BULGARIA

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

BULGARIA

Silvia Lilli
Riccardo Mario Cucciolla

Demografia e geografia economica. Storia

Bulgaria

Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato dell’Europa sudorientale, nel settore nordorientale della penisola balcanica. La popolazione registrata nel 2014 è stata di 7.277.831 ab. (secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economicand Social Affairs), in netto calo rispetto al censimento del 2001 (7.932.984 ab.), in conseguenza di un incremento naturale e di un saldo migratorio decisamente negativi, con un progressivo invecchiamento della popolazione (il 26% è al di sopra dei 60 anni di età). La popolazione urbana costituisce il 73% del totale, principalmente concentrata nella capitale, Sofia (1.221.292 ab.) e nei centri urbani di Plovdiv, Varna e Burgas. L’etnia bulgara, nettamente prevalente (85%), è affiancata da una minoranza turca e da una minoranza rom piuttosto consistenti. La maggioranza della popolazione è di religione cristiano-ortodossa, mentre il 10% si dichiara di fede musulmana.

Condizioni economiche. – Entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2007, la B. è il Paese più povero dell’Unione, con un PIL pro capite a parità di poteri d’acquisto (PPA) di 17.115 $ nel 2014, una disoccupazione che si attesta al 12,5% (2014) e più di un quinto della popolazione al di sotto della soglia di povertà. L’economia bulgara dipende in massima parte dal settore industriale (30%), ereditato dall’URSS, e da quello dei servizi (64%); la crescita del PIL, che ha registrato un buon andamento tra il 2003 e il 2008 (+5,5%), ha poi subito un crollo nel 2009 in coincidenza della crisi economica mondiale, per poi tornare a livelli lievemente positivi dal 2011. I comparti industriali più sviluppati sono quello siderurgico e metallurgico; ma le esportazioni riguardano principalmente prodotti finiti o semilavorati, per lo più manufatti dell’industria tessile che vanta una lunga tradizione; i principali partner per le esportazioni sono la Germania, la Turchia, l’Italia e la Grecia. Le importazioni riguardano, invece, macchinari e prodotti di alta tecnologia, e risorse energetiche, per le quali la B. dipende per il 39% del proprio fabbisogno. Pur possedendo al suo interno notevoli giacimenti di carbone e una centrale nucleare che soddisfa il 20% circa del proprio fabbisogno, la B., infatti, dipende dalla Russia per l’importazione del gas e del petrolio, dipendenza che fa registrare una bilancia commerciale costantemente negativa. Per la sua posizione, la B. sta assumendo, tuttavia, un ruolo strategico nel progetto infrastrutturale per il trasporto del gas russo verso l’Europa centrale (South Stream), e, pur non facendo ancora parte dello spazio Schengen, anche un ruolo rilevante nelle reti di trasporto transeuropee (TEN-T) verso l’Europa orientale. L’ingresso nell’UE, inoltre, ha consentito un più fermo controllo su alcune criticità del Paese: la corruzione e il crimine organizzato (per le quali l’UE ha sospeso nel 2008 l’erogazione di aiuti comunitari), la libertà d’espressione e di stampa, e il trattamento discriminatorio delle minoranze etniche, particolarmente quella macedone e rom.

Indicatori economico-sociali

Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Nelle elezioni presidenziali dell’ottobre 2006, fu confermato per un secondo mandato l’uscente Georgi Parvanov che vinse il ballottaggio contro Volen Siderov, leader di Ataka, con il 75,9% delle preferenze. Il 1° gennaio 2007 la B. divenne ufficialmente membro dell’Unione Europea e il 20 maggio si tennero le prime elezioni dei 18 seggi assegnati al Paese nel Parlamento europeo. In tale occasione, con il 21,7% si affermò il partito conservatore Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria (GERB) guidato dal sindaco di Sofia Boyko Borisov che si poneva come un’alternativa effettiva al governo del socialista Sergei Stanišev.

Mentre il GERB guadagnava popolarità, il Partito socialista bulgaro (BSP) e i suoi alleati perdevano consensi, soprattutto dopo che, per le accuse di corruzione, la criminalità organizzata molto radicata nel Paese e la mancanza di risultati concreti dalle riforme istituzionali e giuridiche connesse all’adesione all’UE, la Commissione europea nel luglio 2008 provvide a sospendere l’erogazione di 486 milioni di euro di fondi comunitari destinati alla Bulgaria.

Nelle successive elezioni europee del giugno 2009 il GERB ottenne 5 seggi, e alle parlamentari di luglio raccolse il 39,71% dei consensi, conquistando 116 seggi su 240. Borisov formò un governo di centrodestra guidato dal suo partito con l’appoggio di Ataka, Coalizione blu e Ordine, legge e giustizia. Il nuovo esecutivo affrontò subito i problemi legati a corruzione e criminalità organizzata, e l’UE sbloccò diverse tranches di aiuti che erano rimaste congelate decidendo, però, di prolungare il controllo sulla B. fino al 2010.

Borisov attuò una campagna anticrimine attraverso un piano di riforme di alto profilo, mentre la classe politica bulgara venne travolta da una serie di inchieste giudiziarie che coinvolsero soprattutto gli esponenti delle precedenti amministrazioni, e colpirono anche figure di spicco come l’allora ministro della Salute Bozhidar Nanev, poi assolto nel 2012.

Nell’ottobre 2011 il GERB trionfò alle elezioni municipali, e il suo candidato alle concomitanti presidenziali Rossen Plevneliev, ex ministro dello Sviluppo regionale e dei Lavori pubblici nel governo Borisov, vinse le elezioni al secondo turno con il 52,58% delle preferenze, battendo il socialista Ivaylo Kalfin. L’esecutivo fu criticato per i perduranti report negativi dell’UE sull’efficacia delle riforme e per l’attentato all’aeroporto Burgas, in cui nel luglio 2012 perse la vita una comitiva di turisti israeliani, mettendo in discussione l’efficacia dei servizi di sicurezza bulgari.

Una serie di proteste popolari contro il carovita, la persistente povertà e corruzione e gli scandali di concussione tra politica e criminalità organizzata, portarono Borisov a rassegnare le proprie dimissioni nel febbraio 2013 e il presidente a conferire il mandato a una serie di governi tecnici. Nelle elezioni parlamentari del 5 ottobre 2014 il GERB si confermò primo partito di Bulgaria. Borisov formò un nuovo governo in coalizione con il Blocco riformista e con il sostegno esterno del Fronte patriottico e dell’Alternativa per la rinascita bulgara.

Bibliografia: I bulgari e la Bulgaria in Europa, a cura di F.L. Grassi, R. Sciarrone, Roma 2014.

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