CACTACEE

Enciclopedia Italiana (1930)

CACTACEE (lat. scient. Cactaceae)

Giovanni E. Mattei

Famiglia di piante Dicotiledoni appartenenti al gruppo delle Ciclosperme. Sono piante succolenti di aspetto molto singolare, con il corpo a forma di colonna o di globo, sovente angolato, costato, più o meno ricoperte di tubercoli, internamente carnoso: le coste e i tubercoli portano numerosi pulvilli sparsi o a serie, assai spesso con aculei spinescenti, diritti, uncinati o glochidiati. Le foglie mancano totalmente, o sono minutissime, squamiformi. I fiori, assai grandi, sono solitarî, lungo le coste; all'ovario infero sovrasta un tubo, sovente molto ampio, formato dalla coalescenza dei filli perigoniali con i filamenti degli stami: questi filli sono numerosissimi, i più esterni verdi, i successivi, gradatamente più ampî, colorati: gli stami, che si trovano al lato interno, sono numerosissimi. L'ovario, uniloculare, è a placentazione parietale-centrale, e include molti ovuli portati da lunghi funicofi. Il frutto è una grossa bacca, con numerosi semi ad embrione più o meno curvato ad anello periferico, attorniante un abbondante perisperma amilaceo e farinoso. Le Cactacee sono interessantissime per il loro adattamento xerofilo, per il loro corpo trasformato in un vero idrosarcoma: infatti, per il grande spessore della cuticola e la mancanza delle foglie, che ne riduce considerevolmente la traspirazione, queste piante possono resistere a lungo alla siccità. Un fatto interessante è l'irritabilità dai loro stami, massime nel genere Opuntia. I loro fiori sono per massima parte vistosi, alcuni di dimensione abbastanza grande, come quelli di Selenicereus grandiflorus, di Nycticereus serpentinus, di Hylocereus triangularis che appartengono al tipo Cereino, caratterizzato da fiori bianchi, eretti, notturni, odorosissimi, di adattamento sfingofilo. In alcuni Epiphyllum si hanno invece fiori zigomorfi, orizzontali, di colore rosso assai vivo, con miele abbondantissimo, appartenenti al tipo Eschinantino, e di adattamento ornitofilo.

Si conoscono circa 1250 specie di Cactacee ripartite in 132 generi. Sono quasi tutte piante americane, abbondanti nelle regioni tropicali e subtropicali, specialmente numerose al Texas, al Messico e nella California: alcune s'inoltrano al N. fino al Canada, e al S. fino alla Patagonia: nelle Ande del Chile se ne trovano fino a 4000 metri dí altitudine. Vi sono alcune Cactacee, indigene, sul continente africano: si tratta di alcune specie del genere Rhipsalis, genere assai diffuso nel Brasile. Non si conosce alcuna Cactacea allo stato fossile Linneo ne conobbe solo uno scarso numero di specie che includeva tutte nel genere Cactus, facendone quattro sezioni. In seguito furono differenziati altri generi e il genere Cactus di Linneo è venuto a sparire: il nome persiste solo nell'uso volgare, per indicare qualunque pianta grassa, anche cactacea. Della classificazione delle Cactacee si occuparono il Miquel, lo Schumann, il Riccobono, il Berger, e specialmente il Britton e il Rose.

Molte specie sono ora coltivate per ornamento. Poche però sono le specie utili. Sulla Nopalea coccinellifera del Messico, coltivata nelle Canarie, vive una cocciniglia da cui si ricava coccinina, materia colorante rossa. Alcune specie di Opuntia, soprattutto la Opuntia ficus-indica, introdotte nella regione mediterranea, specie in Sicilia, vi si sono diffiuse enormemente, e vengono utilizzate per i loro frutti commestibili e come piante da siepe. L'Echinocactus Williamsii, o peyotl dei Messicani, comiene un alcaloide che può causare forti squilibrî nervosi, da uno stato di grande esaltazione intellettuale a uno stato di profonda depressione fisica.

V. tavv. XLI e XLII e tav. a colori.

Bibl.: N.L. Britton e J.N. Rose, The Cactaceae, Washington 1919-1923; Alw. Berger, Die Entwicklungslinien der Kakteen, Jena 1926.

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