BRUNSWICK

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BRUNSWICK

T. Weigel

(ted. Braunschweig; Brunesguik, Brunesivvic, Bruneswic nei docc. medievali)

Città della Germania settentrionale, in Bassa Sassonia, capoluogo di distretto, posta nell'ampia regione tra la Lüneburger Heide e le colline dello Harz, nella pianura di Löss di B. e Hildesheim. Ubicata in corrispondenza di un guado del fiume Oker, navigabile nel Medioevo fino a B., la città fu sin dalle origini punto d'incrocio di importanti percorsi commerciali: vi si incontravano le vie di collegamento tra il Reno e l'Elba e quelle dei traffici a lunga distanza che da S muovevano verso la costa. I nuclei originari della città, lentamente formatasi dall'unione di centri diversi, sorsero sulle sponde del fiume, che in questo punto, all'epoca, si ramificava più volte. Oggi il corso dell'Oker è stato convogliato in due canali - già scavati nel Medioevo - che passano a E e a O del centro cittadino.Non si conoscono fonti relative al periodo delle origini della città. La prima menzione si trova in un documento pertinente alla consacrazione della chiesa di St. Magni (1031), dove B., citata come villa Brunesguik, viene definita borgo signorile sulla riva destra dell'Oker, cui competeva l'approvvigionamento del castello di Dankwarderode (forse del sec. 9°, ricordato per la prima volta nel 1134), situato più a N sulla riva opposta.La desinenza del nome della città allude probabilmente a un insediamento a carattere commerciale. Secondo le cronache tardomedievali, il castello, il borgo e la Jakobskirche, presso l'Eiermarkt ('mercato delle uova'), sarebbero stati fondati già nell'861, per volere dei duchi sassoni Dankward e Bruno. Reperti provenienti dalla zona del Kohlmarkt testimoniano un insediamento risalente al più tardi alla prima metà del 9° secolo.Nel corso del sec. 11° vennero fondate molte chiese, tra cui va ricordata in particolare la collegiata di St. Peter und Paul (più tardi St. Blasii) nella zona del castello (1030 ca.), mentre St. Magni (1031) e St. Ulrici (consacrata intorno al 1036) costituirono i nuclei dell'insediamento a sinistra e a destra del fiume. Le chiese di St. Jakobi e di St. Nikolai, presso il porto fluviale, dovevano essere state fondate già in precedenza.Tanto le chiese conventuali di St. Blasii e di St. Cyriaci (ante 1079) quanto la fondazione benedettina di St. Maria (dal 1146 St. Aegidien), consacrata nel 1115, determinarono zone a regolamento giuridico particolare in una città che giunse più tardi a essere divisa in cinque quartieri - contigui e in graduale sviluppo urbanistico - tra loro giuridicamente indipendenti fin oltre il 1300: Altstadt, Hagen, Neustadt, Altewiek e Sack. Indicative della ricchezza dell'Altstadt e del suo prevalere sugli altri quartieri di B. sono le ulteriori fondazioni di edifici religiosi in quell'area: St. Michaelis (1157), St. Martini (1195 ca.) e St. Petri (prima del 1196). Il duca Enrico il Leone fece di B. la sua residenza: la realizzazione del leone araldico bronzeo davanti al castello e delle fortificazioni della città con vallo e fossato sono ricordate nel 1166. La cerchia di mura comprese il quartiere di Hagen, fondato da Enrico al principio degli anni sessanta, sulla destra dell'Oker, ma non quello di Altewiek, presso St. Magni. Nel 1173 si cominciò a costruire la collegiata di St. Blasii (od. duomo), dove più tardi vennero sepolti Enrico il Leone e la moglie Matilde. Negli anni precedenti erano stati avviati i lavori del nuovo palazzo ducale. Grazie a un privilegio concesso dalla corona, i mercanti di B. ottennero nel 1199 l'esenzione dal dazio all'interno dell'impero. Intorno al 1227 il duca Ottone il Fanciullo riconobbe agli abitanti dell'Altstadt i loro diritti ereditari. Anche lo statuto di Hagen fu confermato nel 1227 con esplicito riferimento a una concessione di diritti civici fatta a quel quartiere da Enrico il Leone. Nello stesso anno cominciò una lunga serie di alienazioni dei più diversi diritti signorili a favore del Consiglio della città e dei cittadini di B., con la concessione, dietro compenso, del balivato dell'Altstadt. Ulteriori acquisizioni - tra cui il diritto di battere moneta -, significative per la crescente autonomia di B., si ebbero negli anni 1296-1412. I membri del Consiglio dell'Altstadt appaiono nominati per la prima volta nel 1231, nello statuto degli orafi, la più antica gilda della città. Si tratta del