CADORIN

Enciclopedia Italiana (1930)

CADORIN

Ugo Nebbia

. Famiglia di artisti veneti. Vincenzo, scultore e intagliatore, nato a Venezia nel 1854, frequentò varî studî di artisti veneziani, specialmente quello del Benvenuti; ma ben presto aprì bottega per proprio conto. Espose in Italia e all'estero e si dedicò di preferenza all'arte sacra, soprattutto all'intaglio dorato, di cui è saggio vistoso il trono che scolpiva per Pio X (Venezia, Chiesa della Salute). Morì a Venezia nel 1925.

Ettore, scultore, figlio di Vincenzo, nato a Venezia nel 1876. Studiò all'Accademia di Venezia; ma ancora giovane si recò a lavorare a Bucarest, a Parigi e a Londra. Tornato in patria, eseguì i ritratti in avorio delle principesse Iolanda e Mafalda, due statue di marmo per il coronamento di palazzo reale, un busto di Benedetto Marcello al Conservatorio. Nel 1915 si recò in America, dove attualmente lavora per le decorazioni statuarie del nuovo palazzo di giustizia di S. Barbara di California.

Guido, pittore e decoratore, fratello di Ettore, nato a Venezia nel 1892. Studiò nella sua città, ed esordì giovanissimo a Roma nell'esposizione del 1911. Cominciò col 1919 ad affermarsi in varie forme d'arte applicata, disegnando mobili, stoffe e vetri. Decorò per D'Annunzio la Stanza del lebbroso al Vittoriale di Gardone, eseguì decorazioni a fresco in Roma, per la cripta del monumento tabernacolo del Ponte di Bassano Veneto, per lo scalone del Palazzo della Società Montecatini a Milano. È sua la pala d'altare della chiesa di S. Pietro di Gorizia. Ha vinto il concorso per la decorazione musiva per l'abside di S. Giusto a Trieste.

Bibl.: Per Vincenzo: L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1900; mons. C. Costantini, V. Cadorin, in Arte cristiana, 15 dicembre 1916; Bidaglia, V. Cadorin, in Pro Familia, 24 aprile 1925.

Per Ettore: L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; M. Pezzè Pascolato, Un nobile artista, in Il Gazzettino illustrato, 25 settembre 1921; Lulo de Blaas and E. Cadorin, in Sunday Morning, i febbraio 1925; E. Caruso, Lo scultore E. Cadorin, in La Follìa di New York, 7 novembre 1915; A. Luotto, Lo scultore E. Cadorin, in Corriere d'America, 2 febbraio 1923.

Per Guido: U. Ojetti, La chiesa di S. Francesco presso la tomba di Dante, in Corriere della sera, 17 dicembre 1921; id., in Corriere d'America, 15 luglio 1923; G. Torres, La villa dei conti Papadopoli, in Architettura e arti decorative, I (1921-22), pp. 556-71; id., Opere di G.C., ibid., III (1923-27), pp. 277-282; V. Pica, G.C., Milano 1923; R. Papini, Ambasciate e ambasciatori a Roma, Roma 1927; Darioski, G.C., in Costruire, febbraio 1927; id., L'arte e l'opera di G.C., in Lavoro d'Italia, 23 gennaio 1927; U. Nebbia, Il teatro reale dell'Opera di Roma, in Illustrazione italiana, 4 marzo 1928; id., Per la nuova decorazione a mosaico dell'abside di S. Giusto, in Architetture e arti decorative, VII (1928-29), pp. 302-14; A. Carpi, Cadorin. Gli affreschi, Milano 1929.

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