BURGUNDI

Enciclopedia Italiana (1930)

BURGUNDI

Georges Bourgin

. Popolazione germanica, forse originariamente affine ai Vandali. I primi ricordi risalgono al I sec. d. C. (Burgodiones in Plin. Nat. Hist., IV, 99), quando dovevano risiedere ancora nella zona della Vistola, fra la Netze e la Warthe. È molto probabile, che come altre popolazioni del gruppo germanico orientale anche i Burgundi avessero le loro più antiche sedi nella Scandinavia, officina gentium aut certe velut vagina nationum. Frammischiati con altri popoli germanici (Vandali), emigrarono nel sec. III verso sud; urtarono contro i Gepidi, vennero a contrasto con gli stessi Vandali e ne furono sospinti, dopo i primi scontri con i Romani al tempo dell'imperatore Probo, verso il Danubio e il Reno. Nella seconda metà del sec. III si erano insediati a nord e a sud del Meno, fra mezzo a lotte frequenti con i Romani, al tempo dell'imperatore Massimiano (287) e di Giuliano l'Apostata, e continue con i vicini, specie con gli Alamanni e i Chatti, lotte che qualche imperatore romano, come Valentiniano, attizzava (369-70), servendosi dei B. come di alleati. Trascinati dietro la grande marea dei Vandali, Svevi, Alani, che irrompeva in Gallia, anche i B. entrarono al principio del sec. V nei confini dell'Impero; ma la massa, almeno, dei B. non fece le scorribande per la Gallia con i compagni di razza ma si stabilì attorno a Worms e Magonza. Qui anzi, il loro re Guntiar, come capo dei B. che erano nelle file dell'esercito romano, ebbe gran parte nella proclamazione di Giovino a imperatore romano (411). Tuttavia, i B. non erano fra le stirpi germaniche più potenti; Ezio non ebbe grande difficoltà a punirli per essere entrati nella Provincia Belgica Prima (Metz e Treviri) e a sconfiggerli (437), servendosi anche di mercenarî Unni; cadde allora, con questo primo regno dei B., il loro re Gundikar (Gundicarius), ricordato nel Nibelungenlied (Gunther), in cui, però, la distruzione dei B. è attribuita senz'altro ad Attila.

Non erano però sterminati, dopo questa sconfitta; ché, anzi, mentre piccoli gruppi si univano ai Visigoti e passavano in Spagna, altri, ancora numerosi, nel 443, ottennero il permesso di insediarsi pacificamente entro i confini dell'Imìpero, nella regione del lago di Ginevra, la Sapaudia, sul versante occidentale delle Alpi e del Giura. Essi qui, ottenuti o estorti ai proprietarî romani due terzi delle terre e un terzo degli schiavi, costituirono, prima come federati dell'Impero, sotto l'egida di Ezio, poi in assoluta indipendenza, un vero e proprio regno, che durò fino al 534. Mescolati con la popolazione latinizzata, si riconobbero anch'essi cittadini romani e seguirono il sistema romano di indicare le date secondo i consolati; divenuti già cattolici di religione, perdettero le loro caratteristiche di popolo distinto, ma lasciarono alla regione il loro nome (Burgundia, che compare già in Cassiodoro, donde Borgogna). In un primo tempo, avevano cercato di estendersi oltre le terre loro assegnate e avevano preso Lione; ma nel 458 la città era stata loro tolta dall'imperatore Maioriano, poi, dal 461, era rimasta nelle mani dei Burgundi. Vissero, generalmente, in buon'armonia con i Romani, tanto che, nel 476, combatterono, senza successo peraltro, insieme con essi contro i Visigoti del re Eurico, che volevano estendersi ad oriente del Rodano. I loro re, come gli altri re germanici dell'epoca, non avevano poteri molto estesi, infrenati come erano dai loro compagni d'armi. Inoltre il potere regio era indebolito dalle divisioni patrimoniali entro la famiglia reale; così nel 481 il regno di Burgundia era diviso fra i tre fratelli Gundobaldo, risiedente a Vienne, Godigisel a Ginevra e Chilperico a Lione; ma quest'ultimo morì misteriosamente l'anno stesso, non senza sospetto che i fratelli l'avessero fatto assassinare. Intorno a questo tempo i Burgundi riescono ad estendere a poco a poco il loro territorio, a nord fino a comprendere Langres, a sud lungo il Rodano fino alla Durance; nel 490, quando era ancora indecisa la lotta fra Odoacre e Teodorico, traboccano al di qua delle Alpi in Liguria, ma ne vengono presto ricacciati dagli Ostrogoti vincitori. La loro posizione si fa sempre più difficile, presi, come sono, da un lato dal regno ostrogoto di Teodorico, dall'altro da quello franco di Clodoveo. È vero che Clodoveo si era imparentato con la famiglia reale dei Burgundi, sposando la cattolica Clotilde, figlia del morto re Chilperico, la quale molto contribuì a convertire il marito alla fede cristiana; ma è anche vero che questo servì di pretesto a Clodoveo per intervenire nelle faccende dei Burgundi e dividere i due re fratelli, Gundobaldo e Godigisel. Nel 500 attaccò il primo, lo vinse presso Digione, e avanzò fin quasi ad Avignone; ma Gundobaldo si sottomise, fece promessa, poi non mantenuta, di pagare un tributo, convinse Clodoveo a ritirarsi, e se la prese col fratello, che fu ucciso in una chiesa, a Vienne. Così Gundobaldo rimase unico re dei Burgundi e instaurò il periodo più notevole, ma anche brevissimo del loro regno. Tuttavia non seppe trarre profitti dalle rivalità aperte tra Franchi e Visigoti, e, coperte, tra Franchi e Ostrogoti. Si alleò con Clodoveo contro i Visigoti e fu suo valido alleato nella vittoria di Vouillé (507) e poi nell'avanzata nella Septimania, contro Arles, che sperava di far sua. Ma davanti all'intervento di Teodorico, Clodoveo abbandonò Gundobaldo, che uscì dalla guerra senza profitti apprezzabili, ma stretto ancor più tra i Franchi, a N. e a O., e gli Ostrogoti, penetrati ora in Provenza e Septimania.