primo documento riguardante quella istituzione - già esistente dal 1200 ca. - autenticato dal sigillo della città, attestato per la prima volta in questa occasione. Allo stesso anno risale la prima menzione della Neustadt, sorta probabilmente già al tempo di Enrico il Leone. Nel 1235 i beni allodiali del duca Ottone il Fanciullo, pervenutigli dal casato guelfo, vennero trasformati in feudi imperiali come ducato di B. e Lüneburg. La città rimase peraltro in possesso della casa guelfa. Nel 1256, in base a un privilegio papale di esenzione, B. venne sottratta alla giurisdizione dei vescovi di Hildesheim e Halberstadt. Dopo il 1390 venne nominato un ufficiale in luogo dei giudici dei diversi tribunali vescovili. Altstadt, Hagen e Neustadt costituirono nel 1269 un unico organo di consiglio per la difesa degli interessi comuni. L'ultimo quartiere della città (originatosi dopo la metà del sec. 13°), chiamato Sack, viene ricordato per la prima volta nel 1282. In seguito alla rivolta dei capi delle corporazioni (Gildemeister), nel 1292-1294 si ebbero i primi mutamenti nella composizione a prevalenza aristocratica del Consiglio e crebbe l'influenza delle gilde. Solo nel 1325 comparve il Consiglio riunito, organo appartenente a tutti i quartieri della città. B. fece parte della Lega anseatica fin dal sorgere delle assemblee generali della Hansa (1356). Rapporti commerciali con altre future città anseatiche esistevano comunque già intorno al 1250. Con la grande rivolta determinatasi nel 1374-1386 a seguito di una crisi economica ebbe fine la supremazia dell'aristocrazia e la città venne espulsa in via transitoria dalla Hansa (1375-1380), con negative ripercussioni economiche. Nel 1386 un nuovo statuto ammise al governo di B., fino ad allora esercitato quasi esclusivamente dall'aristocrazia, anche le nove gilde degli artigiani, da poco costituitesi. Nella lega delle città sassoni (Sächsischer Städtebund, 1382-1494) B. ebbe un ruolo determinante, in particolare a partire dal 1426. Nel 1432 avvenne il definitivo trasferimento della residenza ducale, già da tempo stabilitasi a Wolfenbüttel.Della cinta muraria di B., che sotto Enrico il Leone comprendeva solo i primi tre quartieri della città e venne quindi ampliata sino a inglobarla nella sua totalità, sussistono oggi solo i resti, probabilmente del sec. 12°, nella zona sudoccidentale dell'Altstadt. Vestigia pertinenti a quattro diverse fasi della cinta fortificata del castello (secc. 10°-12°) sono venute alla luce recentemente durante scavi nel Vieweghaus.All'interno della città, le grandi vie di comunicazione convergenti a B. da O e da S-O si congiungevano sul luogo dell'od. Kohlmarkt, già nel sec. 10° adibito a mercato, per poi proseguire verso E, dopo l'attraversamento del fiume. Questi antichissimi percorsi si possono individuare ancora oggi nella pianta della città, che peraltro nel sec. 12° subì un cambiamento generale di orientamento dovuto alla costruzione, secondo una precisa pianificazione, di nuovi tratti stradali, dapprima nella zona a N, quindi in quella a S del mercato dell'Altstadt. Peculiare è il loro andamento curvilineo e convergente agli estremi, intorno all'asse N-S costituito dalla Breite Strasse. Analogo principio si ritrova nel sistema stradale dato al quartiere di Hagen nel 1160 circa. La rete viaria della Neustadt, sorta a cuneo raccordando i suddetti quartieri della città, si apre a raggiera in tre direzioni.Non sono oggi visibili tracce di edifici religiosi anteriori al sec. 12°: a parte i casi in cui si procedette a una demolizione totale (St. Ulrici, 1544; St. Cyriaci, 1545; St. Nicolai, dopo il 1700), i più antichi tuttora conservati risalgono a periodi successivi.Le forme della collegiata di St. Blasii, fatta costruire da Enrico il Leone nella zona del castello a partire dal 1173, esercitarono notevole influsso non solo sulle chiese parrocchiali della città. Originariamente divisa in tre navate, di quattro campate, da pilastri a sistema alternato, dotata di coro e transetto absidati e di una cripta che si estende al di sotto del presbiterio e del coro rialzati, la basilica è interamente coperta a volte, insolitamente sprovviste di archi trasversi sulla nave centrale (Thermengewölbe). A O si trova un corpo trasverso (Sächsischer Westriegel) a due torri ottagonali romaniche con cella campanaria gotica (sec. 13°). Si tratta di uno dei primi esempi di architettura voltata di dimensioni