Year Book, Londra 1929.

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