Il figlio e successore di Gundobaldo, Sigismondo, benemerito verso l'ortodossia con la convocazione del concilio di Epaone (517), con le leggi contro gli ariani, con la restaurazione del monastero di Agaunum (Saint-Maurice d'Agaune), risentì i primi effetti della situazione: fatto prigioniero in battaglia dai figli di Clodoveo (523), vide il regno invaso anche da sud, da Teodorico, e il proprio fratello Godomaro sostituirglisi sul trono. Questi respinse gl'invasori a Vézeronce (Vienne), nel 524; ma fu solo un momento di respiro. Nel 534, gli eredi di Clodoveo, Childeperto, Clotario e Teudiperto invasero il regno, spodestarono l'ultimo re e si divisero il paese.

Il territorio, già costituente il regno dei Burgundi, mantenne una sua posizione distinta, come regno di Burgundia o Borgogna, sotto i re merovingi, accanto all'Austrasia e alla Neustria. I Burgundi s'erano già fusi in buona parte con la popolazione gallo-ronana, come risulta anche dal confronto dei due brevi corpi di leggi compilati al tempo di Gundobaldo: la Lex Gundobauda, per tutti i suoi sudditi, e la Lex romana Burgundionum, applicabile ai soli Romani, conoscinta anche col nome erroneo di Papianus (corruzione d. Papinianus), probabilmente perché nel ms. che la contiene il testo della legge è preceduto da un estratto da quel giurista.

Bibl.: Binding, Geschichte des burgundisch-romanischen Königreichs, Lipsia 1868; P. E. Martin, Études critiques sur la Suisse à l'époque mérovingienne, Ginevra-Parigi 1910; L. Schmidt, Geschichte der deutschen Stämme bis zum Ausgange der Völkerwanderung, voll. 2, Berlino 1910-18; id., Gesch. der germanischen Frühzeit. Der Entwicklungsgang der Nation bis zur Begründung der fränkischen Universalmonarchie durch Chlodovech, Bonn 1925; O. Seeck, Geschichte des Untergangs der antiken Welt, Berlino-Stoccarda 1913-21, V e VI; F. Kaufmann, Deutsche Altertumskunde, voll. 2, Monaco 1913-23; A. Dopsch, Wirtschaftliche und soziale Grundlagen der europäischen Kulturentwicklung aus der Zeit von Cäsar bis auf Karl den Grossen, voll. 2, 2ª ed., Vienna 1923-24; Chaume, Les origines du duché de Bourgogne, voll. 2, Digione 1917-27.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Giuliano l'apostata

Imperatore romano

Lago di ginevra

Valentiniano

Scandinavia