Brigate rosse

Dizionario di Storia (2010)

Brigate rosse


Organizzazione terrorista attiva in Italia negli anni Settanta e Ottanta del 20° sec. Di ispirazione «marxista-leninista» e guevarista (con forti simpatie per l’esperienza dei Tupamaros), ebbero la finalità di destabilizzare le istituzioni. Le B.r. furono fondate nel 1970, pochi mesi dopo la strage di piazza Fontana, da R. Curcio e M. Cagol (provenenti dal movimento studentesco di Trento, di formazione cattolica), A. Franceschini e P. Gallinari (fuoriusciti dalla Federazione giovanile comunista di Reggio Emilia), cui si aggiunse M. Moretti (tecnico e sindacalista CISL alla Sit-Siemens). In una prima fase l’organizzazione si dedicò ad azioni dimostrative all’interno di alcune fabbriche, culminate nel breve sequestro di I. Macchiarini, ingegnere della Sit-Siemens. Nel 1974, dopo il clamoroso rapimento del giudice genovese M. Sossi, con gli arresti di Curcio e Franceschini la guida delle B.r. fu assunta da Moretti, e iniziò l’escalation militarista. Nel 1975 venne «gambizzato» l’esponente DC M. De Carolis; nel 1976 furono uccisi a Genova il procuratore generale della Repubblica F. Coco e la sua scorta; nel 1977 vennero colpiti vari giornalisti, tra cui I. Montanelli e C. Casalegno (quest’ultimo mortalmente). Ostili all’intero sistema politico, le B.r. contrastarono in particolare il progetto di «compromesso storico», che alla metà degli anni Settanta aveva aperto un intenso dialogo tra DC e PCI. In questo quadro la loro azione più clamorosa fu il sequestro del presidente della DC A. Moro (16 marzo 1978), molto impegnato nel dialogo col PCI, alla vigilia della presentazione alle Camere di un governo di «solidarietà nazionale»; la vicenda, durata 55 giorni, si concluse con l’assassinio di Moro, cui seguì dopo circa un anno la crisi della solidarietà nazionale. L’omicidio a Genova di G. Rossa, operaio e sindacalista comunista (24 genn. 1979), segnò l’inizio della fine dell’organizzazione, che tuttavia continuò a mietere vittime, tra cui il giudice V. Bachelet e il giornalista W. Tobagi, e, sotto la guida di G. Senzani, a realizzare sequestri clamorosi come quello dell’esponente DC C. Cirillo. Al rapimento del generale della NATO J.L. Dozier, conclusosi con la liberazione del detenuto da parte dei NOCS (1982), seguì lo smantellamento delle B.r., che intanto si scindevano in vari gruppi. Questi ultimi tuttavia proseguirono l’attività criminosa, uccidendo tra gli altri l’economista E. Tarantelli (1985) e il giurista R. Ruffilli (1988). Nel 1989 i processi per il rapimento Cirillo e per l’omicidio Ruffilli segnavano le ultime condanne dei residui brigatisti. Nel 1999 con l’assassinio del prof. M. D’Antona entravano in scena le «nuove B.r.», che nel 2002 uccidevano anche il prof. M. Biagi. L’arresto di N.D. Lioce (2003) ha consentito comunque di individuare e smantellare gran parte dell’organizzazione.

CATEGORIE
TAG

Strage di piazza fontana

Compromesso storico

Tupamaros

Genova

Italia