CAGLIARI

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

CAGLIARI (VIII, p. 268)

Giuseppe FADDA

Nel 1937 è stato aggregato a Cagliari il comune di Elmas. La popolazione è salita a 112.342 ab., distribuita su una superficie di kmq. 155.

In conseguenza dei lavori in corso, l'estensione primitiva del porto di Cagliari è stata portata da ettari 34,5 a circa 120 ettari. Sono stati costruiti m. 600 del nuovo molo di levante, m. 1665 del nuovo molo di ponente e m. 700 di nuove banchine. Si è costruita la stazione marittima, si è provveduto all'impianto di potenti mezzi meccanici e all'escavazione di parte delle zone comprese nell'ampliamento del porto. Sono tuttora (1938) in corso 30 opere marittime di complemento. Il traffico del porto ha avuto un continuo incremento: contro un movimento complessivo di tonnellate 331.723 nel 1914, si hanno: tonn. 382.010 nel 1927, tonn. 603.426 nel 1933, tonn. 698.385 nel 1934, tonn. 753.208 nel 1935, tonn. 694.412 nel 1936 (anno delle sanzioni). Con riguardo al traffico, soprattutto d'importazione, Cagliari, il maggior porto dell'isola, va collocato fra i porti italiani principali dopo Genova, Napoli, Trieste, Venezia, Livorno. Notevolissimo anche il movimento di esportazione verso gli altri porti italiani, alimentato dai trasporti di sale che servono al rifornimento del lato di ponente della penisola.

Cagliari è sede di comando di corpo d'armata, di un comando aeronautico e di un comando marina.

Fra le sue istituzioni culturali ed educative ricordiamo anche (cfr. p. 272) il liceo musicale pareggiato, la galleria comunale di arte, il R. Istituto di educazione e di istruzione per tutti i fanciulli ciechi dell'isola, l'istituto di educazione e di istruzione per i sordomuti, la biblioteca comunale (30.000 volumi), la biblioteca del consiglio provinciale delle corporazioni (10.000 volumi su argomenti di indole economica), il Regio Archivio di stato, ricchissimo di documenti importanti per la storia della Sardegna). Il numero dei volumi della biblioteca universitaria (p. 272) è salito a oltre 300.000.

La provincia di Cagliari (p. 272). - Il 6 novembre 1924, il governo fascista deliberava la spesa di un miliardo di lire per l'esecuzione di un piano decennale di opere pubbliche nella Sardegna. Fra le opere di trasformazione dell'ambiente naturale si è dato un notevolissimo impulso ai lavori di bonifica e di sistemazione idraulica che eserciteranno un'importanza decisiva nell'economia agricola isolana facilitando altresì l'assorbimento della esuberanza demografica della penisola. In particolare i comprensorî oggi maggiormente interessati all'opera di bonifica risultano, per la provincia di Cagliari, il Campidano di Cagliari (ha. 156.111) e di Oristano (ha. 126.500), il Sulcis (ha. 27.463) e il Sarrabus (ha. 9500). Fra le fondazioni e le opere più cospicue connesse all'opera di bonifica, ricordiamo: il comune e l'azienda agraria di Mussolinia (XXIV, p. 162), con una superficie agraria di 9000 ha: dei quali 5600 già a coltura irrigua; il rimboschimento dei più importanti bacini montani e il consolidamento di varie zone dunose della provincia; l'esecuzione, a cura dell'azienda autonoma stradale per la strada, di opere stradali destinate a risolvere il capitale problema della viabilità. Quando sarà compiuto il prosciugamento dello stagno di Sassu altri 3000 ha. di terreno potranno essere messi a coltura.

Particolare sviluppo ha avuto nella provincia, l'edilizia scolastica e la costruzione di numerose opere igieniche e idriche (impianto di depurazione dell'acquedotto di Corongiu che alimenta Cagliari; prosecuzione del grande acquedotto del Sarcidano; costruzione di un terzo grande bacino di raccolta dell'acquedotto di Cagliari; lavori di fognatura nella città di Oristano).

Nel campo delle opere portuarie interessanti il litorale della provincia, sono stati ultimati i lavori di sistemazione della strada di accesso al Faro di Capo Sandalo e delle banchine laterali (Carloforte) e sono stati ripristinati i piani carreggiabili e i piazzali dello stesso porto. Di notevole importanza la costruzione di una banchina attraccabile nel porto di S. Antioco e la sistemazione nello stesso porto della diramazione ferroviaria. Si aggiunga la costruzione di un faro sull'Isola Mal di Ventre e di uno sullo scoglio a NE. di Cabras.

La provincia di Cagliari occupa un posto preminente come centro minerario italiano, sia per il numero sia per la varietà dei prodotti estrattivi metalliferi e carboniferi.

I principali minerali metalliferi finora accertati e trattati in parte sono rappresentati da: smithsonite, calamina, idrozincite, blende (per lo zinco); galena, cerussite (per il piombo); argentite, argento rosso e nero (per l'argento); calcosina, calcopirite, crisocolla, malachite, cuprite (per il rame); ematite, magnetite, siderite, pirite, pirrotina (per il ferro); stibina, valentinite (per l'antimonio); pirolusite (per il manganese); mispickel (per l'arsenico); cinabro (per il mercurio). La produzione di mineralì metalliferi è all'incirca la cinquantesima parte della produzione mondiale. Giacimenti di caolino, baritina, talco e steatite vengono largamente sfruttati in altro campo industriale; lo stesso si dica per i calcari, argille da calci e cementi; cave di calcari, marmi, dolomie, calcari litografici; graniti e porfidi, trachiti, tufi trachitici e basalti.

La zona carbonifera più estesa della Sardegna è quella dell'Iglesiente (Gonnesa), che si estende da un lato sino al mare e dall'altro sino a Narcao, costituita da lignite picea, in parte scistosa, formante un bacino la cui ricchezza ammonta a oltre 50 milioni di tonnellate. Si ammette un'altra zona, tuttora nella massima parte inesplorata, che si estende dalle vicinanze di Iglesias e della regione Piolanas al dilà di Domusnovas e Villamassargia verso Siliqua.

Nel quadro autarchico delle risorse economiche nazionali è è ormai in atto come attività di primissimo piano il potenziamento delle possibilità minerarie del bacino dell'Iglesiente: basti ricordare la costruzione del nuovo centro minerario di Carbonia (App.), e lo stanziamento straordinario di 22 milioni di recente deliberato dal consiglio dei ministri per le opere di bonifica del basso Sulcis.

Notevole l'attività industriale connessa con l'estrazione dei minerali (Società Monteponi, Iglesias; Società italpiombo, Iglesias; Società miniere e fonderie antimonio, Villasalto; stabilimento di Cagliari della Montecatini per la fabbricazione del superfosfato nazionale) e con lo sfruttamento delle saline di Cagliari e di Carloforte: nel 1927 è stata fondata la grande salina di S. Gilla, a ponente di Cagliari, attrezzata praticamente anche per l'utilizzazione delle acque madri. Ricordiamo anche stabilimenti per la produzione dell'ossigeno (Cagliari), dei cementi (Cagliari) e per lo sfruttamento dei giacimenti di caolino di Serreuti e Furtei (Cagliari), sia con forniture in grezzo, sia con manufatti refrattarî.

Tra le provincie sarde quella di Cagliari supera tutte le altre italiane nel totale del patrimonio zootecnico (capi 1.139.816) e in ogni singola specie.

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