monumentali in Sassonia, in fase avanzata di sviluppo già nel 1195 e definitivamente consacrata, secondo le fonti, nel 1226. Successivamente furono aggiunte la navata esterna meridionale (dopo il 1322-1346) e le due navatelle a N, rette da sette pilastri polistili e a spirale (concluse nel 1474). Caratteristica è la decorazione dell'esterno romanico (in pietra grezza) con lesene e arcature pensili continue, sotto la linea di gronda (in pietra squadrata), concluse agli spigoli dell'edificio da sottili colonnine. Analoghi moduli decorativi si ripetono all'interno; la decorazione dei capitelli e delle colonnine, a basi attiche, è molto sobria, come l'intera ornamentazione scultorea del duomo. Sotto Enrico il Leone venne realizzato il crocifisso ligneo che Imervard probabilmente riprese dal prototipo del Volto Santo di Lucca (seconda metà del sec. 12°). Il candelabro a sette bracci e le cinque colonnine bronzee sostenenti la mensa marmorea di un altare, commissionato dai duchi e dedicato alla Vergine nel 1188, appartengono alla stessa bottega. Vari indizi, tra i quali l'affinità tra i versi di dedica dell'altare e quelli dell'Evangeliario di Enrico il Leone, prodotto a Helmarshausen nel 1188 ca. (Wolfenbüttel, Herzog August Bibl., Guelf. 105 Noviss.), permettono di ritenere che questo prezioso codice fosse in origine destinato all'altare del duomo. Del c.d. Welfenschatz (tesoro dei Guelfi), già appartenente al duomo come raccolta di reliquie, non rimangono a B. che pochi pezzi, tra cui il braccio-reliquiario di s. Biagio, del sec. 11° (Herzog Anton Ulrich-Mus.). Notevole interesse rivestono le pitture murali a secco - stilisticamente databili intorno al 1226 - nella zona del coro, della crociera e del transetto meridionale, raffiguranti, tra l'altro, scene dell'Antico e Nuovo Testamento, delle vite dei tre santi titolari (Biagio, Giovanni Battista e Tommaso Becket) e della leggenda della Vera Croce. Due iscrizioni indicano il nome del pittore in Iohan Wale o Iohannes Gallicus. La tomba di Enrico il Leone e della duchessa Matilde (1230 ca.), scultura gotica di alto livello qualitativo eseguita nel duomo da un maestro educato a Bamberga o a Reims, mostra la figura del duca committente con il modellino del duomo nella mano destra e la spada nella sinistra, mentre la consorte è ritratta in preghiera.Le parrocchiali principali dei tre più antichi quartieri (St. Martini, St. Katharinen, St. Andreas) furono costruite nell'ultimo decennio del sec. 12° o al principio del successivo nelle rispettive piazze del mercato, ripetendo il modello del duomo: pianta basilicale a tre navate divise da pilastri a sistema alternato, con transetto sporgente. Queste chiese furono lentamente trasformate, in una fase di ristrutturazione avviata nel 1250 ca. e protrattasi per quasi due secoli, in Hallenkirchen senza transetto, talvolta precedute da imponenti corpi occidentali a due torri, coronate nelle ali laterali da ghimberghe, aperte da grandi finestre a traforo e munite di contrafforti. La torre meridionale del St. Andreas venne terminata solo nel 1532. Anche le altre chiese parrocchiali (St. Petri, St. Michaelis, St. Magni) subirono analoghe profonde trasformazioni. In un primo momento furono l'abbaziale di Königslutter e il duomo di B. a fornire modelli per la decorazione architettonica; in seguito vennero imitate le più aggiornate forme gotiche di Magdeburgo, Halberstadt e Riddagshausen, unitamente a esempi vestfalici e renani. La decorazione scolpita consiste in gruppi di figure all'esterno del St. Martini (sec. 14°) e del St. Andreas (sec. 15°) e, in forma ridotta, in St. Katharinen, come anche all'esterno e all'interno della poligonale Annenkapelle in St. Martini (1434-1438), dove si trova inoltre un fonte battesimale bronzeo (1441) del fonditore Barthold Sprangkeng.L'antica biblioteca parrocchiale, la Liberei presso St. Andreas (1412-1422), è l'unico esemplare di edificio gotico in laterizio conservatosi nella città. L'antica chiesa monastica benedettina di St. Aegidien venne ricostruita dopo l'incendio del 1278 - per essere consacrata solo nel 1478 - secondo un impianto gotico 'a sala' articolato in tre navate con transetto, deambulatorio rialzato e cappelle radiali. Il prospetto nord assunse le caratteristiche di una vera e propria facciata grazie a timpani a traforo cieco, sormontanti finestre anch'esse traforate, e alla ricchezza della decorazione della testata del transetto. All'interno alti pilastri a fascio sorreggono volte a crociera costolonata, mentre le cappelle e il deambulatorio sono coperti da volte a crociera semplice. Le volticine, in particolare nella zona del deambulatorio, sono decorate presso l'imposta con motivi vegetali e figurativi. Nei resti dell'antico monastero è ospitato il Landesmus. della città; nell'ala orientale, di età romanica, si trovano quattro ambienti conventuali coperti da volte a crociera, in parte sorrette da ricche colonne scolpite della scuola di Königslutter (1162-1173 ca.). Al posto dell'ala meridionale, distrutta nel sec. 19°, nel 1903-1906 fu ricostruita la zona del coro della demolita chiesa domenicana di St. Paul in Bohlweg (consacrata nel 1343), mentre le vetrate della navata della stessa chiesa vennero riutilizzate nel piano superiore dell'ala orientale del convento di St. Aegidien. La Brüdernkirche (1343-1451) del convento francescano (fondato prima del 1232) venne costruita con uno schema che ricorda la Paulinerkirche: preceduta da un vestibolo tripartito, presenta una struttura a tre navate, di cui le laterali più basse, separate da pilastri ottagonali, e coro rialzato a navata unica (1361) con terminazione semiottagonale e copertura a crociera costolonata poggiante su esili sostegni. La decorazione esterna consiste nei sottili contrafforti alti fino alla linea di gronda e nei cornicioni continui. A S si trovano resti di edifici conventuali e del chiostro, con interessanti elementi decorativi.Come simbolo di potere e di giustizia Enrico il Leone fece sistemare nel 1166, al centro della piazza del castello, un leone - animale araldico guelfo - in bronzo, su di un alto piedistallo. Fuso proprio a B., esso rappresenta una delle prime statue all'aperto realizzate a N delle Alpi. All'incirca negli stessi anni fu costruita, a chiudere il lato orientale della piazza, la rocca di Dankwarderode, edificio a due piani, sul modello della residenza imperiale di Goslar, del quale restavano fino al 1886 pressoché intatte soltanto la parete orientale e l'arcata centrale del piano terra, totalmente ricostruito, spesso liberamente, a partire dal 1887. Al piano terra si trova una grande sala divisa in due navate da dieci pilastri e provvista di sistema di riscaldamento. Gli alloggi e la cappella doppia erano originariamente accorpati sul lato meridionale. La scultura architettonica si ispira alla scuola di Königslutter.Il Rathaus dell'Altstadt è l'unico tra i cinque palazzi pubblici dei quartieri della città ad avere conservato il suo aspetto medievale. Nell'angolo nord-ovest dell'Altstadtmarkt, ha due ali tra loro congiunte ortogonalmente; all'ala occidentale, risalente al sec. 13°, venne addossato un loggiato nel 1393-1396, quando fu costruita anche l'ala settentrionale, i cui portici furono aggiunti nel 1447-1468. I loggiati delle due ali sono a doppio ordine di quattro luci, il superiore riccamente decorato a traforo, con coronamento a ghimberghe. Sui pilastri si trovano statue di principi guelfi e ludolfingi (1455-1468). Nella parte meridionale dell'Altstadtmarkt si trova il Gewandhaus (sec. 13°), mercato coperto appartenente alla gilda dei commercianti di tessuti, più tardi (1590 ca.) ampliato e arricchito con facciate a timpano. Si tratta di un blocco quadrangolare, in pietra grezza, coperto da alto tetto a spioventi, con ambienti a più piani originariamente ininterrotti, destinati al deposito delle merci, e ambienti coperti da volte basse (cantina per il vino del 1329). Al fianco settentrionale, oggi libero, erano addossate nel Medioevo due file di banchi di vendita. Nella stessa piazza dell'Altstadtmarkt si trova l'alta fontana detta Dreischalenbrunnen, con tabernacolo dedicato a Maria - fuso in piombo e sorretto da un piedistallo in pietra (1408; ricostruita dopo la guerra) - e un complesso programma iconografico, chiarito da iscrizioni, ricco di implicazioni politico-religiose. A seguito delle distruzioni provocate dalla seconda guerra mondiale è andata perduta la quasi totalità delle case 'a graticcio' (Fachwerk) che costituivano l'immagine omogenea e caratteristica del centro cittadino: ne sussistono pochi resti, talvolta con ricchi intagli (a partire dal sec. 15°), nelle zone ricostruite, dette Traditionsinseln, dove si conservano anche resti di Kemenaten (ambienti provvisti di camino) in pietra, risalenti al 13° e 14° secolo.

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